Capitolo 37

33 3 2
                                    

Narratore Esterno pov:

Il silenzio tra i due era quasi assordante, e Hinata si mosse lentamente verso l'armadio, tirando fuori una maglietta grigia e dei pantaloni da casa. Il suo movimento era calmo, naturale, ma una parte di lui sapeva bene cosa stava facendo. Hinata era consapevole della presenza di Kageyama, della sua postura rigida e del modo in cui, ogni tanto, lo sguardo di Tobio sembrava scivolare su di lui quando pensava che non fosse visto.

Hinata si tolse la felpa con un gesto rapido, rimanendo a torso nudo per qualche istante. Sentiva l'aria fresca sulla pelle e, con la coda dell'occhio, intravide Kageyama girare leggermente la testa nella sua direzione, per poi scattare di nuovo verso il muro. Un lieve sorriso comparve sul volto di Hinata. Si chiedeva se Tobio si sarebbe mai reso conto di quanto fosse evidente la sua timidezza. Non era la prima volta che si cambiavano insieme, ma l'atmosfera in quella stanza sembrava pesare di più del solito.

Hinata continuò a spogliarsi, con gesti lenti e calcolati, ma sempre fingendo indifferenza. Iniziò a sbottonare i pantaloni, tirandoli giù con calma, lasciandoli cadere a terra in un mucchietto. Sentì la tensione nell'aria crescere, quasi palpabile. Si rese conto che il modo in cui Kageyama stava cercando di non guardarlo era imbarazzante e, allo stesso tempo, divertente.

Kageyama, nel frattempo, combatteva una battaglia interna. Era abituato a vedere Hinata nello spogliatoio, a condividere momenti di intimità con lui e gli altri compagni di squadra, ma c'era qualcosa di diverso in quel momento. Forse era il fatto di essere soli, nella stanza di Hinata, lontano dalla caotica energia della palestra. Forse era il fatto che Hinata si stava spogliando proprio di fronte a lui, a pochi passi dal suo letto, con quella naturalezza che Kageyama trovava incredibilmente disarmante.

Si sentiva invadere da un senso di disagio, il cuore batteva più velocemente e il rossore che gli infiammava le guance diventava sempre più evidente. Non riusciva a capire perché Hinata riuscisse a provocare in lui quelle sensazioni. Era solo il solito Hinata, eppure... sembrava così diverso. Così vicino, troppo vicino. E la vista del suo corpo, pur familiare, era ora accompagnata da un vortice di pensieri confusi e una strana consapevolezza di ogni singolo movimento.

Quando Hinata si piegò per raccogliere i pantaloni dal pavimento, Kageyama si rese conto con malizia che il fondo schiena del compagno era proprio di fronte a lui, a una distanza che sembrava ridursi sempre di più. La tentazione di guardare, anche solo per un secondo, era fortissima, ma l'orgoglio lo obbligava a voltarsi dall'altro lato, con il viso che ormai era un fuoco vivo. Aveva visto Hinata centinaia di volte, lo sapeva, ma lì, in quel momento, era diverso.

'Perché è diverso?' Si chiese Kageyama, sentendosi incredibilmente stupido. Non riusciva a trovare una spiegazione logica. Forse era l'intimità della situazione, o forse era semplicemente che, per la prima volta, non c'erano distrazioni. Era solo lui, Hinata, e quel silenzio carico di tensione.

Hinata, finito di cambiarsi, si girò verso di lui con un'espressione che tradiva un leggero divertimento. Sapeva bene cosa stava facendo e, in fondo, si divertiva a vedere Tobio così fuori dal suo solito controllo.

"Che c'è, Kageyama? Sei arrossito per caso?" Chiese Hinata con un tono apparentemente innocente, ma il sorriso che gli increspava le labbra raccontava un'altra storia. Hinata si divertiva a provocarlo, voleva vedere fino a che punto Tobio avrebbe resistito.

Kageyama alzò la testa di scatto, come se fosse stato colto in flagrante, e cercò di ricomporsi in fretta. "C-Cosa? No, non sono arrossito!" rispose troppo velocemente, il che fece solo aumentare il sorriso di Hinata.

Hinata scosse la testa, ridacchiando. "Sei troppo facile da leggere, lo sai?" Disse, avvicinandosi al letto con passi leggeri. Si sedette accanto a Kageyama, con ancora un'ombra di divertimento negli occhi.

Kageyama distolse di nuovo lo sguardo, sentendo il calore salire sempre di più. Il suo cuore batteva all'impazzata, e quella situazione era diventata insopportabile. Non riusciva a capire perché Hinata riuscisse a farlo sentire così... vulnerabile. Di solito era lui quello forte, quello in controllo, ma lì, in quel momento, era come se Hinata avesse il potere di disarmarlo completamente con un solo sorriso.

Kageyama borbottò qualcosa a bassa voce, troppo imbarazzato per ribattere seriamente. Si girò di nuovo, fissando un punto indefinito sul muro, cercando disperatamente di ignorare la sensazione che Hinata fosse troppo vicino, troppo reale.

"Sei incredibile." mormorò Kageyama, senza sapere se lo stesse dicendo a Hinata o a se stesso.

Il silenzio che si era creato tra i due fu presto interrotto da una domanda diretta, quasi innocente nella sua semplicità, ma carica di implicazioni.

"Dove dormirò stanotte, Hinata?" Chiese Kageyama, fissandolo con un'espressione che sembrava voler studiare ogni suo movimento.

Hinata si irrigidì all'improvviso, quasi come se non si fosse mai posto quella domanda fino a quel momento. Il suo viso si arrossò leggermente, un rossore che Kageyama trovava stranamente divertente.

"Ehm... eh... tu..." Hinata iniziò a balbettare, cercando di trovare una risposta che non suonasse troppo imbarazzante. "Tu dormirai... eh... con me, ovviamente." Le parole sembravano uscirgli a fatica, come se fossero impigliate nella sua gola. "Cioè, non è un problema, vero? Abbiamo già dormito insieme altre volte... voglio dire..."

Kageyama, vedendo l'evidente disagio di Hinata, non perse l'occasione per provocarlo e vendicarsi. Un sorrisetto malizioso gli si dipinse sulle labbra, una rarità per qualcuno come lui, ma la tentazione di prendere in giro Hinata era troppo forte.

"Perché stai balbettando così tanto, Hinata?" disse, abbassando leggermente il tono della voce in modo intenzionale. "Di cosa ti vergogni? Non abbiamo forse già dormito insieme in passato? Non è mica la prima volta..."

Hinata distolse lo sguardo, chiaramente in difficoltà. Le sue mani si intrecciavano nervosamente mentre cercava di mantenere una parvenza di calma. "Non mi vergogno!" rispose, forse un po' troppo velocemente, tradendo la verità delle sue parole. "È solo che... non lo so... è diverso!"

"Ah sì?" Kageyama alzò un sopracciglio, divertito dalla reazione del compagno. "Diverso in che senso?"

Hinata arrossì ancora di più, sentendo il peso delle parole di Kageyama. "Non lo so, Kageyama! Smettila di prendermi in giro!" esclamò, cercando di cambiare argomento in qualche modo, ma senza molto successo. Sentiva il cuore battere più velocemente nel petto e le mani tremare leggermente.

Kageyama, soddisfatto della sua piccola provocazione, si limitò a ridere sottovoce. "Non sto prendendo in giro nessuno. Sto solo cercando di capire." Disse, lasciandosi cadere indietro sul letto, guardando il soffitto con un'espressione soddisfatta.

Hinata, invece, rimase fermo, cercando di riprendersi dall'imbarazzo. Non riusciva a capire perché la situazione lo facesse sentire così a disagio. Certo, avevano dormito a distanza ravvicinata in altre occasioni, ma c'era qualcosa di diverso nell'aria quella sera, una tensione che non riusciva a scrollarsi di dosso.

"Non è come se dovessi dormire per terra, giusto?" continuò Kageyama, lanciando un'altra frecciatina. "Mi sembra di ricordare che ti piace stare vicino a me quando dormiamo, la scorsa volta..."

"KAGEYAMA!" Hinata lo interruppe, con le guance ormai completamente rosse. Non sapeva come gestire la situazione, e l'idea di affrontare un'altra provocazione da parte di Kageyama lo faceva impazzire.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora