Capitolo 8

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Hinata pov:

Sfortunatamente, qualcun altro si stava avvicinando a me, questa volta era... Yachi.

Mi sorrise timidamente mentre si dirigeva verso di me, con quel suo solito sguardo innocente ma un po' preoccupato: "Hinata... Ho sentito che ti sei fatto male, stai meglio adesso?" Mi chiese, cercando di sembrare calma.

"Sì, sto bene." Risposi cercando di apparire sereno. "Non potrò allenarmi per un po', ma cercherò di resistere." Forzai un mezzo sorriso, anche se il dolore era intenso il desiderio di tornare in campo mi divorava, magari accanto al mio alzatore...
AAH! Ma cosa mi salta in mente? Devo smetterla di pensare a quello sbruffone!

Venni risvegliato dai miei pensieri dalla mano di Yachi, poggiata sulla mia spalla. In quel monento, sentii un brivido sulla nuca, come se qualcuno mi stesse osservando intensamente. Iniziai a guardarmi intorno sotto lo sguardo confuso della biondina. La persona che ci stava fissando era Kageyama, aveva lo sguardo fisso su di noi, e c'era qualcosa di strano nei suoi occhi, non erano più annoiati e disinteressati come al solito... Erano infastiditi? Per cosa esattamente?

"Hinata, che succede?" Mi chiese Yachi, battendomi piano la mano sulla spalla. Tornai a prestare attenzione su di lei: "Oh, nulla. Scusami."

Yachi ritirò la mano. Il suo volto era un miscela di preoccupazione e curiosità : "Ma se non ti alleni, perché sei non ti sei ancora messo la divisa scolastica? Fuori fa freddissimo, così ti ammalerai."

Sospirai, ricordando l'incidente di prima: "Ah giusto... Dovrei. Ma la mia divisa è fradicia di... tè." Risi imbarazzato, però aveva ragione, ammalarmi era l'ultima cosa di cui avevo bisogno in quel momento!
"L'infermiera per sbaglio me l'ha versato addosso mentre lo portava, infatti ho il braccio ustionato per questo motivo." Il suo viso si rattristò guardando il mio arto fasciato.

"Però ho portato una felpa, aspetta!" Esclamai, frugando nel borsone. Cercai tra le cose ma più cercavo, mi rendevo conto che non c'era.

"Accidenti... L'ho dimenticata." Sbuffai, ma potevo essere così stupido? Mannaggia a me!

Yachi si dispiacque vedendo la mia espressione imbarazzata e ansiosa, perciò cercò di consolarmi: "Oh, non preoccuparti. Ero solo curiosa. L'allenamento sta per finire, manca un quarto d'ora. E poi se vuoi posso prestarti la mia felpa!"

Mi guardò con un sorriso gentile, ma notai che c'era un certa emozione nei i suoi occhi.

"Grazie mille, Yachi. Tranquilla che un po' di freddo non mi farà niente. E poi la felpa serve anche a te!" Esclamai sorridendole debolmente, mentre il dolore alla testa stava aumentando.

"Ah, ecco, volevo dirti anche un'altra cosa..." Iniziò Yachi, guardandomi con un espressione seria e le guance rosse.
"Mi sono resa conto che, ecco, tu mi..."

Non riuscì a finire la frase, perché proprio in quel istante, Kageyama si avvicinò bruscamente, interrompendola.

"Yachi, puoi andare a prendere gli spazzolini per pulire?" Yachi, sorpresa dal brusco intervento di Kageyama mi guardò visibilmente delusa.

"Ah, certo." disse sottovoce prima di allontanarsi per eseguire il compito. Poverina, sembrava così triste mentre se ne andava. Chissà cosa avrebbe voluto dirmi...

Kageyama mi guardò per un attimo, sembrava sollevato. Ma che problemi ha questo ragazzo?

Stavo per chiedergli qualcosa, quando un rumore improvviso e fragoroso di un fulmine squarciò il cielo, seguito da una violenta pioggia che cominciò a battere contro i vetri della palestra.

" Bene ragazzi! L'allenamento finisce qui, iniziamo a mettere in ordine!" Disse Sawamura mentre le gocce di pioggia tamburellavano incessantemente sul tetto.
Quel rumore assordante stava uccidendo la mia testa, sembrava stesse per scoppiare. Chiusi gli occhi, strinsi i denti e i pugni per il dolore, cercando di ignorare il battito incessante del temporale.

Mi chinai per raccogliere il mio zaino e il borsone, deciso a tornare a casa nonostante la pioggia. Il rumore sul tetto mi faceva male alla testa, volevo solo uscire da quella palestra.

Mentre mi dirigevo verso l'uscita, sentii una mano afferrarmi il braccio "sano". Mi girai di scatto e trovai Kageyama che mi fissava con un'espressione a metà tra l'irritato e il preoccupato. "Dove pensi di andare, Hinata?" mi chiese, stringendomi il braccio senza fare troppo male. "Sarebbe meglio se aspettassi che la tempesta passi."

Lo guardai negli occhi, sentendo un'ondata di fastidio mescolata all'incertezza. "Sto bene." Risposi, cercando di mascherare il mio disagio. "Voglio solo tornare a casa."
'Perché si stava preoccupando per me dopo le cose che si siamo detti ieri?'

Kageyama sollevò un sopracciglio e, con un sorrisetto ironico, mi disse: "Con quel corpicino che ti ritrovi, potresti volare via con il vento."

'Oh ecco... È questo Kageyama Tobio.'

Il commento mi colpì come un pugno. "Cosa?!" sbottai, liberandomi dalla sua presa con uno strattone deciso. "Non sono così debole!" Senza pensarci, mi voltai e cominciai a correre verso l'uscita, sentendo la pioggia gelida colpirmi appena varcata la porta.

"Hinata! Aspetta!" gridò Kageyama alle mie spalle, ma ignorai le sue parole e continuai a correre sotto la pioggia battente, sentendo il cuore battere forte.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora