Trentanove

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"Domani vieni con me, dai" sussurrò Kenan all'orecchio di Ginevra che rabbrividì.

"Kenan, ho scuola. Tra poco ho gli esami non posso" gli rispose, iniziando a ridacchiare quando lui cominciò a baciarle il collo dolcemente.

Era la domenica prima di Bologna-Juventus. Le due squadre si sarebbero sfidate proprio a Bologna e Kenan stava cercando in tutti i modi di convincere la propria ragazza a seguirlo. I due si trovavano a casa della castana che quel pomeriggio era vuota siccome i genitori della ragazza e il fratello si erano assentati per fare un giro al centro.

"La partita è alla sera, potresti partire subito dopo scuola e poi torniamo a Torino insieme" parlò nuovamente il turco con la voce ovattata data dal viso nascosto nell'incavo del collo di Ginevra.

La ragazza tirò un sospiro allungando una mano tra i capelli del ragazzo iniziando a lasciargli delle carezze sul capo. Erano sdraiati sul letto di Ginevra avvinghiati tra loro. "Ci penso, d'accordo?".

"Hai pochissimo tempo per pensarci, lo sai?" chiese Kenan, alzando lo sguardo verso la castana che alzò gli occhi al cielo "non dovevi andare ad allenarti tu?" domandò Ginevra, cercando di cambiare discorso e facendo sbuffare il turco che a malincuore si alzò dal letto. "Cambia pure discorso, stasera ti tartasserò lo stesso di messaggi".

Ginevra si alzò con lui, andandogli incontro. Gli afferrò il viso con entrambe le mani e lasciò un bacio sulle labbra di Kenan che immediatamente sorrise. "Ti prometto che quando non andrò più a scuola ti seguirò ovunque". Il calciatore ancora sorridente, cinse i fianchi della propria ragazza "mi stai liquidando quindi?".

"Dai, devo studiare. Guarderò la partita qua a casa e ti chiamerò non appena la finisci" parlò Ginevra, afferando la mano di Kenan e trascinandolo davanti alla porta di casa.

Kenan le lasciò un bacio sulla fronte prima di uscire dall'appartamento della castana che non appena chiuse la porta di casa, tirò un sospiro dirigendosi nuovamente in camera mentre guardava il telefono.

Le dispiaceva lasciare Kenan solo ma l'ansia per la maturità la metteva sempre in guardia. Si era promessa di non rovinare la sua carriera scolastica per un ragazzo e aveva il dubbio che se lei fosse andata a Bologna, avrebbe rotto quella promessa che lei stessa si era fatta.

"Te sei fuori di testa" commentò Rebecca. Ginevra le aveva spiegato questo suo enorme dubbio, maledicendosi subito dopo averlo fatto, dato la reazione da parte della bionda. "Dai Rebe...".

"No! Puoi studiare tranquillamente dopo la partita e invece hai deciso di farlo andare da solo" continuò Rebecca. Erano passate circa due ore da quando Kenan se n'era andato e Rebecca si era palesata sotto casa di Ginevra siccome non si erano viste per tutto il weekend.

"Cosa devo fare?" sbuffò la castana esasperata. Si mise seduta sulla sedia, lasciandosi scivolare in avanti. "Andare a Bologna".

"Ci andrò allora" sospirò Ginevra, alzandosi in piedi e aprendo l'armadio cercando una felpa abbastanza carina da indossare. "Che fai?" domandò Rebecca, stranita. "Vado da lui a dirglielo, non mi va di chiamarlo anche perchè tanto non risponderebbe" rispose la castana, infilandosi un paio di jeans e la felpa che aveva scelto.

"D'accordo, allora io vado. Ci vediamo domani a scuola" la bionda lasciò un bacio sulla guancia all'amica lasciando poi l'appartamento e Ginevra nel frattempo cercava di ricordare dove fosse casa di Kenan e se soprattutto fosse accessibile con i mezzi.

Dopodiché uscì di casa, salutando la propria famiglia che ormai era tornata a casa da un'oretta. In cuor suo, sapeva di star facendo la scelta giusta. Amava Kenan e sapeva quanto lui ci tenesse.

Così appena scese dal bus di fronte a casa del turco, si precipitò a suonare al citofono, attenendo una risposta che però non arrivò. La castana si portò una mano in fronte ricordandosi dell'allenamento che il calciatore doveva tenere quel pomeriggio.

Guardò l'ora e facendo qualche calcolo arrivò alla conclusione che poteva tranquillamente aspettarlo là siccome l'allenamento sarebbe finito a breve. Non aveva nemmeno voglia di chiamarlo e dirgli che lo stava aspettando: gli avrebbe messo fretta e si sarebbe sentita in colpa.

Ma nel frattempo iniziò a piovere e per ripararsi la castana si nascose sotto la fermata del bus, infreddolita. Si maledì per non aver detto subito sì al turco quel pomeriggio.

"Ginevra?" dopo qualche minuto la voce familiare di Kenan la risvegliò dai suoi pensieri. "Sali in macchina, cosa fai lì?!". Ginevra corse sotto la pioggia per raggiungere il sedile del passeggero, sotto gli occhi straniti di Kenan che iniziò nuovamente a guidare per raggiungere il garage.

"Quindi?" domandò il calciatore mentre parcheggiava l'auto del proprio box. Spense il motore, volgendo l'attenzione verso la castana. Notò che la felpa che indossava era fradicia.

Kenan si slacciò la propia felpa, sfilandosela. "Vieni" disse, tirando indietro il sedile finché poteva e transcinando Ginevra sulle proprie gambe. Le sfilò la felpa bagnata, gettandola sul sedile accanto e le fece indossare quella asciutta. Poi le diede un bacio sulla punta del naso.

La castana era sileziosa e dopo quel gesto da parte del fidanzato, si portò due mani in volto, nascondendo il viso e iniziando a singhiozzare. "Ginevra? No, perchè piangi" parlò Kenan, cercando di scoprire il viso della ragazza.

-Autrice
Odiatemi pure, non aggiorno da un sacco ma è stata una settimana dura.
Ma spero che abbiate imparato a conoscermi e che quindi quando il sabato mattina pubblico un capitolo, poi ne arrivano anche tre-quattro.
Grazie, grazie tantissimo per tutte le letture mi fa piacere che vi piaccia la storia.
vvb <3

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora