30 "FINCHÈ NON SI MUORE", Geolier

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5 anni prima
Siria

Mi svegliai lentamente, avvolta in una sensazione di calma.

Accanto a me non c'era Ciro, ma sul comodino brillava un vassoio con un cornetto e un cappuccino fumante.

A fianco, un enorme mazzo di rose rosse, le mie preferite. Le annusai e il loro profumo intenso mi fece sorridere.

Presi il bigliettino: "Per la mia principessa." Le parole mi scaldarono il cuore.

Mentre assaporavo il cornetto, pensai a quanto fossi fortunata.

Proprio in quel momento, la porta si aprì ed entrò Ciro.

I suoi capelli erano arruffati, per la prima volta non li vedevo pieni di gel.

Era completamente nudo, con solo un asciugamano in vita, e il suo corpo bagnato rifletteva la luce del mattino.

«Buongiorno, piccrè,» disse con un sorriso malizioso.

Rimasi senza parole, il cuore che batteva forte.

Non riuscivo a distogliere lo sguardo.

«Buongiorno... sei...» iniziai, ma le parole mi sfuggirono.

«Cosa? Nudo?» rise, avvicinandosi. «Nun t piac stu risveglio divers?»

«Sì, decisamente diverso...» risposi, sentendo un misto di imbarazzo e divertimento.

«T so piaciut e ros?» chiese, indicando il mazzo con un gesto teatrale.

«Sono stupende, grazie. Ma non dovevi...»

«Ma sì, dovevo,» interruppe, chinandosi per darmi un bacio. «La mia principessa quand s scet adda semb rirr.»

«Grazie, Ciro,» dissi, sentendomi calda dentro.

«Mo preparati, abbiamo il traghetto tra mezz'ora,» disse, con un sorriso malizioso.

«Cosa? Dove andiamo?» chiesi, curiosa.

«È na sorpres» rispose, con un luccichio negli occhi. «Vogl ca t distrai nu poc e pienz sol a noi due.»

«D'accordo, ma ho bisogno di farmi una doccia.» dissi, emozionata.

«Fa ambress ja» rispose, mentre si avviava verso il suo armadio. «Però nun t fa troppa bell.»

Con un sorriso, iniziai a prepararmi, sapendo che quella giornata prometteva di essere davvero speciale.

Riuscii a vestirmi in pochi minuti, indossando un abito bianco, leggero, che amavo.

Quando scesi le scale, Ciro mi stava già aspettando, impaziente e radioso.

Arrivammo al porto giusto in tempo per prendere il traghetto.

L'emozione mi travolse mentre salivamo a bordo, la brezza marina che mi accarezzava il viso.

Guardai Ciro, il suo sguardo fisso sull'orizzonte.

«Pronta ammor mi?» chiese, afferrandomi la mano.

«Prontissima» risposi, mentre il traghetto si allontanava dal molo.

Il traghetto ci portò verso Capri, e mentre ci avvicinavamo, la vista dell'isola mi lasciò senza parole.

Le case colorate si arrampicavano sulle scogliere, incorniciate da un mare blu intenso.

Ciro si voltò verso di me, con un sorriso che rivelava la sua eccitazione.

Una volta sbarcati, ci immergemmo nell'atmosfera vivace di Capri.

Iniziammo a camminare lungo i sentieri, circondati da profumi di limoni e fiori. Ogni angolo era un invito a scoprire di più.

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