I vostri giorni all'Opéra Populair sono contati ormai.
Preparatevi a una grande disgrazia se proverete a cantare al suo posto.{Erik a Carlotta - Il Fantasma dell'Opera}
Elric
Partecipare alle prove mi stressa.
Stare con altre dieci persone sopra il palco non mi rende tranquillo. Sentire le loro lamentele quando non riescono a fare una battuta, le risate quando sbagliano o dimenticano una parola, a me non diverte per niente.
Il mio livello di sopportazione arriva al limite quando Mark sbaglia per l'ennesima volta la battuta.
«Ma chi ti ha provinato per questo ruolo? Sei un maledetto incapace» sbotto, Mark trasalisce e Macbeth mi lancia un'occhiata di fuoco.
«Cinque minuti di pausa, ragazzi. Non tu, Elric.»
Non è la giornata giusta per darmi fastidio. Macbeth dovrebbe aver compreso l'antifona da come ho trattato gli altri studenti, ma a quanto pare oggi ha voglia di andare incontro alla morte. Non posso tirarmi indietro, lo raggiungo.
«Che c'è?»
Il professore si toglie gli occhiali e si massaggia le tempie.
«Mancano cinque giorni allo spettacolo e come vedi i ragazzi sono molto agitati, se tu continui a mettere il carico da novanta non farai altro che mandarli nel pallone» spiega.
Se fosse un'altra giornata rifletterei sulle sue parole e gli direi addirittura che ha ragione, ma dopo quello che è successo ieri su quel tetto non me ne frega un accidente.
«Dovrebbero essere dei professionisti, a cinque giorni dallo spettacolo non ci devono essere esitazioni, battute dimenticate o sbagliate! Saranno presenti cinquecento persone e dei talent, cazzo. Non possiamo fare brutta figura e se tu non hai le palle di dirlo a quei quattro deficienti lo faccio io. Fine della storia.»
Macbeth esala un respiro. «Metitti nei miei panni, Elric. Sto cercando di mantenere un clima tranquillo, dovrebbero essere dei professionisti, ma non lo sono. Sono solo ragazzi che cercano di fare del loro meglio.»
Lancio un'occhiata ai suddetti ragazzi. Sono tutti sulle spine, stanno facendo degli esercizi per la voce, due di loro ripetono le battute allo specchio. Non sono menefreghisti come ho pensato all'inizio, ma non hanno la mia stessa bravura, dovrei essere più clemente.
Lascio scivolare la rabbia via dal mio corpo. Sono conscio che quando mi trovo sul palco non dovrei percepire alcun sentimento se non quelli del personaggio ed Edipo in questi passaggi è inizialmente duro ma inconsapevole, poi spaventato per la fine che farà, sono queste le sensazioni che dovrebbero scorrere nelle mie vene.
Cress non può e non deve diventare un ostacolo per le mie passioni.
Annuisco al professore. «Va bene.»
Pulisce gli occhiali, le sue spalle si rilassano, aveva paura di fare questa conversazione ma l'ha fatta comunque, da questi gesti riesco a comprendere quanto sia dedito al college e allo spettacolo.
Difficilmente i professori si mettono contro di me, ma Macbeth è un tipo equilibrato e meditabondo, se prova a parlarmi c'è sempre una reale motivazione.
«Riprendiamo le prove, ragazzi.»
Dopo due estenuanti ore di prove finalmente riusciamo a tirar fuori qualcosa di decente. Ci sono ancora due personaggi scelti che non mi convincono, ma manca troppo poco tempo per cambiare il cast, dovrò accontentarmi e sperare che facciano un lavoro decente il giorno dello spettacolo.
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Dietro la maschera
Romantik«Sarai la mia rovina o io sarò la tua.» «Magari ci rovineremo a vicenda.» Cress fin da bambina ha sempre avuto il sogno di diventare un'attrice di teatro. Suo padre, un noto pianista, le ha infuso la sua passione per le arti sceniche e musicali e do...