Capitolo 15

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Narratore pov:

Hinata si svegliò di soprassalto, con il suono insistente del campanello che gli rimbombava nella testa. Si girò sul letto, cercando di orientarsi. Il suo corpo sembrava pesante, dolorante, e ogni respiro gli bruciava la gola.

Allungò una mano tremante verso il comodino e prese il cellulare. Gli occhi si strinsero alla luce dello schermo: erano già le 14:30.

'Ho davvero dormito così tanto?' Pensò, confuso. Si sentiva terribilmente stanco, come se ogni singolo muscolo fosse stato tirato e contorto per ore. Un brivido gli percorse la schiena. Il naso era un completamente chiuso, e il mal di testa martellante non faceva che peggiorare il suo stato.

Il campanello suonò di nuovo, ancora più forte questa volta, come se qualcuno avesse perso la pazienza. Si alzò con fatica, quasi inciampando mentre si dirigeva verso la porta.

Abbassò lo sguardo e vide Isagi, il suo gatto, accucciato ai piedi del letto. Lo prese in braccio, sussurrandogli qualcosa per rassicurarlo, e con un leggero sforzo lo portò giù con sé, accarezzandogli la testa mentre si avviavano verso l'ingresso.

Ogni passo sembrava richiedere uno sforzo sovrumano, e il suo corpo ribolliva sotto la febbre che iniziava a salire.

Aprì la porta con un movimento lento, e il cuore gli balzò in gola quando vide Kageyama lì, in piedi sul suo ingresso. Le guance di Kageyama erano rosse, come se avesse corso tutto il tragitto fino a casa sua, e c'era una strana espressione nei suoi occhi che Hinata non riusciva a decifrare.

In realtà, Tobio era arrossito alla vista delle cosce di Shoyo. Stava indossando una felpa larga e dei pantaloncini corti che aderivano alle sue gambe, rivelando la forma snella e muscolosa. Per un attimo, il suo respiro si bloccò. 'Dannazione... è davvero sexy così' Pensò, sentendo il calore salire alle guance. Cercò di ricomporsi, sperando che non notasse il suo rossore.

"Kageyama?" sussurrò Hinata, incredulo. "Che ci fai qui?"

Per un momento Kageyama sembrò perso, quasi in imbarazzo, ma poi riprese il controllo. "Sei stato assente tutto il giorno e non rispondevi ai messaggi." rispose, cercando di mascherare l'agitazione con la sua solita freddezza. "Mi sono preoccupato."

Hinata sentì una strana sensazione di calore nel petto, come se le parole di Kageyama avessero dissipato, anche solo per un momento, la febbre che lo opprimeva. "Davvero si è preoccupato per me?" si chiese, sentendo un piccolo sorriso sfiorargli le labbra. "Oh... grazie." mormorò.

Kageyama annuì e fece un passo avanti. "Accomodati sul divano," disse Hinata mentre indicava il soggiorno.

Il salotto di Hinata era luminoso e accogliente, con un divano grigio chiaro e un tavolino davanti. Sulla parete c'era una TV e alcuni oggetti decorativi. Il pavimento era coperto da tappeti e le finestre avevano piante sui davanzali.

Mentre seguiva Hinata verso il soggiorno, non poté fare a meno di notare il sedere di Hinata stretto in quei pantaloncini, il che gli provocò un'imbarazzante erezione. Cercò di coprire la reazione con un cuscino mentre si sedeva sotto lo sguardo confuso di Hinata che non ci diede peso.

"Ti porto qualcosa da bere?" aggiunse, tenendosi la testa con una mano per il dolore pulsante.

Kageyama lo fissò per un momento, notando la mano di Hinata sulla fronte. "No, Hinata, siediti anche tu," disse con voce ferma, "Non ti preoccupare, non ho bisogno di nulla."

Hinata cercò di protestare, ma Kageyama si avvicinò rapidamente e gli afferrò la mano, spingendolo delicatamente verso il divano. "Yukine era preoccupato per te." continuò: "Mi ha detto che ti ha mandato un sacco di messaggi. Vuole solo sapere che stai bene."

Hinata annuì leggermente, cercando di non mostrare quanto fosse stanco e debole. "Oh... capisco." mormorò, con un mezzo sorriso.

Kageyama fissava Hinata, il suo sguardo serio come al solito, ma c'era qualcosa di diverso. Sembrava che stesse esaminando ogni dettaglio del viso di Hinata, forse preoccupato per il rossore evidente. "Hinata." iniziò, "hai la febbre?"

"Non lo so." rispose Hinata. "Ieri era a 39.4... ma non ho controllato oggi."

Le sopracciglia di Kageyama si aggrottarono e fece un respiro profondo. "Dove posso trovare un termometro?"

"In cucina, dovrebbe esserci un termometro nel primo cassetto." rispose Hinata, cercando di ricordare tra la nebbia della sua mente dolorante.

Kageyama annuì, si alzò e si diresse verso la cucina senza dire altro. Hinata lo sentì frugare nei cassetti e, dopo qualche momento, Kageyama tornò con il termometro in mano. "Hinata, metti questo sotto la lingua." gli ordinò, nonostante fosse un po' imbarazzato.

"Trentotto e tre," annunciò Kageyama, togliendo il termometro da sotto la lingua di Hinata. "È abbastanza alta..." aggiunse con un'espressione turbata.

Hinata si strinse nelle spalle, cercando di ignorare la stanchezza che gli pesava addosso. "Sto bene, più o meno."

Kageyama non sembrava convinto. 'Insomma hai il naso chiuso, un dolore allucinante alla testa e un braccio malandato e tu stai bene? Sempre il solito.' Pensò il corvino.

All'improvviso, Isagi saltò sulle gambe di Kageyama, miagolando forte. Tobio, colto di sorpresa, scoppiò a ridere genuinamente, accarezzando il gatto che si strofinava contro di lui. Hinata lo osservò sbalordito: non aveva mai visto Kageyama ridere così, con quella spontaneità.

"Come si chiama?" chiese Kageyama, ancora sorridendo, mentre continuava ad accarezzare Isagi.

"Isagi," rispose Hinata, un po' confuso dal comportamento del corvino. "Potresti dargli da mangiare? Il suo cibo è in frigo."

Kageyama annuì, si alzò e si diresse verso la cucina. Dopo qualche minuto tornò, versando il cibo per Isagi nella ciotola. Il gatto si precipitò a mangiare, e Kageyama lo osservò con un sorriso soddisfatto. Poi si girò verso Hinata, improvvisamente serio.

Kageyama continuò a scrutare Hinata. "Hai mangiato qualcosa?" gli chiese, e Hinata notò una leggera preoccupazione nella sua voce.

Hinata scosse la testa lentamente. "No, non avevo fame. Inoltre, mia madre sarà via per qualche giorno e... non avevo molta voglia di cucinare." mormorò.

Kageyama sembrò pensare per un momento, poi con una decisione improvvisa dichiarò: "Allora ti farò la pasta. Mi prenderò cura di te per farmi perdonare... anche perché sembri davvero messo male."

Hinata non seppe cosa rispondere. Non era da Kageyama preoccuparsi così apertamente per qualcuno, e il pensiero lo colse di sorpresa.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora