Quattordici

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La sera seguente, Rebecca, Michele e Ginevra si trovano riuniti nella camera di quest'ultima.

Rebecca e Ginevra si stavano preparando siccome quella sera sarebbero andate a ballare. Michele era con loro solo per guardare la partita insieme a Rebecca che, da quando il numero quindici aveva messo piede in campo, non smetteva di lanciare occhiate all'amica, che nel frattempo si stava preparando e ogni tanto guardava verso il computer osservando Kenan fare avanti e indietro per il campo.

Non fu una bella partita. La castana lo percepì dai versi infastiditi che il fratello emetteva ogni tanto. E quando la partita terminò con la vittoria della Lazio, il ragazzo lasciò la stanza indignato, mentre Rebecca tirò un sospiro.

"Mio fratello se la prendo troppo" esordì Ginevra, gettandosi sul letto, ancora in tuta. Si era solo sistemata i capelli e data una leggera truccata, si sarebbe vestita prima di lasciare l'appartamento. "Fa bene! Tu non capisci, non hai la passione per la Juve" parlò la bionda mentre iniziava a prepararsi.

"Sarà.. Sta di fatto che ha perso e io non so cosa scrivergli per metterlo su di morale" disse Ginevra, afferrando il telefono. In verità non ci aveva nemmeno capito qualcosa della partita che aveva appena visto quindi era sicura che ogni suo tentativo disperato di mettere di buon umore il ragazzino, sarebbe svanito nel nulla.

"Di tutto! Mandagli una foto col vestito che ti metti stasera e vedi come lo metti di buon umore" Rebecca si voltò verso l'amica, facendole l'occhiolino. "Smettila!" escalmò di tutta risposta, ridendo "non avrei il coraggio. Credo sia ancora troppo presto".

La castana di rigirò il cellulare tra le mani, pensando a cosa fare. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dal citofono: avevano ordinato la pizza. Così si precipitarono a mangiare e il pensiero fu rimandato a dopo cena.

Ginevra quella sera indossava un vestito nero a maniche lunghe con lo scollo a V, mentre Rebecca un vestito fucsia a bretelle sottili. Mentre le due si davano gli ultimi ritocchi prima di uscire, la castana decise di prendere il telefono. Erano ormai passate due ore e mezza alla fine della partita e ancora non aveva sentito il turco.

Ti ho guardato stasera. Mi dispiace per come sia andata.

Digitò e inviò il messaggio mentre l'amica, l'aspettava sul ciglio della porta.

Quella notte, Ginevra non si divertì per niente. Non riusciva a non pensare a Kenan e controllava ripetutamente se il ragazzo gli avesse risposto. Quando tornò a casa, erano ormai le quattro e si rassegnò e dopo essersi lavata, andò a letto.

Il mattino seguente, la prima cosa che fece la castana appena aprì gli occhi, fu afferare il cellulare.

Tranquilla, andrà meglio la prossima partita. Torno verso le tredici, vediamoci.

Immediatamente sorrise ma smise appena notò l'ora: le quattordici.

Aveva scordato che la notte prima era stata a ballare fino a tardi. Si alzò subito dal letto prendendo una felpa e un jeans che aveva abbandonato sulla sedia e raggiunse subito il bagno, dove si diede una lavata al viso e ai denti. "Pensavamo fossi morta io e la mamma" la raggiunse Michele, appoggiandosi alla porta "dove vai?".

Ginevra si sciacquò la bocca "devo uscire" rispose, senza dare troppi dettagli. "Ancora? Ti prego oggi son da solo, mamma va a fare la spesa. Non ho voglia di stare solo, vai da Rebecca?" chiese di nuovo Michele, seguendo la sorella che nel frattempo era corsa nuovamente in camera per prendere il telefono.

Notò che Kenan era online così gli scrisse.

Scusa, mi sono svegliata ora. Vediamoci al Parco del Valentino tra mezz'ora.

"No, Michi, non vado da Rebecca. Esco e basta". "Con chi?" domandò Michele, insistendo. Ginevra si fermò ad osservarlo "mi lasci in pace?" lo liquidò la sorella, andando verso la porta di casa e uscendo, lasciando da solo il fratello, insospettito dal comportamento di Ginevra.

Ricevette la conferma da parte di Kenan. che era arrivato a Torino da ormai due ore e quando Ginevra accettò di uscire, abbandonò i suoi amici per dirigersi verso il luogo che aveva deciso la ragazza.

Entrambi avevano voglia di vedersi. La castana non riusciva a non pensare a come si erano lasciati l'ultima volta, trovandosi a sorridere come una stupida in tram, da dove scese appena raggiunse la fermata. Quel giorno a Torino c'era il sole.

Ginevra amava andare al Parco del Valentino. L'aveva sempre trovato un posto meraviglioso e quando si annoiava o semplicemente aveva voglia di stare sola, si dirigeva in quel posto che vedeva un po' come la sua oasi di pace.

Non appena raggiunse l'entrata del parco, notò il ragazzino che l'aspettava, mentre si guardava attorno con le mani in tasca e il cappuccio della felpa che gli copriva la testa. Ginevra si avvicinò a lui, che non appena la vide si incamminò verso di lei, circondandola poi con un abbraccio.

Alla castana era mancato quel calore che solo Kenan riusciva a darle, così come al calciatore era mancato il sorriso timido che ogni volta gli regalava Ginevra dopo un loro abbraccio.

-Autrice
Scusatemi se non ho aggiornato, ma ho avuto un blocco dello scrittore assurdo :( infatti questo capitolo fa pena, ma è di vitale importanza per la storia siccome da questa uscita verrà fuori un nome che infastidirà molto il calciatore ehehe.
Comunque è appena finita la finale di champions, pareri?

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora