Capitolo 16

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Narratore pov:

"Andiamo in cucina," disse, quasi trascinandolo con sé. Hinata lo seguì senza protestare, troppo debole per opporsi. Appena arrivati, Kageyama iniziò a riempire una pentola d'acqua e la mise sul fornello per farla bollire.

Mentre Hinata lo guardava muoversi con sicurezza, sentì un dolore acuto al braccio e non poté fare a meno di fare una smorfia. Kageyama se ne accorse subito. "Il braccio ti fa ancora male?" chiese, girandosi verso di lui.

Hinata annuì piano. "Sì, un po'..."

"Hai della pomata per il dolore?" domandò Kageyama, senza perdere tempo.

"Credo sia in bagno, sopra la lavatrice." rispose Hinata.

Kageyama gli prese la mano, un gesto improvviso che lo sorprese, e lo trascinò verso il bagno. Hinata era arrossito, non riconosceva più Tobio.

'Quindi è questo il lato di te che non ho mai visto?' Si chiedeva tra sé e sé.

Una volta dentro, gli occhi del corvino si posarono subito sulla lavatrice dove, come Hinata aveva detto, c'era un tubetto di pomata accanto a delle pastiglie. Prese entrambi e lo guardò con una certa curiosità. "Queste a cosa servono?"

"Sono per il mal di testa... non le ho ancora prese." spiegò Hinata.

Kageyama fece un cenno di disapprovazione con la testa e poi, senza dire nulla, si avvicinò con la pomata in mano. Iniziò a spalmarla con delicatezza sul braccio di Hinata; le sue dita calde sulla pelle lo fecero rilassare leggermente, nonostante il dolore.

"Dovresti cambiare queste bende." disse all'improvviso, notando come erano state sistemate male. "Lascia che lo faccia io."

Hinata non protestò. Lo osservò dal riflesso dello specchio mentre Kageyama srotolava con attenzione le vecchie bende e ne prendeva di nuove dalla scatola di pronto soccorso.

'È così vicino...' Pensò Hinata, arrossendo.

Kageyama si avvicinò ancora di più per sistemarle e, quando si chinò, un profumo intenso e dolce di arancia lo investì.

Tobio rimase colpito per un attimo, sorpreso da quanto fosse forte e piacevole. Era il suo shampoo? Forse una lozione? Qualunque cosa fosse, era difficile ignorarlo.

Kageyama continuò a lavorare con serietà, concentrato nel suo compito. "Fatto." disse finalmente, legando con cura l'ultima benda. "Cerca di non muoverti troppo."

Hinata lo guardò, cercando di nascondere il proprio imbarazzo. "Grazie, Kageyama."

Kageyama fece un cenno con la testa, di approvazione. "Prego scemo, è il minimo che posso fare per farmi perdonare."

Hinata non rispose e era arrossito ancora di più. 'Mannaggia a te Kageyama, perché ti comporti così con me? E poi perché mi sento così bene quando mi tratti in questo modo così dolce, mi sento come se avessi ottenuto ciò che desideravo e sognavo per notti intere.' Pensò tra sé e sé.

Uscirono dal bagno insieme. Kageyama si diresse verso la cucina con passo deciso, mentre Hinata andò nella sua stanza. Una volta lì, aprì la finestra per far entrare un po' d'aria fresca; il sole ormai calava e la luce dorata inondava la stanza, rendendo l'atmosfera quasi magica. Prese il telefono dal comodino e scese di nuovo in cucina.

Kageyama stava già buttando il sale nell'acqua che bolliva e aggiungendo la pasta. Hinata si sedette su una sedia, scrollando le notifiche sullo schermo del suo cellulare. Subito notò diversi messaggi: sua madre lo aveva chiamato, Kenma gli aveva chiesto di chiamarlo, Yukine aveva inviato una raffica di messaggi e telefonate, Suga e Tadashi si erano preoccupati e gli avevano chiesto se stesse bene, e c'erano anche messaggi nel gruppo del Karasuno.

Kageyama alzò lo sguardo dal pentolone, curioso. "Chi ti ha scritto?"

Hinata sorrise leggermente. "Un po' tutti... ma devo chiamare Kenma e forse rispondere a Yukine. Posso farlo mentre la pasta cuoce?"

Kageyama annuì, ma c'era una piccola ombra di fastidio nei suoi occhi. "Vai pure." disse, girando lo sguardo verso la pentola, ma tenendo un orecchio attento.

Hinata chiamò prima sua madre. "Mamma, sì, sto bene... No, no, niente di serio... Kageyama è qui con me, mi sta aiutando..." Balbettava un po', sentendo il calore salire sulle guance. Sentiva l'occhio vigile di Kageyama su di lui, come se stesse ascoltando ogni parola.

Quando la chiamata finì, fece un respiro profondo e compose il numero di Kenma. La conversazione fu breve. "Hey Kenma! Sono a casa con Kageyama. Hai bisogno di qualcosa?" Chiese Hinata.

Kenma, con la sua solita calma, rispose: "Ne parliamo dopo Shoyo, dovrai spiegarmi tutto, chiaro?"

Hinata sorrise, "Sì, sì, lo farò." Chiuse la chiamata e lanciò un'occhiata a Kageyama, che stava girando la pasta con una certa intensità. Sembrava... contrariato?

Alla fine, Hinata decise di chiamare Yukine. "Ehi, sì, sono qui... sto bene, davvero. Sì, ho Kageyama qui con me." La conversazione proseguì più a lungo, con Yukine che gli chiedeva dettagli e lo bombardava di domande. Kageyama serrò la mascella, visibilmente infastidito.

Mentre Hinata rideva leggermente alle parole di Yukine, Kageyama si avvicinò al piano di lavoro e iniziò a preparare il condimento con una determinazione quasi aggressiva. Non riusciva a nascondere il suo fastidio.

Hinata gettò uno sguardo al suo compagno di squadra. "Tutto bene?" chiese, interrompendo per un attimo la conversazione con Yukine.

Kageyama alzò gli occhi, trattenendo un sospiro. "Sì, certo." rispose con tono un po' troppo secco. "Solo che la pasta è quasi pronta."

Hinata sorrise imbarazzato e salutò Yukine, promettendogli di parlare di nuovo presto. "Ok, ora possiamo mangiare." disse, cercando di spezzare la tensione.

Kageyama annuì, ma dentro di sé, il fastidio cresceva ancora di più. Cosa significava esattamente quel tono allegro che Hinata aveva riservato per Yukine?

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora