Capitolo 45

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Hinata pov:

Dopo aver finito la cioccolata, mi sentii leggermente più rilassato, ma il peso della conversazione con mia madre era ancora presente. Proprio in quel momento, il mio telefono vibrò sul tavolo. Lo afferrai e vidi che era un messaggio da Kenma.

"Ehi, come va? Mi racconti com'è andato il weekend con Kageyama?"

Un sorriso mi spuntò sul viso. Kenma era sempre diretto e sapeva esattamente dove colpire. Mi alzai in fretta dal divano e corsi in camera mia, chiudendo la porta dietro di me. Lo chiamai immediatamente. Dopo pochi squilli, rispose con il suo solito tono calmo e un po' svogliato.

"Ah, Shoyo, ciao."

"Kenma!" Dissi, cercando di nascondere l'agitazione. "Ho un sacco di cose da raccontarti."

"Dimmi pure." Disse, con il solito tono paziente e curioso. "Come è andata?"

"Beh, è stato... Bello, penso." Iniziai a raccontargli tutto. Di come Kageyama fosse stato gentile, di come ci fossero stati momenti in cui mi ero sentito davvero vicino a lui. "Abbiamo passato dei momenti piacevoli insieme. E Natsu era davvero appiccicata a lui. È stato quasi imbarazzante."

Kenma rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo su ciò che avevo detto. "Sembra che le cose tra te e Kageyama stiano andando bene. Ti sei divertito?"

"Sì... Sì, mi sono divertito molto. Ma c'è di più." La mia voce si abbassò, il mio viso si incupì. Kenma lo notò subito, perché la sua voce cambiò.

"Cosa c'è che non va, Shoyo?"

Sospirai. "Ho parlato con mia madre. Le ho detto cosa provo per Kageyama."

"Davvero?" Kenma sembrava sorpreso. "E cosa ti ha detto?"

"È stata sorprendentemente comprensiva. Mi ha detto che l'amore non è mai una cosa sbagliata, e che vuole solo che io sia felice." Mi fermai per un momento, sentendo ancora il peso delle parole di mia madre. "Ma io... io non so cosa pensa Kageyama. Non so se ricambia."

Kenma si prese qualche secondo prima di rispondere. "Beh, dal modo in cui te ne parli, sembra che tra voi ci sia già qualcosa di speciale. Forse non hai bisogno di preoccuparsi così tanto."

"È solo che..." Iniziai a dire, ma poi mi interruppi. Era difficile spiegare la confusione che sentivo dentro di me. "Ho paura, Kenma. E se lo perdessi come amico? Non so cosa fare."

"È normale avere paura, Shoyo." Disse lui, con il suo solito tono tranquillo. "Ma se non gli dici come ti senti, vivrai sempre con questo dubbio. Potresti non sapere mai cosa potrebbe succedere tra di voi."

Le sue parole mi fecero riflettere. Aveva ragione. Tenere tutto dentro non avrebbe risolto nulla. Ma anche solo pensare di confessarmi a Kageyama mi faceva sentire vulnerabile.

Alla fine della chiamata, Kenma mi diede un ultimo consiglio. "Fai un passo alla volta, Shoyo. Nessuno ti chiede di risolvere tutto subito. Ma non smettere di essere te stesso con Kageyama."

"Grazie, Kenma." Dissi, sentendomi un po' più sollevato. "Sei sempre di grande aiuto."

Dopo la chiamata con Kenma, decisi che una doccia mi avrebbe aiutato a rilassarmi. La giornata era stata lunga, e avevo bisogno di staccare, almeno per un po'. Entrai nel bagno e lasciai che l'acqua calda riempisse l'aria di vapore, togliendomi i vestiti con movimenti meccanici. Mi guardai per un attimo allo specchio, gli occhi stanchi, i capelli arruffati. Aprii l'acqua e mi misi sotto il getto, lasciandomi avvolgere dal calore che scorreva lungo il mio corpo.

Chiusi gli occhi e per qualche istante tutto sembrava più leggero. Ma poi, senza preavviso, i ricordi di quel pomeriggio con Kageyama iniziarono a riaffiorare. Rividi quella scena in cui eravamo in camera mia, quando Kageyama era caduto goffamente su di me. I nostri bacini si erano scontrati, il suo respiro che si mescolava al mio, le nostre labbra che si erano sfiorate. Un battito di ciglia e le nostre bocche erano quasi... quasi...

Il ricordo di quel contatto mi fece stringere la mascella. Il cuore prese a battermi forte nel petto, e sentii un'ondata di calore improvvisa scendere lungo il mio corpo. Senza accorgermene, il mio respiro divenne più pesante, e subito avvertii una tensione crescente nel basso ventre. Era una sensazione familiare, ma questa volta era più intensa, più travolgente. Ero eccitato.

Cercai di scacciare l'immagine di Kageyama, ma era impossibile. Ogni dettaglio di quel momento mi tornava in mente: il suo corpo così vicino al mio, il modo in cui i nostri bacini si erano scontrati, e poi quel lieve, impercettibile tocco delle sue labbra sulle mie. Solo un attimo, ma sufficiente a far ribollire qualcosa dentro di me. Mi mordicchiai il labbro, cercando di concentrarmi sull'acqua che scorreva, ma il mio corpo sembrava non voler collaborare.

Le mie mani si appoggiarono contro il muro della doccia, mentre il getto caldo scorreva senza sosta. Ogni muscolo era teso, e più cercavo di ignorare ciò che stava succedendo, più il desiderio cresceva dentro di me. Il pensiero di cosa sarebbe successo se fossimo rimasti così, se le nostre labbra si fossero incontrate davvero, mi faceva venire i brividi.

Sentivo un formicolio lungo la schiena, mentre il mio corpo reagiva sempre di più a quei pensieri. Mi sentivo in colpa, imbarazzato per ciò che stavo provando, ma allo stesso tempo non riuscivo a fermarmi. Non era solo il contatto fisico, era tutto: la sua presenza, il modo in cui mi guardava a volte, senza dire una parola. E io, io che mi ritrovavo a desiderarlo così, con una forza che non riuscivo a spiegare.

Mentre l'acqua calda scorreva sulla mia pelle, la mia mente ritornò a quel momento in cui Kageyama era caduto su di me.
Ogni volta che ci pensavo, il mio cuore iniziava a battere più forte, e non riuscivo a ignorare l'eccitazione che cresceva in me.

Mentre continuavo a lavarmi, non potei fare a meno di pensare a quanto Kageyama mi attirasse. Il mio corpo sembrava rispondere a quel pensiero, e una sensazione di calore si diffuse in me. Iniziai a scivolare la mano lungo il mio corpo bagnato, sentendo la pelle scivolosa sotto le dita. Mi fermai un attimo, respirando profondamente, poi il mio sguardo si posò sulle mie parti intime, e un impulso irrefrenabile mi colpì.

Con il cuore che batteva forte, cominciai a toccarmi, lasciando che la mia mente si perdesse nel ricordo di Kageyama. Immaginavo i suoi occhi scuri fissi nei miei, il modo in cui il suo corpo si era avvicinato al mio, e ogni volta che chiudevo gli occhi, il ricordo di quel bacio sfiorato tornava a farmi vibrare.

Non potevo più resistere a quella sensazione. Ogni tocco, ogni movimento era amplificato dall'immagine di lui nella mia mente. Il calore dell'acqua e il pensiero di Kageyama mi facevano sentire vivo e desideroso, come se quel momento di intimità fosse un modo per avvicinarmi a lui, anche solo nella mia fantasia.
Mi lasciai andare a quella sensazione, mentre le gocce d'acqua scivolavano lungo il mio corpo, accompagnando il ritmo del mio respiro e della mia eccitazione.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora