Capitolo 22

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Kageyama pov:

Mi svegliai con la luce del mattino che filtrava dalla finestra, colpendo il mio viso. Il sole splendeva alto nel cielo, ma il mio umore era tutt'altro che luminoso. Mi stiracchiai e mi alzai lentamente dal letto, mentre i pensieri di Hinata si affollavano nella mia mente. La preoccupazione per il mio compagno di squadra mi seguiva come un'ombra, lasciandomi inquieto e irrequieto. Non ero riuscito a toglierlo dalla testa nemmeno durante la notte, e ora mi sentivo ansioso all'idea di andare a scuola.

Una volta pronto, indossai la solita divisa. Mi guardai nello specchio e vidi un ragazzo stanco, con occhiaie che tradivano le ore di sonno insufficienti. Con un sospiro, mi diressi verso la scuola, il cuore pesante nel petto. Ogni passo sembrava un piccolo combattimento contro l'ansia, come se il mondo intorno a me fosse avvolto in una nebbia di preoccupazioni. Arrivai all'istituto e mi sentii un po' sollevato nel vedere che la mattinata era già iniziata e che i miei compagni si muovevano come sempre. Tuttavia, la mia mente era concentrata su una sola cosa: Hinata.

Lo cercai ovunque, nei corridoi affollati, nelle aule e perfino nel cortile, ma non c'era traccia di lui. Ogni volta che sentivo il suo nome in una conversazione, il mio cuore saltava un battito, sperando di sentire che Hinata era arrivato. Con un sospiro di frustrazione, mi avvicinai a Tsukishima, l'unico che avessi notato. "Dov'è Hinata?" Chiesi, cercando di mantenere la calma, ma la mia voce tradiva un tono di ansia.

Tsukishima mi guardò con un sorriso beffardo, i suoi occhi brillavano di una malizia che detestavo. "Non lo so. Ti sembro il suo baby sitter?" Rispose, alzando un sopracciglio, come se la mia preoccupazione fosse solo un gioco.

Mi sentii irritato dalla sua risposta. "Non è uno scherzo. È malato." La mia voce tradiva una preoccupazione che non riuscivo a nascondere, e Tsukishima, rendendosi conto della serietà della situazione, decise di smettere con le provocazioni.

"Ok, calmati. Magari è solo a casa a riposarsi. Non è la fine del mondo." Tsukishima alzò le spalle, ma sentivo che la mia ansia cresceva. Ero sollevato che Hinata non fosse a scuola, ma nello stesso tempo desideravo che fosse qui, a condividere ogni momento.

La mattinata proseguì lentamente. Ogni lezione sembrava interminabile, con la mente che vagava verso Hinata e il suo sorriso contagioso. I professori parlavano, ma non riuscivo a seguire. La mia mente tornava sempre a quando eravamo insieme, le risate che condividevamo e il modo in cui la sua energia riempiva la stanza. Ogni tanto, mi ritrovavo a guardare l'orologio, contando i minuti fino alla pausa pranzo, desiderando solo di sapere come stava.

Finalmente, il suono della campanella annunciò l'intervallo. Mi diressi verso la sala mensa, ma fui interrotto dall'improvvisa irruzione di Yukine. "Kageyama!" esclamò, facendo un gran trambusto, attirando l'attenzione di tutti. "Ho bisogno di sapere..." Non finì la frase, era senza fiato, probabilmente doveva aver corso per arrivare fin qui.

"Cosa c'è?" chiesi, già intuendo che sarebbe stata un'invasione di domande.

"Dov'è Hinata? Oggi non c'era in aula." Yukine iniziò a bombardarmi di domande. "Sta bene? È malato? Sei sicuro che non sia in giro? Sei preoccupato anche tu per lui?"

Mi sentii sopraffatto, ma non potevo negare il fatto che mi preoccupavo davvero. "È a casa, malato." risposi, cercando di mantenere la calma. "Non ho idea di quando tornerà."

"Ma perché sembra non te ne freghi nulla?" continuò Yukine, guardandomi con curiosità. "Siete amici, vero?"

Sgranai gli occhi, il cuore accelerò. "Sì, siamo amici. È solo... è solo che voglio che stia bene." Le mie parole uscirono più sincere del previsto, e mi resi conto di quanto Hinata significasse per me. Sentii un groppo alla gola mentre Yukine mi osservava con un'espressione che mescolava sorpresa e divertimento.

Mentre cercavo di rispondere alle incessanti domande di Yukine, la mia mente vagava nuovamente verso Hinata. La sua immagine appariva vivida, con il sorriso che illuminava il suo volto. Mi ricordavo del modo in cui mi ero svegliato la mattina in cui avevamo trascorso del tempo insieme. Il profumo di arance che mi avvolgeva mi faceva sentire a casa, come se avessi trovato un posto dove appartenevo.

La pausa pranzo continuava, e mentre Yukine continuava a interrogarmi, sentivo che l'ansia cresceva. "Hai sentito niente da Hinata? Non ha mandato messaggi?" Insistette, con gli occhi che brillavano di curiosità.

"No, niente." Risposi, cercando di nascondere la mia frustrazione. "Non so nemmeno se abbia il telefono acceso."

Yukine si fermò per un attimo, sembrando riflettere. "Forse dovrei andare a trovarlo. Magari ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui."

Quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco. Il pensiero di Yukine che andava da Hinata mi agitò, più di quanto volessi ammettere. Il sangue mi pulsava nelle orecchie e, prima ancora di poter controllare le parole, mi sentii dire: "No, ci vado io. Gli ho promesso che sarei passato a controllare come stava." Le parole uscirono troppo in fretta, ma erano sincere.

Yukine mi guardò con un sopracciglio alzato, curioso. "Ah, gli hai promesso? Non sapevo che tu e Hinata foste così vicini..."

Sentii il calore salirmi alle guance. "Non è... non è quello che intendi. Siamo compagni di squadra, ecco tutto." Cercai di giustificarmi, anche se sapevo benissimo che non era solo per la squadra che mi preoccupavo così tanto per lui.

Yukine si fermò per un attimo, pensieroso. "Beh, fammi sapere se ci sono novità. Sono curioso di sapere se è ancora vivo."

Gli lanciai un'occhiata che cercava di essere seria, anche se dentro di me sapevo che non riuscivo a stare tranquillo. Non avrei aspettato ancora molto. Hinata era importante, più di quanto volessi amm

Mentre mi allontanavo dalla mensa, sentivo il battito del mio cuore accelerare. La mia mente era un vortice di emozioni contrastanti. Cosa avrei trovato? Sarebbe stato in grado di sorridere come sempre, o sarebbe apparso stanco e affaticato?

L'immagine di lui sdraiato sul letto, avvolto in una coperta, mi colpì improvvisamente. Dovevo andarlo a trovare. La mattinata mi sembrava interminabile, ma avevo finalmente un obiettivo: scoprire se Hinata stava davvero bene.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora