Capitolo 14 - Luna gibbosa

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Chi mai sarà?
Che belva è?
Sfuggirgli non potrò.
Che mai farò?

{Christine - Il Fantasma dell'Opera}


Cress


Madelyn bussa alle sette di sera alla porta di camera mia, la serata d'improvvisazione ci aspetta, anche se adesso non sono proprio nel mood giusto per partecipare, ma non importa. Sono all'Opéra, mi vivrò ogni singola opportunità che mi verrà data a prescindere da sconosciuti con maschere sul volto.

«Arrivo!»

Apro la porta mentre mi infilo il top verde menta che ho scelto per l'occasione. Mad entra e la richiude alle sue spalle, io torno in bagno per sistemare le pieghette. Ho lasciato i miei ricci liberi sulle spalle, gli ho dato soltanto un po' di volume con il diffusore. Mi guardo allo specchio del bagno e sorrido. Devo ammettere che sono davvero carina, il colore del top mette in risalto i miei occhi smeraldo e il lucidalabbra fa luccicare le mie labbra rosee.

«Sei davvero sexy!» esclama Mad entrando in bagno.

Faccio una risatina, i miei jeans scuri mi fasciano bene il sedere, è vero, ma quando poso lo sguardo su di lei alzo un sopracciglio, indossa un tubino rosso che mette in risalto tutte le sue curve ed è magnifica.

«Certo e sarei io quella sexy» borbotto alzando gli occhi al cielo. Lei si mette a ridere e poi mi stringe in un abbraccio fortissimo.

«Scusa ero bisognosa di affetto.»

Si tira indietro ed esce dal bagno. «Da quando sei così bisognosa? Non hai una schiera di ragazzi che ti fanno la corte?»

Infilo dentro una borsetta i beni di prima necessità, Mad sbuffa.

«Sì, non vedi? Ho la coda.»

Indica dietro di lei come se ci fosse qualcuno, scuoto la testa divertita.

«Forza, andiamo.»

Il posto dove si tiene la serata d'improvvisazione è una sala enorme che è stata allestita con un palchetto in fondo e una serie di tavolini sparsi ovunque, sul lato destro hanno arrangiato un bancone per il bar dove uno dei ragazzi offre degli alcolici ai nuovi arrivati. Sembra di essere davvero all'interno di un pub dove fanno questo genere di serate.

Mi stupisco di quanto siano ingegnosi i ragazzi dell'Opéra quando ci si mettono.

Io e Mad andiamo a prendere un bicchiere di midori sour ciascuna e poi scegliamo uno dei tavoli più vicini al palco per avere una visuale migliore.

Appoggio il mio cocktail e mi guardo attorno, vedo pochissimi volti conosciuti. Del primo anno ci siamo soltanto io e le due gemelle. Melody non è ancora arrivata e non c'è nessun ragazzo mascherato. Probabilmente è un bene che non partecipi a questa tipologia di feste, sarebbe difficile concentrarsi sui partecipanti se sapessi che lui mi sta guardando. Prendo un respiro profondo, ogni volta che chiudo gli occhi l'immagine delle sue mani guantate che mi stringono i fianchi mi torna in mente in maniera prepotente. Mi passo le mani tra i ricci cercando di calmarmi.

«Oddio, eccovi!» trilla una vocina.

Melody afferra una sedia e la posiziona vicino a me, si lascia cadere su di essa con un sospirone, ha la fronte imperlata di sudore e il suo petto si alza e si abbassa a fatica.

«Stai bene? Sono felice che alla fine sei venuta!»

Lei scuote la testa. «Ho finito prima lo studio poi ho sbagliato strada, due volte! Questo posto è un labirinto, dannazione. Pensavo di essere in ritardo.»

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora