Capitolo 40 - Una scatola

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Non bisogna credere, Raoul,
che Erik sia semplicemente un uomo
che si sia voluto divertire ad abitare sotto la terra.
Fa delle cose che nessun altro uomo sarebbe capace di fare;
sa delle cose che i vivi ignorano.

{Il Fantasma dell'Opera}

Richard

Gli spettacoli dell'Opéra sono sempre una festa. Una di quelle sfarzose, con abiti pomposi e camerieri vestiti come pinguini.

Di solito quelle giornate mi fanno sentire felice, ma oggi no. Oggi l'unico sentimento che provo è una forte paura. Paura per il futuro dell'Opéra, per il mio futuro e terrore di mio padre. Nonostante ciò però mi sono vestito elegante, uno smoking fatto su misura, e mi sono stampato in viso un bel sorriso. Chi mi vede dall'esterno può solo sospirare. All'interno sto urlando.

Sono posizionato all'entrata del teatro e sto dando il benvenuto ai nostri ospiti, alcune delle mie colleghe poi li accompagnano alle poltrone che gli sono state assegnate.

«Richard! Ma sei meraviglioso, questo smoking è di una fattura splendida!» dice Miss Riorson, un'anziana ereditiera che conosco da moltissimi anni, un'amica di famiglia. Le rivolgo un sorriso caloroso.

«La ringrazio Miss Riorson, il suo vestito è davvero raffinato» mormoro, i suoi piccoli occhi verdi brillano per la felicità. In realtà il suo vestito è un po' troppo giovanile, ma farlo presente non avrebbe senso. Ci vuole così poco per rendere felice la gente. Basta non dirgli la verità.

Un altro ospite prende posto all'interno del teatro. Alzo lo sguardo e noto Tiana che mi sta fissando. Non è la prima volta che succede, ultimamente ho sentito spesso i suoi sguardi addosso. Non mi guarda con interesse, non gli piaccio affatto, c'è qualcos'altro, un'emozione che faccio fatica a distinguere. Forse è solo la mia immaginazione, da quella prima settimana di college, nessuno ha più tentato di uccidermi. Ma lui si aggira ancora qui, lo so, sta soltanto cercando il momento giusto per agire. Me lo sento fin dentro le ossa.

Volto la testa verso l'interno del teatro. Non mi abituo mai a questa visione, le persone in abiti da sera sedute sulle poltrone rosse creano un arcobaleno di colori e acconciature. I tendoni rossi coprono lo stage del palco, pesanti e di un rosso intenso. I dipinti sui palchetti superiori sono illuminati dalle luci e sembrano prendere vita.

Faccio il primo vero sorriso della serata.

Questa. Questa è la mia vita. Questo è quello che voglio.

Non vedo l'ora di finire il mio percorso all'Opéra e varcare le soglie dei teatri più belli del mondo.

«Richard» dice la voce delicata di Cress.

Mi volto verso di lei e rimango di stucco. È bellissima. Indossa un abito blu che le fascia il busto come una seconda pelle, il corsetto è pieno di brillantini, la stoffa scende soffice sulla parte inferiore e si apre in uno spacco verso la metà della gamba.

«Wow... Cress. Mi hai lasciato senza parole, scusami.»

Una risata abbandona le sue labbra. «Anche tu stai molto bene» risponde in maniera educata, ma senza il solito calore dei nostri scambi.

Non mi sono comportato bene con lei. All'inizio ho cercato di avvicinarla, di supportarla, ma dopo quello che è accaduto mi sono concentrato su me stesso dimostrando di essere non il migliore degli amici e di certo non un papabile ragazzo da frequentare.

«Cress, mi dispiace per essere stato sfuggente ultimamente.»

Allungo la mano e la poso sul suo braccio nudo, si irrigidisce sotto il mio tocco. Il suo sguardo vaga lungo le file delle poltrone, solo dopo si rilassa tornando a me. Il suo modo di fare mi suggerisce che c'è qualcosa che non va. Ma non posso chiederglielo, non dopo quello che ho fatto negli ultimi tempi.

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora