Quindici

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Dopo i saluti, i due ragazzi iniziarono a camminare. "Allora? Com'è Roma?" domandò Ginevra al calciatore che si strinse nella sua felpa siccome iniziò ad alzarsi un po' il vento.

"Non l'ho girata molto in realtà" alzò le spalle Kenan, portandosi le mani nella tasca dei jeans. Ginevra rivolse lo sguardo verso di lui. Sembrava stremato, aveva gli occhi stanchi "quando giochi di nuovo?".

"Tra pochi giorni. Ancora contro la Lazio" rispose, calciando un sassolino che si era ritrovato tra i piedi. Ginevra osservò il sassolino rotolare via mentre aggrottava le sopracciglia "ma non ci avete appena giocato?" chiese la ragazza, ricalciando quel sassolino che qualche secondo fa rotolava tra i piedi del turco. "È per la Coppa Italia la partita che viene".

Ginevra alzò lo sguardo verso il ragazzo, ancora più confusa di prima "mi dispiace, non ci capisco niente" strinse le spalle facendo ridere Kenan che si tirò via il cappuccio della felpa. Ginevra osservò i suoi capelli scompigliati e sorrise involontariamente. Lo trovava sempre molto bello.

"Tu stai bene?" domandò il turco alla ragazza che camminava accanto a lui, che subito annuì "tutto bene. A parte lo studio è tutto ok". "Hai tanto da fare? Se vuoi ti posso dare una mano con tedesco" parlò nuovamente Kenan.

Non fu la prima volta che il calciatore si faceva in avanti per dare un aiuto alla ragazza in tedesco, glielo chiedeva continuamente ma lei rifiutava siccome era una materia in cui se la cavava molto bene. Ma era sicura che prima della fine della scuola gli avrebbe chiesto una mano solo per sentire il ragazzo parlare in lingua.

"Non ho molto da fare, dovevo studiare questa mattina ma va be, farò stasera" rispose Ginevra, indicando una panchina dove qualche secondo dopo, i due presero posto. "Come mai ti sei svegliata così tardi?".

"Ieri sera sono uscita con Rebecca. Siamo andate a ballare e abbiamo fatto più tardi del solito" sorrise Ginevra, ripensando alla notte trascorsa con l'amica. "Tu vai a ballare?" domandò quasi stupito il giocatore ricevendo dalla castana uno sguardo stranito "perchè? Che fa?". "Non ti ci vedo, tutto qua" alzò le spalle Kenan sorridendo.

"Ci vado più che altro per Rebecca siccome ha sempre mille intrugli con un sacco di persone" scosse la testa Ginevra sospirando, mentre la sua testa vagava all'amica che gli raccontava sempre di Alessio e di quel ragazzo amico di Riccardo.

"E tu? Hai qualche conoscenza particolare?". Ginevra rivolse lo sguardo verso il biondino che non aveva mai smesso di fissarla mentre parlava. "Io no".

"E quel ragazzo che ti chiamava l'altra sera?" domandò ancora Kenan, insistendo.

"Ah Riccardo.." parlò Ginevra, sospirando. Non gli aveva più risposto da quel giorno e non aveva intenzione di farlo, anche perché Riccardo ormai aveva smesso di cercarla. Probabilmente si era scordato della sua esistenza e alla castana andava bene così.

Kenan le fece segno di andare avanti. "Ma niente, era un ragazzo che ho conosciuto una sera con Rebecca - sospirò la castana, poggiando la schiena alla panchina - mi ha detto una bugia" alzò le spalle tornando con la mente a quel pomeriggio a casa di Riccardo.

"Che bugia ti ha raccontato?". "Che aveva bisogno di aiuto in matematica ma in realtà voleva solo provarci con me in un modo che non mi piace per niente" rispose Ginevra all'ennesimo interrogatorio da parte del biondino. "E io? Ci sto provando nel modo giusto con te?".

Alla domanda le guance della castana si colorarono di rosso e subito si portò una mano in viso per nascondere l'imbarazzo che quella domanda le aveva provocato. "Sono serio" disse Kenan, ridendo. Ginevra si girò verso di lui, ancora col viso arrossato e un sorriso imbarazzato "credo di si".

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora