Kageyama pov:
Camminavamo lungo la strada, con Natsu che ci saltellava intorno, piena di energia. Ad un certo punto, mi sentii osservato e, senza sorpresa, la piccola si girò verso di me con un'espressione curiosa.
"Come ti chiami?" Chiese, fermandosi improvvisamente di fronte a me, bloccando il nostro cammino.
"Kageyama Tobio." Risposi con calma, cercando di non sembrare infastidito.
Lei batté le mani, entusiasta. "Lo sapevo! So tutto di te. Shoyo parlava sempre di te quando ci allenavamo insieme nelle recensioni."
A quelle parole, vidi Hinata irrigidirsi accanto a me. Lo guardai, notando che il rossore gli stava salendo alle guance. Era evidente che non si aspettava che sua sorella dicesse qualcosa del genere.
"Natsu!" La rimproverò, cercando di cambiare argomento, ma il danno era già fatto.
Non potei fare a meno di sorridere dentro di me. Hinata parlava di me, spesso a quanto pare. '1 a 0, Mei.' Pensai, con una leggera soddisfazione. La gelosia di poco prima sembrava svanita, sostituita da un sottile orgoglio.
Ma Natsu non si fermò lì. Continuava a lanciarmi domande, una dopo l'altra. "Come mai ti alleni così tanto? Ti piace pallavolo? Sei forte come mio fratello? A cosa pensi quando giochi? Ti piace la scuola? Che fai nel tempo libero?"
Rispondevo con frasi brevi, cercando di mantenere la conversazione leggera, ma Natsu era inarrestabile. Il suo entusiasmo era contagioso, anche se un po' logorante. Hinata intanto osservava la scena, visibilmente divertito e leggermente imbarazzato.
Poi, all'improvviso, arrivò la domanda che non mi aspettavo. "Hai una fidanzata, Tobio?"
Sentii subito lo sguardo di Hinata su di me. Si era girato di scatto, come se la domanda lo avesse colpito più di quanto volesse ammettere. Mi fermai per un attimo, sorpreso dalla domanda diretta della bambina, ma decisi di rispondere con sincerità.
"No." Dissi semplicemente.
Natsu, con la sua tipica innocenza, spalancò gli occhi come se avesse appena scoperto qualcosa di incredibile. "Davvero? Ma sei così bello! È strano che tu non abbia una ragazza."
Hinata arrossì ancora di più, guardando altrove, forse per evitare di incrociare il mio sguardo. Io, invece, cercai di non reagire troppo, anche se le parole di Natsu mi avevano colto alla sprovvista.
Continuammo a camminare, e dopo un po' Natsu iniziò a rallentare. Il suo passo energico si fece sempre più lento fino a quando, con un piccolo sbadiglio, disse: "Sono stanca... Tobio, mi porti sulle spalle?"
Mi fermai e la guardai per un attimo. Di solito non facevo queste cose, ma c'era qualcosa nella sua voce e nella sua espressione che mi fece abbassare la guardia.
"Va bene." Dissi, chinandomi per farla salire sulla mia schiena.
Sentii il suo peso leggero mentre si sistemava, avvolgendomi le braccia intorno al collo. In pochi minuti, i suoi respiri si fecero più lenti e regolari. Si era addormentata.
Hinata ci guardava camminare, con un sorriso gentile dipinto sul volto. Io invece camminavo con la piccola Natsu sulle spalle, cercando di non svegliarla. Anche se era una situazione un po' insolita per me, non riuscivo a non pensare che, in un modo o nell'altro, mi sentivo a mio agio.
Camminavamo in silenzio per le vie del quartiere, io con Natsu ancora addormentata sulle spalle e Hinata che mi seguiva a pochi passi di distanza. La quiete del momento era quasi surreale, considerando tutto ciò che era successo quel giorno. Mentre mi perdevo nei miei pensieri, sentii un leggero strattone al tessuto della mia felpa. Abbassai lo sguardo e vidi Hinata che mi tirava piano per la manica.
Mi girai verso di lui, incuriosito, e incontrai i suoi occhi che, per qualche motivo, sembravano più luminosi del solito. "Che c'è?" Gli chiesi, cercando di mantenere il tono della voce neutro, anche se la vicinanza tra noi mi faceva sentire leggermente nervoso.
Hinata esitò un attimo, come se stesse cercando le parole giuste. Poi, con un mezzo sorriso timido, disse: "Potremmo passare a casa tua... per prendere dei vestiti. Mi piacerebbe... passare un altro po' di tempo insieme a te."
Le sue parole mi colpirono dritto al petto, e per un attimo mi mancò il respiro. Il calore mi salì al viso, e sapevo di star arrossendo, anche se cercavo di nasconderlo. Hinata voleva stare ancora con me? Non riuscivo a crederci. Di solito era lui quello che aveva sempre da fare, sempre impegnato con allenamenti o altre cose.
"Certo..." Risposi, la voce più bassa di quanto volessi. "Possiamo passare a casa mia." Cercai di mascherare l'emozione che sentivo, ma non ero sicuro di quanto ci riuscissi.
Hinata sorrise con un'aria soddisfatta, quel suo solito sorriso sincero che mi faceva sempre sentire... strano, in un modo che non sapevo descrivere.
Ci dirigemmo verso casa mia, camminando tranquilli per le strade ormai familiari. Natsu dormiva ancora, il suo respiro regolare e leggero contro il mio collo. Pensai che sarebbe stato meglio prenderle un cuscino una volta a casa, non volevo che si svegliasse troppo presto e fosse stanca.
Arrivammo davanti alla porta di casa mia, e per un attimo mi sentii strano nel dover invitare Hinata dentro. Non era la prima volta che veniva da me, ma qualcosa nell'aria rendeva la cosa diversa, quasi intima.
Posai Natsu delicatamente sul divano, facendo attenzione a non svegliarla. Poi mi voltai verso Hinata, che mi osservava con curiosità.
"Vado a prendere i vestiti." Dissi, dirigendomi verso la mia camera. Presi un cambio per la notte e uno per il giorno dopo, esitando per un secondo davanti all'armadio. Era strano, ma l'idea di trascorrere la notte con lui mi faceva sentire... euforico, come se fosse una cosa nuova e speciale.
Tornai in soggiorno, trovando Hinata che si era seduto accanto a Natsu, una bambina di statura minuta, con un fisico agile e snello, tipico di una bambina molto attiva. I suoi capelli arancioni, corti e leggermente arruffati, sono spesso raccolti in un'acconciatura semplice o lasciati liberi, ricadendo fino alle spalle. Ha occhi grandi e luminosi, di un caldo color marrone, simili a quelli di Hinata, che esprimono tutta la sua curiosità e vivacità. Il suo viso ha lineamenti delicati e una pelle chiara, spesso illuminata da un sorriso contagioso.
osservandola dormire con un sorriso affettuoso. Mi fermai per un attimo, guardandoli da lontano. Quel momento, così semplice, aveva qualcosa di perfetto. Ero davvero felice.
"Pronto?" Gli chiesi, mentre sollevavo lo zaino con dentro i miei vestiti.
Hinata si voltò verso di me, annuendo. "Sì, andiamo."
Uscimmo di nuovo, pronti a tornare verso casa sua per continuare la giornata, o meglio, la serata. Dentro di me, però, sapevo che questa giornata non sarebbe stata come le altre.
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I need you. //Kagehina//
RomanceHinata Shoyo e Kageyama Tobio litigano pesantemente dopo la sconfitta contro il Grande Re durante il torneo di preliminari prefetturali. Nonostante il rancore, il loro silenzio dura solo fino a quando Hinata si ammala di influenza. Kageyama, dimostr...