13 "NOVE MAGGIO", Liberato

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Presente
Siria

Sono in piedi davanti allo specchio, indecisa su cosa indossare per l'uscita di stasera. Il Club Partenopeo è il nostro punto di ritrovo, e voglio essere sicura di fare una buona impressione.

Dopo un lungo momento di esitazione, decido di indossare un vestito nero aderente. Il tessuto scivola morbidamente lungo il mio corpo, con una scollatura profonda e sensuale che mi fa sentire elegante e provocante. I sottili laccetti sulla schiena scoperta lasciano intravedere un accenno di pelle, mentre la gonna avvolge i fianchi e arriva a metà coscia.

Abbino l'outfit con orecchini pendenti e una pochette argentata. Il trucco è leggero, ma accentua i miei lineamenti in modo raffinato.

Mentre mi guardo nello specchio, il telefono vibra sul letto. Vado a prendere il telefono e vedo un messaggio di Carmela.

Carmela:Siamo pronti per stasera? Club Partenopeo, come promesso!

Sospiro e mi sento un'onda di ansia crescere dentro di me. Quella serata a quattro con Carmela, Edoardo e Vincenzo è una possibilità per rimediare alla disastrosa uscita che avevo avuto con Vincenzo in precedenza.

Decido di rispondere subito, non senza un po' di apprensione.

Io:Promettimi che saremo solo noi quattro, ok? Non voglio sorprese, soprattutto con Ciro.

La risposta di Carmela arriva quasi immediatamente, accompagnata da una faccina sorridente che cerca di rassicurarmi.

Carmela:Sì, te lo prometto! Edoardo mi ha detto che Ciro è impegnato, quindi tranquilla. Solo noi quattro stasera, lo giuro.

Un sospiro di sollievo mi scappa involontariamente. Anche se non sono completamente convinta, la promessa di Carmela mi aiuta a calmarmi un po'.

Questa uscita a quattro era stata organizzata per dare una chance a Vincenzo e a me di sistemare le cose, e ora sento di dover fare del mio meglio per non deludere nessuno.

Con l'outfit scelto e tutto in ordine, mi avvicino alla porta. Non posso fare a meno di sentire una leggera ansia mentre scendo le scale e esco di casa.

Vincenzo mi aspetta in macchina, e vedo il suo sorriso quando mi avvicino.

«Sei bellissima, Siria.» Dice, lasciandomi un bacio sulla guancia.

«Grazie, Vincè.»

Durante il tragitto, non riesco a trattenermi dal rubare uno sguardo, e mi accorgo che anche lui ogni tanto mi osserva di sfuggita. Il suo sorriso è morbido, quasi timido, e mi fa sentire un misto di nervosismo e desiderio.

«Speramm ca chest è a srata bon.» dice, rompendo il silenzio, e io scoppio a ridere.

«Si» rispondo, anche se la mia voce tradisce una leggera incertezza. «Andrà bene.»aggiungo, cercando di sembrare più rilassata.

«Sembra che il destino non ci voglia dare un po' di pace.» dice ridendo piano, e io non posso fare a meno di seguirlo con una risatina nervosa.

C'è qualcosa di familiare e nuovo in questa conversazione, come se entrambi sapessimo che stiamo camminando su un filo sottile tra imbarazzo e desiderio.

La sua mano si sposta dalla leva del cambio e per un attimo sfiora la mia gamba, accidentalmente forse, ma il contatto è sufficiente a farmi trattenere il respiro.

«Faij paur staser» dice all'improvviso, con un tono più profondo.

I suoi occhi si concentrano per un istante sul traffico, ma poi tornano su di me, brillando alla luce dei lampioni che scorrono lungo la strada.

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