Capitolo 28

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Kageyama pov:

Hinata alzò finalmente lo sguardo dal telefono, interrompendo il silenzio che si era creato tra di noi. I suoi occhi incontrarono i miei, mentre cercavo di concentrarmi sul toast davanti a me, ma il fastidio era evidente.

"Kageyama." Iniziò Hinata con un tono quasi casuale. "Che ne dici di uscire più tardi? Yukine e Kuroko stanno organizzando qualcosa, possiamo andare tutti insieme."

Smettei di spalmare il burro sul toast e alzai lo sguardo verso di lui, il cuore che batteva più forte di quanto volessi ammettere. "Yukine e Kuroko?" Ripetei, cercando di nascondere il fastidio nella voce.

Kuroko era un amico di Yukine dai tempi delle medie. Anche se molto silenzioso e timido, si era legato a Hinata quasi subito, con quel suo modo tranquillo e riservato. Non avevo nulla contro di lui, ma non potevo fare a meno di sentirmi a disagio. Perché Hinata si trovava così bene anche con loro?

Hinata annuì con un sorriso, come se la proposta fosse la cosa più naturale del mondo. "Sì, pensavo potesse essere divertente. Non usciamo mai tutti insieme, no?"

Mi sentii improvvisamente stretto in una morsa di emozioni contrastanti. Da un lato, l'idea di passare del tempo con Hinata mi piaceva, ovviamente. Ma l'idea di doverlo condividere con Yukine e Kuroko mi infastidiva. Non riuscivo a capire perché quegli altri due dovessero sempre essere coinvolti. Perché non potevamo semplicemente passare del tempo noi due, da soli?

"Non lo so." Risposi, cercando di mantenere il tono indifferente. "Non sono sicuro di volerci andare."

Hinata mi guardò per un momento, come se stesse cercando di capire qualcosa. Poi tornò a sorridere, senza insistere. "Come vuoi. Ma sarebbe bello se venissi."

Mi alzai dal tavolo, presi il piatto vuoto e il coltello usato per spalmarci sopra il burro. Mi diressi verso il lavandino, cercando di ignorare il tumulto di pensieri che mi attraversavano la mente. Mentre facevo scorrere l'acqua sui piatti, senza guardare Hinata, lasciai cadere la decisione con un tono quasi casuale.

"Va bene, vengo con voi."

Hinata mi guardò, sorpreso, e un sorriso gli illuminò subito il viso. "Davvero?" Esclamò, alzandosi leggermente dalla sedia. "Perfetto! Dobbiamo essere al bar per le sei. Manca un'ora."

Annuii, continuando a lavare i piatti, ma dentro di me lottavo per non lasciar trasparire troppo. Sapevo che quella sarebbe stata un'occasione per stare con Hinata, anche se non esattamente come volevo. Ma non volevo nemmeno sembrare freddo o distaccato, così mi convinsi che andava bene così.

"Fai in fretta a prepararti." Aggiunsi, con un tono più leggero.

Finito di lavare i piatti, asciugai velocemente le mani e osservai Hinata che si alzava con calma. "Vai tu prima a cambiarti." Dissi con un mezzo sorriso. "Sei sempre più lento."

Hinata mi guardò, un po' perplesso, ma poi scrollò le spalle. "Va bene, tanto ci metto due minuti." Detto questo, il ragazzo si allontanò, dirigendosi verso la sua stanza.

Lo osservai uscire e finii di sistemare la cucina, rimuginando su ciò che ci aspettava quella sera. *Kuroko, Yukine... Perché deve sempre coinvolgere loro?* Pensai, una punta di gelosia che si faceva strada nel petto. Non volevo dare troppa importanza alla cosa, ma non riuscivo a evitare che il pensiero mi tormentasse.

Una volta finito, decisi di andare a vedere cosa stesse combinando Hinata. Mi diressi verso la sua stanza, bussando leggermente alla porta. "Posso entrare?"

"Entra pure!" Rispose Hinata da dentro.

Aprii la porta e mi fermai subito sulla soglia. Hinata era lì, a petto nudo, con solo dei jeans neri addosso. I suoi capelli erano ancora arruffati, e sembrava confuso mentre fissava l'armadio, indeciso su quale felpa indossare. Il mio cuore fece un leggero balzo, ma cercai di non lasciarmi distrarre.

Hinata si voltò leggermente verso di me. "Non so cosa mettere..." Iniziò a dire, ma prima di poter finire la frase, improvvisamente la luce nella stanza si spense.

Sobbalzò, spaventato dal blackout improvviso. In un istante, sentii qualcosa aderire al mio corpo, premendosi contro di me. Hinata si era aggrappato istintivamente al mio petto, cercando conforto nella mia vicinanza.

Il suo corpo era caldo contro il mio, e l'oscurità nella stanza sembrava amplificare ogni tocco. Mi irrigidii per un attimo, sorpreso dalla vicinanza così improvvisa, ma non mi mossi. Il profumo familiare di arance mi riempì le narici, facendomi battere il cuore ancora più forte.

"Hinata..." Sussurrai a fatica, mentre lui mi stringeva sempre più forte.

Il buio avvolgeva la stanza, e la presa di Hinata sul mio petto era ancora forte. Sentivo il suo respiro accelerato contro di me, segno che il blackout lo aveva davvero spaventato. In quel momento, non potevo fare a meno di sentire una profonda tenerezza per lui.

"Hinata..." Mormorai, cercando di mantenere la voce calma, "Non è nulla, solo un blackout."

Ma Hinata non si mosse. Era ancora lì, aggrappato a me come se la luce non sarebbe mai tornata. Senza pensarci troppo, feci scivolare una mano tra i suoi capelli bagnati sulle punte, iniziando a carezzargli la testa delicatamente. Era un gesto istintivo, quasi inconsapevole, ma mi venne naturale in quel momento.

"Sono qui." Sussurrai, continuando a muovere la mano tra i suoi capelli, cercando di tranquillizzarlo.

Hinata alzò lentamente lo sguardo verso di me, i suoi occhi grandi e lucidi, quasi imbarazzato per il suo stesso comportamento. "Scusa..." Mormorò, la voce appena un soffio.

Lo guardai, il mio cuore battendo forte nel petto, e sentii una strana calma scendere su di me. "Non devi scusarti." risposi, la mia voce più morbida del solito. "Succede."

Restammo così per qualche secondo, in silenzio. La mia mano ancora tra i suoi capelli, e Hinata che sembrava più calmo, anche se non aveva ancora lasciato completamente la presa sul mio corpo.

Quando infine la luce tornò, Hinata si staccò lentamente, ma non sembrava voler andare troppo lontano. Mi guardò con quel suo sorriso timido, come se volesse dire qualcosa, ma non trovasse le parole. Io, invece, mi sentivo stranamente più leggero, come se quel semplice contatto avesse tolto via tutto il mio fastidio di prima.

"Ti senti meglio ora?" Chiesi, cercando di spezzare quel silenzio che cominciava a farsi troppo intenso.

Hinata annuì, ancora un po' imbarazzato. "Sì... Grazie, Kageyama."

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora