Capitolo 38

38 2 0
                                    

Hinata pov:

Io e Kageyama ci infilammo nel mio letto, ognuno occupando il proprio lato, voltandoci istintivamente le spalle. Il silenzio si fece subito pesante, interrotto solo dal fruscio delle coperte quando ci muovevamo appena. Sentivo il mio respiro accelerare senza volerlo, come se il silenzio amplificasse ogni mia sensazione. Il cuore batteva a un ritmo irregolare, e cercavo disperatamente di controllarlo.

Ogni volta che ci ritrovavamo soli in momenti del genere, la mia mente cominciava a correre. Perché dovevo essere così consapevole di ogni singola cosa? Del modo in cui le lenzuola sembravano sempre più strette quando Kageyama era vicino? O di quanto fossi imbarazzato a restare così fermo, pur sapendo che nessuno dei due avrebbe fatto nulla di strano?

Nel tentativo di calmarmi, chiusi gli occhi, cercando di concentrarmi su qualcos'altro. Però, proprio quando pensavo di essermi tranquillizzato, sentii un movimento accanto a me. Kageyama si girò nel letto. Lo sentii chiaramente, ogni minimo movimento del materasso, ogni piccolo spostamento delle coperte. La distanza tra noi sembrava improvvisamente crescere, come se il suo girarsi rendesse tutto più distante, più... intenso.

Provai a respirare profondamente, ma dentro di me mi sentivo scoppiare. Ero consapevole del fatto che Kageyama non stesse facendo nulla di particolare, ma il pensiero che fosse lì, nel mio letto, così vicino, continuava a farmi sentire nervoso. Un misto di imbarazzo e eccitazione mi travolgeva, un'energia che non riuscivo a controllare. Non sapevo cosa fare, né cosa dire. Dovevo continuare a restare fermo o girarmi verso di lui?

Proprio quando stavo per impazzire tra i miei pensieri, la sua voce interruppe quel silenzio pesante. "Shōyō, come ti senti? Le tue condizioni fisiche sono migliorate?" La sua voce era profonda e tranquilla, come se non fosse minimamente agitato dalla situazione, a differenza di me.

Mi voltai leggermente, ma non ebbi il coraggio di incontrare il suo sguardo. Mi sembrava di essere colpevole di qualcosa, ma cosa? Non c'era nulla di male in ciò che stava succedendo, eppure il mio cuore sembrava non capirlo. "Eh... sì e no." risposi, cercando di essere il più vago possibile. Non volevo che continuasse a farmi domande, ma sapevo che dovevo spiegarmi meglio. "Il dolore alla testa va e viene, ma cerco di ignorarlo. Il braccio mi fa male solo se lo tocco. Non ho molta voglia di mettere la pomata o prendere le medicine."

Non feci in tempo a finire la frase che sentii Kageyama fare quel solito suono irritato. Era pronto a sgridarmi per non aver seguito le sue indicazioni come al solito. Ero già preparato a ricevere uno dei suoi discorsi, ma all'improvviso, il suo rimprovero non arrivò. Al contrario, le sue braccia si mossero inaspettatamente, circondando delicatamente la mia vita.

Mi irrigidii all'istante. Le sue braccia erano così calde, così sicure. Sentivo il suo petto premere leggermente contro la mia schiena, il suo respiro caldo e regolare sfiorare la pelle del mio collo. Il battito del cuore, che avevo cercato di controllare fino a quel momento, esplose in un ritmo irregolare e incontrollabile. "C-Che stai facendo?" La mia voce tremava, non riuscivo a mascherare l'imbarazzo. Volevo dirgli di smetterla, ma le parole mi rimasero bloccate in gola. E poi... il suo respiro continuava a scaldarmi il collo. Capii in un attimo che non c'era niente di strano in quello che stava facendo. Kageyama stava solo dormendo.

"Kageyama?" lo chiamai piano, ma non ci fu alcuna risposta. Rimasi fermo per qualche secondo, cercando di capire cosa fare. Il suo respiro era così calmo, così tranquillo. Quella tranquillità cominciava a invadermi, a calmarmi. Per quanto fosse strano, non mi sentivo più nervoso.

Mi voltai lentamente, facendo attenzione a non svegliarlo. Ora il suo viso era proprio davanti al mio. Le sue braccia continuavano a stringermi, e il calore che emanava era rassicurante. Non sapevo cosa pensare. La sua vicinanza mi faceva sentire sicuro, ma allo stesso tempo mi metteva addosso una strana sensazione. Forse era proprio questo che mi aveva fatto sempre piacere stare con lui. Per quanto mi sgridasse, per quanto fosse duro con me, alla fine trovava sempre un modo per farmi sentire al sicuro, protetto.

Affondai lentamente il viso contro il suo petto, lasciando che il suo odore di mirtillo mi riempisse i polmoni. Mi chiesi se fosse sempre stato così. Se Kageyama avesse sempre avuto quel profumo dolce che non avevo mai notato prima. Sapeva di qualcosa di buono, qualcosa che mi dava una sensazione di calore e di casa.

Mi strinsi di più contro di lui, cercando di nascondere quel sorriso stupido che mi era comparso sulle labbra. Non volevo svegliarlo, ma non riuscivo a trattenere il desiderio di essere più vicino a lui. Era come se quel momento fosse troppo perfetto per rovinare tutto.

Mentre i miei occhi si chiudevano piano, la stanchezza cominciava a prendere il sopravvento, ma prima che il sonno mi vincesse del tutto, sussurrai a bassa voce, con un filo di timore. "Tobio, mi piaci." Non mi aspettavo una risposta, e infatti non ci fu. Rimasi lì, abbracciato a lui, con il battito del suo cuore che mi cullava dolcemente.

Ero consapevole che il giorno dopo, probabilmente, tutto sarebbe stato come sempre. Kageyama non avrebbe mai saputo di quel momento, e nemmeno io avrei trovato il coraggio di dirglielo davvero. Ma per ora, tutto sembrava perfetto così com'era. Con lui che mi stringeva, e io che mi sentivo finalmente tranquillo, nel posto giusto.

?

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora