6 "GAIOLA PORTAFORTUNA", Liberato

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5 anni prima
Siria

Il sole splendeva alto e il caldo di fine primavera era finalmente arrivato. Erano finite le lezioni e, dopo mesi di stress, avevo finalmente il tempo per rilassarmi. Ciro Ricci, il ragazzo con cui mi stavo frequentando, mi aveva invitato a passare una giornata al mare a Marechiaro. Carmela ed io avevamo deciso di andare in auto, dato che avevo ancora qualche faccenda da sbrigare prima di partire.

Siamo salite in macchina, io con un costume che avevo scelto con cura e Carmela al mio fianco. L'auto avanzava lentamente tra le strade di Napoli, e io non riuscivo a fare a meno di pensare a come mi sarei presentata davanti a Ciro.

«Uè, ma te fatt accussi bell p iss?» disse Carmela, rompendo il silenzio.

«Se, come no.» risposi ridendo. «Voglio solo risultare presentabile

Carmela fece una smorfia complice. «Presentabile, eh? Sicuramente lo sarà il tuo culo sotto ai suoi occhi.»

«Carmè, Ciro non mi guarderà il culo!» scoppiai a ridere.

«E allora sei ingenua,» replicò Carmela con un sorriso malizioso. «Tutti gli uomini guardano i culi. E lo farà pure Ciro.»

Sbuffai divertita e deviai il discorso.

«Senti, Ciro ha detto che ci sarà anche il suo migliore amico. Magari sarà amore a prima vista!» dissi, sperando di spostare l'argomento.

«Ah, non credo,» disse «o cumbagn e Cir sarà nu strunz ca s crer e cummanna Napl cu nu fierr ind a mutand.»

«A sce,» replicai difendendo Ciro. «Ciro comanda davvero Napoli. Però lui è così diverso da come ne parlano tutti!» dissi sognante.

Carmela scosse la testa e rise. «Se fossi una vera amica ti direi che ti stai immischiando con gente poco raccomandabile. Ma visto che non lo sono, ti dico: "sti cazzi"! Nel peggiore dei casi, diventeremo le future mogli dei boss di Napoli.»

Con un sospiro, mi appoggiai allo schienale del sedile e guardai fuori dal finestrino, mentre Marechiaro si avvicinava. Era un giorno di sole e mare, e speravo che la giornata fosse piena di momenti piacevoli, nonostante le preoccupazioni sottostanti.

Arrivammo in spiaggia e ci spogliammo rapidamente, gettando i teli mare sulla sabbia. Carmela indossava un costume a pezzo unico, con una grossa rosa sul lato sinistro che metteva in risalto il suo seno. Io avevo scelto un costume semplice nero che valorizzava la mia folta chioma rosso borgogna.

Cercammo subito di individuare Ciro e il suo migliore amico tra la folla.

Li trovammo nell'acqua, intenti a giocare a racchettoni. Ciro indossava un costume di marca, con l'elastico dei boxer che si intravedeva, un fisico asciutto e una leggera peluria lungo l'ombelico. I suoi capelli erano bagnati e sembrava davvero attraente.

«Cí!» urlai, attirando la sua attenzione. I suoi occhi brillavano mentre mi scrutavano da capo a piedi.

«Piccrè!» disse lui con un sorriso, avvicinandosi.

Carmela si avvicinò a me e subito il suo sguardo cadde sul migliore amico di Ciro. Indossava un costume azzurro, capelli altrettanto bagnati e una tigre tatuata sul lato sinistro. Quando vide Carmela, emise un sospiro di ammirazione.

«A facc ro cazz!» esclamò Edoardo, guardando Carmela.

Carmela arrossì immediatamente e capii subito che era attratta. Ciro, notando la reazione, disse con un sorriso:

«Edoá, tu morirai di fessa.»

Era così che si chiamava: Edoardo. Ciro mi venne incontro e mi strinse in un abbraccio, le sue mani all'altezza del mio sedere. Rabbrividi per il contatto con la sua pelle congelata e bagnata.

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