Capitolo 34 - Canoni di bellezza

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La piccola Lotte pensava a tutto e non pensava a niente.
Uccello estivo, planava nei raggi dorati del sole,
portando sui suoi boccoli biondi la sua corona primaverile.

{Il Fantasma dell'Opera}

Cress

Sono passati quattro giorni da quella notte sul tetto, ne mancano solo tre al primo spettacolo ufficiale dell'Opéra degli studenti del terzo anno ed Elric è magicamente sparito. È impossibile trovarlo se non vuole essere trovato. Un fantasma in carne e ossa.

Madelyn mi ha detto di averlo visto due giorni fa mentre usciva dall'aula di teatro, ma con me non ha voluto comunicare, farmi spiegare, il nulla più assoluto.

Per cercare di scacciare questa maledetta sensazione di rabbia per il suo comportamento assurdo sono andata a correre come lui mi ha detto di fare.

Sono al terzo giro di campo ma vorrei ancora urlare addosso a qualcuno.

«Cress!» urla una voce distante, tolgo le cuffiette dalle orecchie e mi giro. Un'affaticata Melody mi sta correndo intorno, ha il fiatone e il suo modo di correre mi fa sorridere.

«Melody, cosa ci fai qui?»

Lei mi raggiunge, si posa le mani sulle cosce e prende dei respiri profondi, le metto una mano sulla spalla.

«Scusa, dammi... solo un attimo» mormora, si accascia per terra e spalanca braccia e gambe respirando profondamente. Mi metto a ridere, è così buffa, amo la sua solarità.

«Non si ride del... delle disgrazie... delle amiche» afferma a bocconi, fatica a parlare per la stanchezza. Anche io i primi giorni ero così, capisco perfettamente.

«Scusa, hai ragione. Ma perché mi sei corsa incontro? Potevo venire io.»

Mi siedo a gambe incrociate vicino a lei. Il campo è grande, l'erba viene tosata tre volte a settimana per tenerlo sempre perfetto. La squadra di football del college si allena qui nel pomeriggio, non sono mai venuta sugli spalti a guardare le partite, non mi fa impazzire il football, però so che vanno alla grande, o almeno così dicono tra i corridoi. Allungo le braccia dietro di me e lascio che il vento raffreddi la mia pelle bollente.

«Dovrei proprio allenarmi di più, non è possibile che dopo duecento metri crollo come un... tonno! Se un serial killer dovesse inseguirmi cosa farei? Gli chiedo cinque minuti di recupero?»

Scoppio a ridere, mi porto le mani alla pancia. La sua battuta mi fa venire le lacrime agli occhi.

«Cosa? Non prendermi in giro! Sto dicendo sul serio! Dati gli ultimi avvenimenti è meglio tenersi sempre pronti a un'eventuale fuga.»

Si mette a sedere con gli occhi sgranati, prova a tenere la parte, ma sta trattenendo le risate anche lei.

«Mel, dubito che verrai inseguita da un serial killer, ma mettiamo caso che succedesse, allenata o no, se lui ha un'arma credo che correre non basterebbe.»

Soprattutto se quello armato è Elric, penso ma non aggiungo, perché mi manderebbe dritta al manicomio.

Lei apre la bocca per ribattere ma poi la richiude.

«In effetti ha senso, beh allora preferisco morire con le mie scarse capacità atletiche ma con una salopette piena di glitter» dice, si passa le mani sulla sua salopette rosa per affermare il concetto. Scuoto la testa. Melody è veramente un personaggio.

«Serial killer a parte, eri venuta qui solo per chiacchierare o dovevi dirmi qualcosa?» domando curiosa, stacco un paio di fili d'erba da terra stringendoli tra le dita.

Si inginocchia e mi afferra le mani, il suo volto si è illuminato. «Oh si! Devo dirti qualcosa, hai presente Brandon il tipo del secondo anno?»

Brandon. Devo dire che non sono stata particolarmente attenta ai ragazzi del secondo anno, tolto Richard. Ricordo a malapena i loro volti figurarci i nomi. Melody lo intuisce perché fa un gesto con la mano di noncuranza.

«L'amico di Richard! Pelle color cioccolato, occhiali sul naso, fisico atletico che suona il trombone?»

Spalanco gli occhi. «Ma certo! Il nerd palestrato!»

Si mette a ridere. «Si, possiamo anche chiamarlo così. Ecco, l'altro giorno eravamo in aula di musica, era da poco finita la lezione e io proprio non riuscivo a interpretare delle note dello spartito, lui mi ha vista confusa si è avvicinato e mi ha offerto il suo aiuto, ha solfeggiato le note e per tutto il tempo mi guardava poi abbassava lo sguardo e sorrideva.» Fa un sospirone e appoggia la testa sulla mia spalla, appoggio la mia sulla sua.

«E poi?!»

È bello ascoltare delle scene di vita quotidiana, normali, senza maschere, tetti o rose sulla scrivania. La normalità io l'ho abbandonata da un pezzo e non penso che sarei in grado di tornare indietro, però a volte mi manca.

«Quando abbiamo finito di suonare mi ha chiesto se mi andasse di uscire con lui qualche volta!»

Si mette a urlare e io lo faccio con lei. Ci distendiamo di nuovo sull'erba ridendo, stringo le sue dita alle mie.

«Sono felice per te, amica! Da quel poco che ho visto Brandon sembra un bravo ragazzo oltre che molto figo.»

Si volta verso di me posando una mano sotto la testa, la sua espressione si è incupita. «Troppo figo per me?»

Corrugo la fronte. «Cosa? Nemmeno Henry Cavill sarebbe troppo figo per te! Non dire sciocchezze!» esclamo con uno sbuffo.

Un timido sorriso aleggia sulle sue labbra.

«E che io so... di non soddisfare i canoni di bellezza estetica. Sono grassoccia, bassa, certo ho un innegabile senso dello stile che compensa, ma insomma non sono come te.»

Stringo le labbra. Mi metto a sedere e afferro entrambe le sue mani. Si rifiuta di guardarmi, ma io la pungolo con il pollice sulla pelle per obbligarla, i suoi occhi verdi intercettano i miei.

«Non esistono i canoni estetici, ognuno è bello a modo proprio. Tu, Melody, sei meravigliosa. I tuoi capelli hanno uno stupendo colore biondo freddo naturale, i tuoi occhi sembrano due gemme preziose e hai delle curve da capogiro! Per non dimenticare il tuo innegabile senso dello stile» la cito, facendola ridere.

«Sei splendida, okay, magari io sono più magra, ma non ho le tue tette e quelle sono un parco giochi per i ragazzi.»

Le faccio l'occhiolino, stringe forte le mie mani.

«Grazie Cress, io apprezzo il mio fisico e non voglio cambiarlo, solo che qui, circondata da corpi perfetti a volte tendo a dubitare delle mie stesse certezze.»

Accarezzo i suoi capelli biondi, aggiustandole le ciocche dietro le orecchie.

«Non dubitare della tua bellezza, sia dentro che fuori. Quel Brandon è fortunato che tu voglia uscire con lui. E quando lo farai dovrai raccontarmi tutto!»

Mi sento in colpa. Chiedo a lei di raccontarmi tutto quando io non posso fare lo stesso. Non posso dire alla gente di Elric, nemmeno a Melody o Madelyn, non capirebbero la nostra relazione, fatico a capirla persino io che la vivo. Non so neppure dove inizia e finisce il nostro rapporto.

Si slancia verso di me e mi abbraccia, la stringo forte e chiudo gli occhi godendomi la sensazione di gioia e leggerezza di questo momento e scacciando dalla mia mente tutto il resto. Melody è una persona fantastica e spero che la vita possa riservarle soltanto il meglio. Ha un talento innato per la musica, sono sicura che presto entrerà in un'orchestra e che verrà ammirata da centinaia di persone che oltre al suo aspetto vedranno anche la sua bravura.

Quando il cuore è grande e il talento innato, la bellezza perde importanza.


SPAZIO AUTRICE: Come potete intuire, Melody è di corporatura robusta. Purtroppo l'AI non vuole saperne di realizzare persone con corporature robuste, quindi la vedrete, purtroppo, sempre magra. SOB.

{Se sei arrivato fino a qui ti ricordo di lasciare una stellina. Per noi è importantissimo per far arrivare la storia a quante più persone possibili <3 }

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