34 "Tu Si A Droga Pe Me", Lele Blade, MV Killa

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5 anni prima
Siria

Il rumore della pioggia battente sul tetto della macchina creava un'atmosfera ovattata, quasi sospesa nel tempo.

Ero seduta accanto a Ciro, il suo profumo di colonia e una fragranza di avventura aleggiavano nell'aria.

Ci eravamo rifugiati lì, nel parcheggio, mentre le gocce scroscianti sembravano volerci trattenere, come se il mondo esterno non esistesse più.

Guardai Ciro, che con un sorriso malizioso si voltò verso di me.

I suoi occhi, un misto di divertimento e desiderio, brillavano alla luce fioca dei fari accesi.

«Cosa facciamo adesso?» chiese, la voce bassa e invitante.

Non potevo fare a meno di sorridere, sentendo un brivido lungo la schiena.

«Forse potremmo trovare un modo per passare il tempo,» risposi, mantenendo il tono leggero, ma consapevole del sottotesto che aleggiava tra le parole.

Le sue mani, forti e sicure, si avvicinarono lentamente, quasi con cautela, come se volessero chiedere il permesso di esplorare.

Sentii il battito del cuore accelerare mentre si posavano delicatamente sulle mie cosce, calde e pesanti.

«M raij» mormorò, e quel semplice complimento fece vibrare ogni fibra del mio essere.

Era come se il mondo esterno fosse scomparso, lasciando solo noi due in quel piccolo universo.

I miei pensieri si confondevano mentre le sue dita iniziavano a tracciare un percorso lento e deciso lungo la mia pelle, evocando emozioni che avevo tenuto a bada troppo a lungo.

Le sue mani si muovevano, si avvicinavano sempre di più al confine del mio desiderio, e io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua espressione, che mescolava intensità e dolcezza.

Il mio respiro si fece irregolare.

Ogni tocco era una scintilla, un invito a lasciarmi andare, a immergermi completamente in quel momento di intimità proibita.

Non c'era nessun altro al mondo, solo noi e la tempesta che infuriava all'esterno.

«Mi stai provocando?» dissi, con un sorriso malizioso, mentre il cuore mi batteva forte nel petto. «C te mis ngap?»

«T vogl fa sndí viv» rispose Ciro, il suo tono un misto di sfida e tenerezza.

La pioggia continuava a battere, creando un ritmo ipnotico.

Le sue dita sfiorarono la mia pelle con delicatezza, ma c'era anche una certa urgenza, come se stessimo cercando di afferrare un momento che potesse svanire da un momento all'altro.

«Taggia fa sndí o brivid ro proibit.» aggiunse, le sue parole cariche di promesse.

Il contatto con le sue labbra fu come un'onda di piacere che si diffondeva lungo tutto il mio corpo, portando una sensazione di languore e desiderio travolgente.

Il bacio era lento e intenso, un dolce assaggio della passione che stava rapidamente crescendomi dentro.

Ogni fibra del mio essere era in fiamme, e potevo sentire chiaramente il mio corpo rispondere al contatto delle sue labbra, portando a un'eccitazione sempre più pressante al mio centro.

Lo abbracciai più forte, desiderando il contatto della sua pelle e il calore del suo corpo.

C'era qualcosa di straordinariamente eccitante nel modo in cui le sue mani si posarono sulle mie cosce, calde e possenti anche attraverso l'intimo strato dei miei leggings.

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