5 anni prima
SiriaEra finalmente arrivato il giorno in cui avevo deciso di tornare a casa.
Ciro, con il suo immancabile Piaggio Liberty, mi stava riportando da mia madre.
«Grazie per essere qui con me,» dissi mentre mi abbracciavo a lui, respirando il suo profumo familiare.
Ciro mi guardò con una dolcezza che mi fece sentire al sicuro. «Ci sarò sempre per te, piccrè.» rispose, il suo tono sincero.
Arrivati sotto casa, scesi dal motorino, il cuore che batteva forte.
Mi girai verso di lui, sentendo il battito accelerare.
Ciro si avvicinò e, prima che potessi pensarci troppo, lo abbracciai e lo baciai.
Era un bacio dolce, carico di emozioni e promesse. «Ti chiamo stasera» sussurrai, mentre mi allontanavo.
Con un respiro profondo, entrai in casa.
La familiarità degli spazi mi travolse, ma l'ansia di dover affrontare mia madre era opprimente.
Posai lo zaino e, mentre osservavo il salotto, una sensazione di nostalgia e tensione si impadronì di me.
Mia madre si trovava in cucina, il profumo di qualcosa che cuoceva nell'aria. Quando mi vide, il suo volto si illuminò, ma un'ombra di preoccupazione si dipinse rapidamente. «Siria, sei tornata!»
«Sì, eccomi,» risposi, cercando di mantenere la calma.
La tensione tra noi era palpabile.
«Volevo chiederti scusa,» iniziò, la voce tremante. «Mi dispiace per come ti ho trattata. È stato sbagliato giudicarti senza cercare di capire. Anche Antonio si scusa, ma non è qui in questo momento.»
Le parole di mia madre mi colpirono.
Non mi aspettavo un ammorbidimento da parte sua.
«Le scuse di Antonio non significano nulla per me,» replicai, con la frustrazione che cresceva dentro di me. «e poi se vuole scusarsi, deve farlo lui di prima persona.»
«Lo so, e capisco che la situazione sia difficile. Ma voglio che tu sappia che ci tengo a te. Non voglio che tu ti allontani. La vita è tua, Siria, e tu devi fare le scelte che senti giuste per te. Non voglio interferire più. Volevo solo proteggerti, ma capisco che le mie parole ti hanno ferito.»
Un lungo silenzio riempì la stanza.
Le sue parole mi fecero riflettere. «Io vorrei solo una madre che mi appoggi nelle mie scelte. Ciro è parte della mia vita, e ho bisogno che tu lo accetti.»
Mia madre annuì, la sua espressione cambiò mentre si rendeva conto della verità delle mie parole. «Se io e Antonio abbiamo parlato in quel modo è stato per proteggerti, perché ti vogliamo bene.»
Scossi la testa «Un'altra cosa che non voglio che tu fai, mamma, è parlare come se Antonio fosse mio padre e avesse il diritto di dirmi ciò che è giusto o sbagliato per me.»
Mia madre emise un sospiro «Va bene, se questo è quello che vuoi. Voglio cercare di ricostruire il nostro rapporto.»
«E in che modo pensi di farlo?» domandai.
«Posso provare ad accettare Ciro, ma vorrei conoscerlo meglio. Potremmo organizzare una cena. Siamo partiti con il piede sbagliato, e voglio rimediare.» disse mia madre, tutto d'un fiato.
La proposta mi colpì. «Una cena? Non so se sia una buona idea. Ciro...»
«Siria, voglio capire. È giusto che io faccia uno sforzo per conoscere la persona che ami. È una parte importante della tua vita, e voglio provare a rispettare le tue scelte,» interruppe, il tono deciso e sincero.
Rimasi in silenzio, riflettendo.
La mia relazione con Ciro era complicata, ma il fatto che mia madre fosse disposta a mettersi in gioco mi fece sentire un barlume di speranza. «Va bene, possiamo provare. Ma ci sono molte cose che dovresti sapere su di lui. Non posso semplicemente portarlo a casa e sperare che tu non faccia domande imbarazzanti.»
«Ti prometto che farò del mio meglio, istruiscimi!» rispose mia madre, con un accenno di speranza nel suo sorriso.
«Innanzitutto, mamma» iniziai «Ciro ha avuto un'infanzia difficile, sua madre e suo fratello sono morti. Lui non ha mai avuto nulla dalla vita, si è sempre fatto un mazzo cosi per ottenere qualcosa. Quindi, ti prego, non trattarlo come se fosse uno stupido ragazzino che per divertimento ha deciso di intraprendere la vita che fa ora.»
Mia madre ascoltò attentamente, il volto serio. «Capisco, Siria. È importante per me sapere da dove viene, così posso comprendere meglio le sue scelte e il suo comportamento.»
Rimasi colpita dalla sua disponibilità. Era un passo avanti, anche se piccolo. «Sì, e se lo conoscerai meglio, potrai vedere quanto sia determinato e capace. Non è solo un ragazzo di strada, è molto di più.»
«Mi piacerebbe parlarne con lui,» disse mia madre, riflettendo. «Ma ho bisogno di tempo per abituarmi all'idea. È un cambiamento grande per me.»
«Lo so,» risposi. «Ma ti assicuro che ne varrà la pena. Ciro è speciale.»
Un sorriso mi sfiorò le labbra mentre pensavo a lui.
Poi, mia madre cambiò argomento, «A proposito, ricordi quella ricetta che hai visto su TikTok di quei biscotti americani?»
Mi grattai il mento pensandoci su «I crumble cookies?»
«Si. Magari potremmo prepararli insieme, quei famosi crumble cookies. Ti ricordi quanto ti piacciono?»
Annuii entusiasta. «Certo! Li preparerò per Ciro.»
«Sì, e sicuramente gli piaceranno molto.» propose, con un accenno di sorriso.
«Sì, sarebbe perfetto. Non vedo l'ora.»
Mentre mia madre sorrideva al pensiero dei biscotti, io annuii.
C'era tanto da risolvere tra noi, tante ferite da rimarginare e sperai che invitare Ciro a cena fosse la cosa giusta da fare.
STAI LEGGENDO
Partenope
ChickLitCiro Ricci, figlio devoto e predestinato erede del clan Ricci, ha sempre avuto un posto chiaro nel mondo: il potere, la violenza e la lealtà verso la sua famiglia. Ma quattro anni fa, qualcosa è andato storto. Siria, la ragazza che credeva di amare...