Capitolo 39

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Kageyama pov:

Mi svegliai lentamente, con una sensazione di calore avvolgente. Il sole non era ancora completamente alto, ma la luce che filtrava attraverso le tende illuminava debolmente la stanza. Mi resi conto di non essere solo. Il mio corpo era incredibilmente vicino a quello di Hinata, tanto che potevo sentire il suo respiro lento e regolare sul mio petto.

Mi ci vollero alcuni istanti per ricordare cosa fosse successo. Mi ero addormentato abbracciandolo? Il calore del suo corpo mi aveva fatto rilassare così tanto da crollare in un sonno profondo. E adesso, le mie braccia erano ancora strette intorno alla sua vita, e lui... era praticamente affondato contro di me. Sentivo il suo viso premuto sul mio petto e il suo respiro tranquillo. Non avevo mai dormito così vicino a qualcuno, e l'intimità del momento mi colpì duramente.

Il mio battito iniziò a crescere. Come diamine eravamo finiti in questa situazione?

Provai a muovermi, ma Hinata si mosse appena, stringendosi ancora di più a me, come se non volesse che mi allontanassi. Mi bloccai sul posto, incerto su cosa fare. Dovevo svegliarlo? O forse era meglio restare fermo e aspettare che si svegliasse da solo?

Mentre riflettevo su tutto questo, un pensiero mi colpì all'improvviso. Perché mi piace così tanto stare qui, così vicino a lui? Non era solo per il calore del suo corpo o per il fatto che la sua presenza mi dava una sorta di tranquillità. Era qualcosa di più. Qualcosa che mi faceva battere il cuore in un modo strano, scomodo, ma allo stesso tempo... piacevole.

Cercai di reprimere quel pensiero, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo volto addormentato. Il suo occhio destro era appena visibile, socchiuso mentre dormiva serenamente. Mi persi in quell'occhio, cercando di capire cosa potesse sognare in quel momento. C'era qualcosa di magnetico nel modo in cui le sue ciglia si muovevano leggermente, come se fosse sul punto di svegliarsi ma volesse rimanere ancora immerso nei suoi sogni.

Poi, il mio sguardo scivolò verso le sue labbra. Erano morbide, rilassate. Non potevo fare a meno di ricordare tutte le volte che lo avevo visto parlare, gridare, sorridere. Quelle labbra che si muovevano sempre così velocemente sul campo, senza mai perdere un colpo. Ma adesso erano calme, quasi tentatrici, e mi resi conto di quanto avrei voluto sentirle dire il mio nome in quel tono sicuro che usava quando mi chiamava.

Prima che potessi rendermene conto, i miei occhi risalirono ancora, incontrando di nuovo i suoi. Questa volta, però, erano aperti. Mi bloccai. Hinata mi stava guardando, ancora mezzo addormentato, ma sveglio abbastanza da notare quanto fossi vicino. Non sapevo cosa dire, mi ero perso nei suoi dettagli, e ora ero lì, a fissarlo come uno stupido.

I suoi occhi si aprirono completamente, e per un attimo, rimanemmo così, immobili, senza dire una parola.

Sapevo che dovevo dire qualcosa, ma le parole mi morivano in gola.

Hinata pov:

Aprii lentamente gli occhi, ancora avvolto dal calore delle coperte. Sentivo una presenza accanto a me, e non ci misi molto a capire chi fosse. Kageyama era già sveglio, lo sapevo. Lo sentivo dal suo respiro più rapido, dal modo in cui sembrava trattenere ogni movimento. Alzai la testa piano, e quando i miei occhi incontrarono i suoi, capii che stava fissandomi.

I suoi occhi erano puntati su di me, precisamente sul mio viso... no, più precisamente, sul mio occhio destro. Il suo sguardo era intenso, quasi ipnotizzato. Mi sentii subito imbarazzato, il mio cuore iniziò a battere più forte. Il silenzio era soffocante, e non faceva altro che aumentare quella strana tensione tra noi. I suoi occhi, però, non si fermarono lì. Notai come si spostavano lentamente sulle mie labbra, rimanendo incollati lì per qualche secondo in più. Questo mi fece arrossire istantaneamente.

Il mio viso iniziò a diventare caldo, il che mi fece innervosire ancora di più. Era sempre lo stesso Kageyama, quello che mi guardava con indifferenza in allenamento, eppure adesso sembrava un'altra persona, qualcuno che mi osservava come se fossi l'unica cosa che riusciva a vedere. Anche lui era arrossito, potevo vederlo. Non ero l'unico a sentirmi così a disagio.

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo, con solo il rumore dei nostri respiri a riempire la stanza. Era troppo. Il cuore mi batteva così forte che pensai per un attimo di non poter più respirare. Dovevo fare qualcosa. Dovevo spezzare quel silenzio o sarei esploso. Mi schiarii la gola, ma quando aprii bocca, le parole mi uscirono goffe e deboli.

"Uh... devo andare a... a lavarmi i denti." Dissi, la voce tremante e più alta del normale. Sentivo il mio volto diventare ancora più rosso mentre cercavo di evitare il suo sguardo.

Kageyama non rispose subito, sembrava ancora ipnotizzato da qualcosa, ma quando mi mossi per alzarmi dal letto, finalmente distolse lo sguardo, guardando altrove, visibilmente imbarazzato.

"Tu... tu potresti andare a svegliare Natsu." Aggiunsi rapidamente, sperando che il mio tono sembrasse più naturale, ma la mia voce tremava ancora.

Non aspettai la sua risposta. Mi alzai dal letto quasi di scatto, cercando di sfuggire a quella situazione, e mi diressi verso il bagno. Il mio cuore non smetteva di martellare nel petto, e non riuscivo a smettere di pensare a come mi ero sentito con Kageyama che mi guardava in quel modo.

Una volta in bagno presi lo spazzolino versando una piccola dose di dentifricio sopra. Mi lavavoi denti davanti allo specchio, non riuscivo a smettere di ripensare a quello sguardo. Kageyama mi stava fissando così intensamente, come se stesse cercando di decifrare ogni singolo dettaglio del mio viso. Perché lo faceva? Mi guardava sempre così, o era solo una mia impressione?

Ogni volta che i suoi occhi si soffermavano su di me in campo, avevo sempre pensato che fosse per via della competizione, per il modo in cui ci sincronizzavamo durante le azioni. Ma lì, in quel momento così intimo, sembrava diverso. Sembrava che stesse cercando qualcosa di più, qualcosa che nemmeno io riuscivo a capire. E poi, le sue guance arrossate... era così strano vederlo così vulnerabile, così... vicino.

Il mio cuore batté più forte mentre sputavo il dentifricio nel lavandino. Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda, sperando che mi aiutasse a chiarire i pensieri. Ma non funzionava. La sensazione del suo sguardo era ancora lì, come se fosse stampata dentro di me. Cosa gli passava per la testa? E... perché a me piaceva così tanto quella vicinanza?

Mi toccai le labbra con la mano, chiedendomi se fosse stato solo il mio imbarazzo a farle sembrare così osservate. Forse stavo solo immaginando tutto... o forse no.

I need you.  //Kagehina//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora