Capitolo 46 - Il ragazzo sbagliato

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Raoul: Christine... Christine l'ombra del passato vedrai volare via.
Saprò fermare il tempo. Portarti nel mio mondo.
Saprai che ti proteggo, ti salvo, ti difendo.

{Il Fantasma dell'Opera}

Cress

Sono passate trentasei ore da quando hanno indotto il coma a Madelyn. Non mi sono allontanata dall'ospedale a parte quella breve finestra per andare da Elric. Ho detto al personale medico di essere la sorella di Madelyn e mi hanno permesso di entrare nella sua stanza e rimanere con lei.

Ho anche dovuto chiamare sua madre e informarla dell'accaduto. Ha pianto a lungo al mio orecchio, poi mi ha detto che avrebbe preso il primo aereo per venire. Al momento i genitori di Madelyn si trovano in India in un viaggio di piacere. Ci metteranno un po' per arrivare. Spero che lei si risvegli prima.

Seduta vicino al suo letto la osservo con occhi spenti. La sua pelle è pallida, i capelli biondi sono sciolti sul cuscino. Il respiratore è ancora attaccato al suo viso. Sembra una principessa addormentata.

Mi asciugo le lacrime che mi rigano le guance. Il mio mondo si è devastato in pochi giorni.

«Ti prego Madelyn. Ti prego. Torna tutta intera. Tu devi cantare. L'Europa deve sentire la tua splendida voce. Gli uomini devono fare la fila per te. Riempirti d'amore e di gioielli.»

Copro un singhiozzo con la mano. «Quando eravamo piccole ti ho sempre un po' invidiata. Tu avevi questa splendida voce da usignolo, io non ero in grado di cantare nemmeno le canzoni di Natale. Poi crescendo ho iniziato ad ammirarti. La dedizione che mettevi nella tua istruzione, le ore infinite a provare. Il mondo ha bisogno di tutto questo. Ha bisogno di te.»

Appoggio la fronte contro la sua coscia e lascio che i singhiozzi scuotano il mio corpo. Non posso farcela senza Madelyn. Ho bisogno della sua risata e del suo sguardo birichino per andare avanti. Dei suoi mille consigli, spesso dubbi.

«Signorina? Mi scusi, dobbiamo fare degli esami.»

Alzo il viso, l'infermiera mi rivolge un sorriso materno. Quante situazioni simili devono vedere. Per loro sarà un inferno giornaliero. Annuisco. Stringo un'ultima volta la mano a Madelyn e poi mi incammino fuori dalla stanza.

Torno nella sala d'aspetto e seduto su una sediolina trovo Richard con due caffè tra le mani. È stato via tutta la giornata di ieri, controllo l'orologio, sono le sette del mattino. Dovrei probabilmente fare una doccia e mangiare qualcosa. Il mio stomaco brontola non appena l'idea del cibo si affaccia nella mia testa.

«Dove sei stato?» chiedo al ragazzo.

Melody è tornata al campus per seguire le lezioni, non ci hanno permesso di restare con Madelyn entrambe. Ma nel pomeriggio dovrebbe tornare e portare Gerard con sé. Richard invece è sempre stato più libero da questo punto di vista.

Si gira verso di me, ha due profonde occhiaie.

«Usciamo fuori un momento?»

Il tono della sua voce non mi piace per niente. Sembra presagio di altre cattive notizie. Mi porge un bicchiere di caffè, lo prendo per tenere le mani occupate.

Lo seguo fuori dall'ospedale. La luce mi colpisce gli occhi sensibili, me li stropiccio e sbadiglio sonoramente.

«Cress, dovresti tornare in camera. Puoi farti una doccia e mangiare qualcosa, magari dormire qualche ora. Ti chiamo se cambia qualcosa.»

Scuoto la testa. Su questo sono irremovibile. A costo di svenire per la stanchezza. Non intendo andarmene finché non sveglieranno Madelyn.

«Era questo che mi volevi dire?»

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora