Capitolo 16 - Il roseto

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Tempo fa.
Fu tanto tempo fa.
Noi due bambini o poco più.
Nei pensieri miei con me ci sei da sempre tu.

{Raoul - Il Fantasma dell'Opera}

Cress

La mano mi doleva per le piccole ferite che si erano aperte sulle dita, le spine erano delle infide stronze, piccole ma fastidiose, mentre rientravo nei miei alloggi mi succhiavo l'indice per togliere il sangue.

Odio che abbia questo ascendente su di me, il modo in cui mi blocco in sua presenza, senza riuscire a proferire parola, ma odio ancora di più sapere che ha ragione. Non lo denuncerò perché apprezzo le sue dannate attenzioni, anche se inizio a preoccuparmi di averlo sottovalutato. È molto più pericoloso di quanto immaginassi inizialmente e io non so contro chi sto combattendo.

Faccio passare la chiave sul sensore, apro la porta della camera e accendo la luce. Mi blocco sulla soglia notando un pacco sul letto. Ho la tentazione di prenderlo e buttarlo nel cestino senza neppure aprirlo, ma la curiosità è sempre stata la mia peggiore nemica, così non lo faccio. Mi siedo sopra la coperta e prendo il pacchetto portandomelo in grembo, è abbastanza pesante, alzo il coperchio della scatolina e un sorriso involontario si dipinge sul mio volto.

Esco dal pacco prima un disinfettante e poi una confezione di cerotti, per ultima c'è una rosa rossa con un fiocchetto nero. In fondo un cartoncino:

A quanto pare Elric ha anche il senso dell'umorismo

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A quanto pare Elric ha anche il senso dell'umorismo. Mi costringo a smettere di sorridere e appoggio il pacchetto sul letto.

«Cress?»

La voce di Richard mi mette in allerta, nascondo il pacchetto sotto il letto un attimo prima che lui apra la porta. Mi ero dimenticata di non averla chiusa a chiave.

«Richard? Cosa ci fai qui?» domando posando gli occhi verdi sulla sua figura.

Lui fa un sorriso sghembo. «Volevo soltanto essere sicuro che arrivassi sana e salva in camera, nonostante l'Opéra sia abbastanza sicura, non tutte sono brave persone.»

Non ha fatto riferimento ad Elric ma è chiaro che parli di lui. Ci sono dei precedenti tra i due che io non conosco o Richard lo odia per partito preso come tutti gli altri?

Stringo il disinfettante tra le dita. «Nessun incidente con qualche persona stramba, soltanto con la mia sbadataggine» balbetto la bugia mostrandogli le dita ferite.

I suoi occhi si scuriscono per la preoccupazione, viene a sedersi vicino a me e gentilmente prende una delle mie mani avvicinandola al viso, valutando i danni. La sua pelle è calda, in netto contrasto con quella dei guanti di Elric, che erano maledettamente freddi. La presa è delicata tanto quanto era salda quella di lui.

«Come hai fatto a ferirti in così tanti punti?»

Mi mordo il labbro inferiore. «Sono caduta in un roseto.»

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora