Capitolo 14

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Kageyama pov:

Decisi che un taxi era l'opzione migliore per arrivare da Hinata il prima possibile. Durante la lezione di storia presi il mio cellulare e cercai su Internet i taxi disponibili nella zona. Dopo qualche ricerca, trovai una compagnia con ottime recensioni e prezzi ragionevoli.

'Perfetto.' Pensai, mentre mi preoccupavo di chiamare il taxi per organizzare il trasporto. Mi alzai dal banco, cercando di non attirare l'attenzione, e chiesi al professore di andare in bagno, il quale mi diede il consenso.

Una volta fuori dall'aula, mi avviai verso una zona meno affollata del corridoio e composi il numero della compagnia di taxi.

Il telefono squillò per un momento prima che una voce calma rispondesse dall'altra parte. "Taxi XYZ, come posso aiutarti?"

"Salve, sono Kageyama Tobio. Ho bisogno di un taxi per oggi. Vorrei sapere se sarebbe possibile avere un'auto che mi porti a casa di un amico." spiegai, cercando di mantenere la calma nonostante l'agitazione.

"Certamente." rispose il tassista. "Posso sapere l'indirizzo e verificare i tempi di arrivo?"

Dissi l'indirizzo di Hinata e aspettai mentre il tassista verificava il percorso. Dopo qualche istante, il signore confermò: "Ho fatto! Il costo sarà di circa duemila yen."

"Perfetto, io al momento sono a scuola. Può farsi trovare davanti al Karasuno tra mezz'ora? Tempo che finisca l'ultima lezione." Dissi.

"Certo! A tra poco e grazie per averci scelto!" Rispose il tassista.

" Grazie a voi. A tra poco." Si concluse così la chiamata.

Riattaccai e tornai di corsa verso la classe, il cuore che batteva forte per l'ansia e l'eccitazione. Mi sedetti al mio banco, cercando di concentrarmi sul resto della lezione, ma la mente continuava a tornare all'idea di vedere Hinata e assicurarmi che stesse bene.

Quando la campanella suonò, segnalando la fine della quinta ora, uscii dall'aula, pronto per il mio incontro con il tassista. Mi sentivo nervoso, ma determinato.

Quando uscii dalla scuola, trovai un'auto grigia parcheggiata davanti all'entrata. Sul tettuccio dell'auto c'erano le insegne luminose con il nome della compagnia, "Taxi XYZ".

L'autista, un uomo di mezza età, stava fumando una sigaretta accanto al veicolo. Mi avvicinai e l'uomo mi notò.

"Sei Kageyama?" chiese l'autista, buttando per terra la sigaretta e aprendo la portiera.

"Sì, sono io," risposi, salendo sul taxi. Mi sistemai sul sedile posteriore, mentre il veicolo si metteva in movimento.

Durante il tragitto, l'autista iniziò a fare conversazione. "Io sono Taiko." Affermo, aggiungendo: "Sembri stanco. Hai avuto una giornata pesante?"

"Un po'," risposi. "Devo andare a casa di un amico. È successo qualcosa e sono preoccupato."

"Capisco," disse il signor Taiko, con un tono comprensivo. "A volte, preoccuparsi per qualcuno può essere davvero pesante. Spero che tutto si risolva per il meglio."

Apprezzai la sua gentilezza e continuai a parlare con lui, condividendo un po' del mio stato d'animo. L'atmosfera era rilassata, e mi aiutò a distrarmi dalla mia ansia.

Ad un certo la chiacchierata fu interrotta dal mio telefono che squillò e, vedendo un numero non salvato, risposi curiosamente.

"Ciao, sono Yukine." si presentò. "Voglio solo sapere se stai andando da Hinata."

"Sì, ci sto dando proprio adesso." confermai. "Sono in un taxi e dovrei arrivare tra poco. Ad ogni modo come hai avuto il mio numero?"

"Ah, Hinata mi ha dato il tuo numero in passato." spiegò Yukine. "Mi aveva detto che passavate molto tempo insieme, e quindi pensava fosse utile che io lo avessi in caso di necessità."

La risposta di Yukine mi fece sentire un po' meglio. Era bello sapere che Hinata aveva parlato di me a qualcun altro, chissà cos'altro diceva di me.

"Grazie per aver chiamato." dissi. "C'è qualcos'altro di cui hai bisogno?" Continuai.

"Beh, potresti dire a Shoyo di rispondere ai miei messaggi?" chiese Yukine. "Mi farebbe piacere sapere che sta bene."

"Certamente." risposi. "Glielo riferirò." Dissi freddo.

Chiusi la chiamata e continuai a guardare fuori dal finestrino, ero molto infastidito dal fatto che Yukine avesse chiamato Hinata con il suo nome, forse ero geloso...

Il taxi procedeva veloce e, dopo qualche minuto, l'autista si voltò verso di me. "Siamo quasi arrivati, mancano circa cinque minuti." Per poi domandare gentilmente: "Scusa se lo chiedo, ma sembri un po' infastidito. C'è qualcosa che non va?"

Mi prese alla sprovvista. Cercai di nascondere la mia irritazione con un sorriso forzato. "Oh, niente di che." risposi, tentando di mantenere un tono neutro. "Ho solo molte paranoie riguardo al rapporto tra due persone. Una di queste è quella a cui penso di più e che mi preoccupa, mentre l'altra... beh, è quella che mi infastidisce a morte."

L'autista annuì, come se avesse capito. "Capisco, deve essere complicato."

Rimasi in silenzio, il pensiero di Hinata e Yukine che continuava a tormentarmi. Non riuscivo a liberarmene. Non importava quanto cercassi di razionalizzare i miei sentimenti: la gelosia e l'ansia erano troppo forti.

Il taxi continuò a salire lungo una strada stretta e tortuosa, circondata da alberi alti e ombrosi. Il paesaggio diventava sempre più montuoso, e l'aria fresca della collina cominciò a farsi sentire, entrando dal finestrino socchiuso. Dopo qualche minuto, l'auto si fermò davanti a una casetta isolata.

La casa era di legno scuro, con un tetto spiovente e delle piccole finestre dai vetri opachi. Sembrava vecchia ma ben tenuta, con il giardino anteriore ricoperto da un tappeto di foglie secche. C'era un portico con una sedia a dondolo di legno e qualche vaso di fiori ormai appassiti.

"Siamo arrivati." annunciò l'autista spegnendo il motore. Mi voltai verso di lui e lo pagai. "Grazie." Dissi, cercando di mascherare la mia ansia crescente.

L'autista mi restituì un sorriso incoraggiante. "Buona fortuna, ragazzo," disse, accendendosi un'altra sigaretta prima di ripartire.

Ringraziai nuovamente e scesi dal taxi, venendo avvolto dal gelo della montagna. La macchina si allontanò, lasciandomi solo davanti a quella casa sperduta.

Mi avvicinai lentamente alla porta, ogni passo sembrava pesare più del precedente. Il cuore batteva forte nel petto, come se fosse pronto a esplodere.

Raggiunsi finalmente il campanello, prendendo un respiro profondo prima di allungare la mano e premerlo.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora