Se io sono il fantasma,
è perché l'odio dell'uomo mi ha reso così.{Erik - Il Fantasma dell'Opera}
Elric
Si è addormentata.
Il suo respiro è regolare, il suo petto si alza e si abbassa tranquillo. La sua mano destra è ancora stretta attorno alla mia camicia.
«Maschera... quante facce di me ti sto celando» sussurro concludendo il mio canto.
Cress ha una visione del mondo positiva. Vede tutto ciò che di bello c'è nella gente e si dimentica che le persone hanno una parte cattiva, ma da quando è all'Opéra sta iniziando a capire come vanno davvero le cose. Che non c'è soltanto il bianco o il nero, ma un'infinità di sfumature in mezzo.
«Ho fatto cose terribili a persone terribili. Non mi pento delle vite che ho tolto. Non mi pento delle torture, delle urla, non mi pento di nulla. Tu sei un raggio di sole, io sono un'ombra nell'oscurità» dico alla mia musa che dorme placida. Non penso che riuscirei mai a dire ad alta voce queste parole se lei fosse sveglia. Sono un'egoista, voglio che mi brami, che mi guardi con venerazione come fa sempre, se sapesse... tutto svanirebbe in una nuvola di fumo. Non posso farlo accadere.
Un'idea mi balena in mente, è rischiosa, ma desidero così tanto sentire quanto è setosa la sua pelle. Mi siedo sul letto lentamente, per non svegliarla. Sfilo il guanto della mano destra, quella meno disastrata in caso lei si svegliasse. Le dita tremano quando le avvicino alla sua guancia. Toccare la sua pelle con la mia nuda è una sensazione destabilizzante. La mia mente si affolla di sentimenti contrastanti. Vorrei accarezzare tutto il suo corpo così, conoscerne la consistenza, seguire le curve delicate, apprezzarla come merita. Ma se mi guardasse le mani con la pena negli occhi non riuscirei ad andare avanti. Più del disgusto, è la pietà quella che mi ha sempre infastidito di più. E una ragazza dolce come Cress non potrebbe non provarne.
Dice qualche parola nel sonno poi sorride, sorrido a mia volta, senza rendermene conto.
Sono io quello che prova venerazione per lei.
Lei che guarda oltre l'aspetto.
Lei che prova a capire chi sono.
Lei che si mette in mezzo a una scazzottata per evitare che la sua amica si faccia del male.
È sempre stata troppo per me, dal momento in cui l'ho vista su quel palco sapevo due cose: che sarebbe stata mia e che l'avrei rovinata.
Sto tenendo fede alle mie promesse. Però, allora, non sentivo questo strano senso di colpa che adesso rimescola le mie budella. Non so nemmeno cosa sia il senso di colpa, l'ho sperimentato così poche volte nella vita da non ricordarlo. Ma è difficile evitarlo quando sono in sua compagnia.
Rimetto il guanto e scendo dal letto. Si è già fatto tardi non posso rimanere qui e farmi scoprire, passeremmo un brutto quarto d'ora sia io che lei. Cress ha bisogno di riposare, al sicuro possibilmente. L'ospedale può fornirle questa sicurezza visto che sono l'unico pazzo che si arrampicherebbe al secondo piano rischiando di frantumarmi l'osso del collo soltanto per vederla.
Quando mi ha abbracciato...
Ha ragione.
Era la prima volta che qualcuno lo faceva. Nella mia vita l'unica faccia amica è stata quella di Miss Morgan e il massimo del suo affetto per me è stato una pacca sulla spalla. Le altre persone che frequentavo mi temevano, non mi volevano bene. Io per primo ho sempre evitato di affezionarmi. Almeno fino a questo momento.
STAI LEGGENDO
Dietro la maschera
Romansa«Sarai la mia rovina o io sarò la tua.» «Magari ci rovineremo a vicenda.» Cress fin da bambina ha sempre avuto il sogno di diventare un'attrice di teatro. Suo padre, un noto pianista, le ha infuso la sua passione per le arti sceniche e musicali e do...