5 anni prima
SiriaLa stanza era avvolta da una penombra morbida, interrotta solo dalla luce calda di una lampada che proiettava ombre danzanti sui muri.
Ciro e io eravamo seduti sul divano, le mani intrecciate, i nostri corpi così vicini che il confine tra noi sembrava svanire.
Il mio cuore batteva forte, rimbombando nelle mie orecchie, e ogni sguardo scambiato con lui sembrava carico di una tensione indescrivibile.
La sua presenza era un rifugio, un posto sicuro dove dimenticare le preoccupazioni.
I suoi occhi scuri mi scrutavano con intensità, e quando le nostre labbra si incontrarono, il mondo esterno svanì completamente.
All'inizio, il bacio era timido, quasi incerto, ma man mano che ci lasciavamo andare, la passione crebbe, come una fiamma che si alimenta di legna secca.
Ogni tocco, ogni respiro, si faceva sempre più intenso. Le sue mani scivolavano dolcemente tra i miei capelli e sul mio viso, e io mi sentivo avvolta in una sensazione di estasi.
Era come se ogni bacio potesse curare una parte di me che era rimasta ferita per troppo tempo.
Le sue labbra erano calde, e il sapore di lui mi inebriava.
Mi sentivo viva, elettrizzata dalla sua presenza, e il tempo sembrava essersi fermato, risucchiato in quella bolla di intimità.
I suoni del mondo esterno si dissolvevano, sostituiti solo dal nostro respiro affannoso e dal battito dei nostri cuori, che sembrava all'unisono.
Non c'era spazio per pensieri che potessero disturbare quel momento.
Volevo solo lui, il calore dei suoi abbracci e la dolcezza dei suoi baci.
Ma proprio quando tutto sembrava perfetto, il mio cellulare vibrò sul tavolo, interrompendo quel momento incantevole.
Ignorai il suono, concentrandomi di nuovo su di noi, ma il telefono vibrò di nuovo, insistente.
Con un sospiro frustrato, mi staccai da Ciro e guardai lo schermo. Il nome di mia madre lampeggiava in rosso: cinque chiamate perse e sette messaggi non letti.
Mamma: Dove sei? Torna a casa
Mamma: mi dispiace
Mamma: È vero che sei da Carmela?
Mamma: Ti prego almeno rispondi?
Mamma: Vorrei solo stare tranquilla
Mamma: Cerco solo di agire per il tuo bene
Mamma: Scusami per quello che ho fatto o dettoUn nodo mi si formò nello stomaco.
«Tutto bene?» chiese Ciro, il suo tono preoccupato risuonava nell'aria, come un'eco che faceva risaltare il contrasto tra il nostro momento intimo e la realtà che bussava alla mia porta.
«Sì, è solo mia madre,» risposi, cercando di minimizzare, ma la mia voce tradiva una leggera inquietudine.
Tornai a baciarlo, sperando che quel gesto potesse ricondurmi nel mondo da cui volevo fuggire.
Ma il telefono continuava a vibrare, il suono dei messaggi in arrivo si mescolava ai battiti del mio cuore.
Mamma: Fammi sapere che stai bene
Ciro notò il mio sguardo inorridito. La sua espressione si fece seria. «Forse dovresti rispondere. È preoccupat p te, piccrè.» disse, le sue mani si fermarono sui miei fianchi, e il calore del suo tocco mi fece vacillare.
La dolcezza della sua voce mi toccava, ma non potevo ignorare il conflitto che si stava formando dentro di me.
Feci una smorfia, combattuta tra il desiderio di ignorare le responsabilità e la consapevolezza di cosa stava accadendo.
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Partenope
ChickLitCiro Ricci, figlio devoto e predestinato erede del clan Ricci, ha sempre avuto un posto chiaro nel mondo: il potere, la violenza e la lealtà verso la sua famiglia. Ma quattro anni fa, qualcosa è andato storto. Siria, la ragazza che credeva di amare...