43 "Range Bianco", Nicola Siciliano

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Presente
Ciro

Parcheggio davanti al palazzo di Siria, il motore che ronzava mentre lei apre la portiera.

I suoi capelli rossi brillano sotto i lampioni, e mentre scende, non posso fare a meno di ammirare il modo in cui il suo corpo si muove, pieno di un'energia che mi irrita e mi attrae allo stesso tempo.

«Grazie per il passaggio, Ciro. E ammazzati perché mi hai rapito.» dice, voltandosi verso di me con un'espressione che mescola sfida e disgusto.

«E passat na srat divers, jamm ca te piaciut» ribatto, cercando di mantenere un tono sarcastico.

«Sei insopportabile,» risponde lei, incrociando le braccia.

Le lancio un sorriso beffardo, divertito dalla sua reazione.

«Accort stanott, t veng a fa visit mentr staij rummenn.»

Ma mentre la guardo, il fastidio che ho trattenuto per tutta la serata si fa sempre più presente.

Cazzo, non posso più ignorarlo.

Faccio un movimento per sistemare il cavallo dei jeans, cercando di nascondere l'erezione che mi sta facendo male.

È un'impresa difficile, e ogni movimento sembra amplificare il fastidio.

Merda.

Non dovrei pensare a lei in questo modo.

Non lei.

Non la stronza che mi ha fatto un torto.

Ma anche solo l'idea di spiarla mentre dorme mi sta facendo crescere il cazzo nei pantaloni.

«Non esiterò a prenderti a calci nelle palle.» dice.

«Buonanotte, Siria,» dico, forzando un tono disinvolto, mentre i miei pensieri continuano a vagare.

«Buonanotte, Ciro,» risponde, mentre chiude la portiera con un colpo secco, senza nemmeno voltarsi a guardarmi.

La osservo allontanarsi, il suo corpo che si muove in modo provocante.

Basta, Ciro.

Una volta che è lontana, accendo il motore e giro l'auto, lasciando il palazzo alle spalle.

Ma non ho voglia di tornare a casa.

Devo sistemare questa situazione, e in fretta.

Mentre guido, il fastidio si intensifica, e la pressione sotto il jeans diventa insopportabile.

È come se il corpo cercasse di ricordarmi che ho passato tutta la serata a desiderare qualcosa che non avrei mai dovuto.

La rabbia e il desiderio si mescolano, creando un'ansia che mi costringe a muovermi nervosamente sul sedile.

Finalmente, trovo una strada buia e isolata.

Spegnendo il motore, il silenzio mi avvolge come un manto pesante.

Il buio è così profondo che sembra inghiottire ogni suono, e io sono solo in quella notte.

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