Ventisei

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Il pomeriggio dopo la partita, Ginevra si trovava chiusa in camera sua a studiare italiano.

Era stanca, stressata e un po' preoccupata per Kenan siccome il giorno precedente, dopo averla portata a casa non aveva parlato granché dato l'ennesimo pareggio con la squadra. Gli aveva scritto parecchi messaggi dove gli diceva di non preoccuparsi e che era stato bravo.

Sapeva che non erano abbastanza ma sperava di far sentire al turco la propria presenza.

Mentre la sua testa viaggiava altrove, venne richiamata dal cellulare che si illuminò, mostrando una chiamata dalla propria migliore amica.

"Rebe dim-" non ebbe il tempo di parlare che immediatamente venne interrotta "Gine! Sei ovunque, tu e Kenan siete ovunque su Instagram!".

Di scatto Ginevra si alzò dalla sedia portandosi una mano in fronte "Cosa?!". "Si, seguo una pagina italiana su Kenan che ha repostato un post da una pagina turca - fece una pausa di qualche secondo - e nella foto ci siete tu e lui, in un ristorante mi sembra".

Ginevra imprecò sottovoce, lasciandosi andare ad un sospiro che durò qualche secondo mentre picchiettava nervosamente l'indice sul retro del telefono che era ancora appoggiato al suo orecchio.

Sapeva sarebbe arrivato quel momento, ma non pensava che sarebbe successo così presto. "Che cosa devo fare?" domandò stupidamente la castana, iniziando a camminare per la stanza. "Gine, niente. Cosa vorresti fare?".

"Non ne ho idea. Va be ora vado, ci sentiamo" chiuse la chiamata, senza dare tempo all'amica di ribattere. Kenan non le rispondeva da qualche ora, probabilmente stava dormendo dato che le aveva accennato che era parecchio stanco.

La castana aprì Instagram, notando che Rebecca le aveva inviato il post di cui parlava in chiamata e si trattava proprio di qualche foto della ragazza e del calciatore mentre chiacchieravano al tavolo di quel ristorante.

Ginevra esitò un po' e con l'indice aprì la sezione commenti, trovando di tutto e di più. Da chi cercava il nome utente della misteriosa ragazza a chi invece si preoccupava solamente di giudicare l'aspetto fisico.

E furono proprio quelli i commenti su cui Ginevra si soffermò. C'era chi la trovava carina e chi non perdeva tempo a giudicarla in modo negativo.

La castana si rimise seduta, lasciando scivolare la schiena sulla sedia e pensando a quanto sarebbe voluta scomparire in quel momento. Forse effettivamente Kenan meritava qualcuno di più bello al suo fianco.

Il giorno precedente allo stadio, Rebecca le aveva elencato tutte le ragazze dei calciatori che era presenti in tribuna con loro e aveva notato quanto fossero belle, eleganti e raffinate. Non avevano un capello fuori posto. Avevano un sorriso da urlo ed erano anche altissime. Tutto ciò che lei non riusciva e non poteva ad essere.

Si portò una mano in viso, sospirando fino a quando il cellulare non squillò nuovamente questa volta mostrando il nome del turco.

"Gine, scusa ho visto solo ora" parlò immediatamente il ragazzo. Aveva ma voce impastata, probabilmente si era appena svegliato. "Tranquillo".

"Non leggerli i commenti, ok? Non dare importanza a niente. Dammi il tempo di alzarmi e sono da te" non disse nient'altro e staccò la chiamata, lasciando Ginevra senza parole.

Sbuffò, alzandosi e infilandosi una felpa e un jeans largo. Non appena Kenan le scrisse che si trovava fuori, salutò la madre inventando una scusa e uscendo dall'appartamento dove Kenan era fuori dalla sua auto che aspettava.

La castana sorrise e il turco ricambiò, afferrandole un braccio per tirarla a sè e accoglierla in un abbraccio. "Guarda che sto bene Kenan" mormorò Ginevra, con il viso schiacciato al petto del turco. Poteva sentire il suo cuore e questa cosa fece sorridere la ragazza.

"Sicura?". "Si, tranquillo" confermò ancora Ginevra, staccandosi dal petto del turco. "Dovevamo stare ancora a casa mia, almeno nessuno avrebbe visto niente" sospirò il calciatore, facendo alzare le spalle alla ragazza "va be, ora pensiamo solo ad allontanarci dalla mia di casa prima che mia mamma ci veda e lo venga a sapere anche lei".

Kenan annuì, aprendo la portiera del lato passeggero per far accomodare la ragazza e poi salì in auto anche lui. "Andiamo a casa mia?" domandò il Kenan, accendendo il motore e rivolgendo uno sguardo a Ginevra che annuì "d'accordo".

Durante il viaggio in auto, Ginevra non faceva a meno di pensare ai commenti sotto a quel post. Ormai era chiaro che sapessero di lei, anche perché accendendo il telefono aveva notato che diverse persone iniziarono a seguirla su Instagram.

"Ci stai pensando ancora, vero?" la richiamò Kenan dai suoi pensieri che si era trascinata fin fuori dalla macchina. Lui era intento ad aprire la porta di casa sua. "Un po' " alzò le spalle la castana e venne trascinata in casa dal turco.

"Vieni qua" disse Kenan, facendo cenno alla castana di sedersi accanto a lui sul divano. Lei posò il telefono sospirando, ascoltando l'invito del biondino.

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora