Capitolo 41

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Kageyama pov:

Quella donna era... Bellissima.

La porta si spalancò, rivelando una donna dai lunghi capelli neri che scivolavano sulle spalle con eleganza. I suoi occhi ambrati, chiarissimi, si posarono prima su Natsu, che si precipitò ad abbracciarla con l'entusiasmo tipico di una bambina, e poi su Hinata e me. Indossava abiti di classe, un tailleur nero con una camicetta bianca impeccabile, ogni dettaglio del suo aspetto trasmetteva compostezza e grazia.

"Mamma!" gridò Natsu con un sorriso radioso, stringendosi a lei. "Sei tornata!"

"Eccomi qui, piccola mia." rispose lei con dolcezza, accarezzandole i capelli. La sua voce era calda, ma allo stesso tempo misurata, proprio come il suo aspetto. Si abbassò leggermente per incontrare lo sguardo della figlia. "Stavi bene senza di me?"

"No, mi sei mancata tanto mamma!" rispose Natsu, tutta eccitata. "Oggi Tobio-nii mi ha svegliata e ha fatto la colazione... O forse pranzo, insomma è mezzogiorno e mezzo."

Le sue parole fecero posare lo sguardo della donna su di me. Per un attimo, fui consapevole della sua presenza elegante, e sentii il mio corpo irrigidirsi. Hinata non aveva ancora detto nulla, sembrava quasi congelato dallo stupore.

"Shoyo, chi è questo bel giovanotto?" chiese la donna, senza staccare gli occhi da me. La sua voce, anche se gentile, aveva una certa autorità.

Hinata aprì la bocca per rispondere, ma io lo anticipai. "Sono... Kageyama Tobio. È un piacere conoscerla, signora Hinata." cercai di mantenere la calma, rivolgendo un leggero inchino, ma il mio cuore batteva un po' più forte del normale.

Lei mi osservò per un attimo, con un sorriso appena accennato, e poi all'improvviso il suo viso si illuminò. "Senti un po'..." disse con un tono più rilassato. "Smettiamola con tutte queste formalità! Puoi pure chiamarmi Maki, o rivolgerti a me col tu. E poi, è come se ti conoscessi già. Shoyo mi parla sempre di te!"

"Mamma!" Hinata arrossì di colpo, gridando con una voce piena di imbarazzo. "Non è vero! Non parlo sempre di lui!"

La donna, o meglio, Maki, scoppiò a ridere, una risata sincera e vivace che sembrava illuminare tutta la stanza. Sembrava che tutto quel contegno fosse solo una facciata. "Shoyo, non fare il timido adesso!" disse, mentre gli dava un colpetto affettuoso sulla spalla.

Nel frattempo, io mi sentivo un po' a disagio, non abituato a quel tipo di atmosfera familiare così aperta. "Beh, ehm..." dissi, cercando di riprendere il controllo della situazione. "Ha già mangiato? Se vuole, signora, c'è un piatto in più. Può unirsi a noi per colazione."

Maki gettò un'occhiata al tavolo e poi sorrise di nuovo. "Oh, grazie mille, Tobio. Accetto volentieri! Anche perché non avevo tempo per mangiare nulla." Si sedette con un'eleganza innata, ma subito dopo cominciò a chiacchierare con un tono molto più informale. "Devo dire, sei davvero bravo in cucina! Non avrei mai immaginato!"

Hinata era ancora rosso in viso, mentre io cercavo di nascondere il mio imbarazzo. "È solo una colazione semplice." risposi, cercando di mantenere un tono tranquillo.

Ma Maki non si fermava. "Dimmi, Tobio, giochi a pallavolo con Shoyo, giusto? Lui non fa altro che parlare della tua bravura!" continuava con entusiasmo. "E poi, sembra che tu gli stia molto simpatico."

"Mamma!" ripeté Hinata, spingendo leggermente la sedia. "Per favore!"

Maki sorrise maliziosa al figlio, mentre lui cercava disperatamente di evitare il suo sguardo, visibilmente imbarazzato. "Oh, ma è la verità, Shoyo!" insistette. "Non devi vergognarti di dire che ammiri il tuo amico. È un complimento, no?"

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora