Capitolo 42 - Pene d'amore

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Una voce il mio spirito quel dì incantò
dentro me dolci note udite mai
dentro me la magia spiegar non so...

{Il Fantasma dell'Opera}

Cress

I successivi tre giorni vengo travolta dalle prove, nonostante non sia stata scelta per il ruolo di protagonista nello spettacolo dell'Opéra, il professore Macbeth mi ha chiesto di imparare comunque le battute come sostituta.

È un boccone amaro da digerire. Sono sempre stata sotto i riflettori, adesso mi si chiede di essere una seconda scelta. Gli altri saliranno sul palco per vivere il mio sogno, io dovrò aspettare un altro trimestre e sperare che mi scelgano stavolta.

Mi accascio sulla sedia. Mi trovo nell'aula di recitazione, preferisco fare le prove qui piuttosto che in camera. Recitare ad alta voce mi ha sempre aiutata a imparare più velocemente. Negli ultimi giorni ho riletto molte volte il testo e ogni volta assume un significato più profondo. Dicevo ad Elric che Salomé era una principessa capricciosa, che per il suo amore ossessivo era arrivata a uccidere l'oggetto del suo desiderio. Ma adesso la comprendo e comprendo le parole di Elric. Il desiderio può diventare impetuoso e divorante al punto da farti perdere la ragione.

«Com'è bello guardare la luna! Sembra una monetina! O un fiorellino d'argento.»

Sento dei singhiozzi lontani. Guardo fuori dall'aula ma il corridoio è vuoto. Riporto lo sguardo sul libro. Magari è solo la mia immaginazione.

«È fredda e casta, la luna... Sono sicura ch'è vergine.»

Le mie guance si imporporano. Flash di Elric che mi prende sul pianoforte tornano nella mia mente. È stato passione e lussuria allo stato puro.

«Ha la bellezza di una vergine...»

Un altro singhiozzo, stavolta più forte mi fa alzare dalla sedia. Poggio il libro sul tavolo ed esco dall'aula. Proseguo lungo il corridoio, i singhiozzi si intensificano e diventano un pianto quando arrivo di fronte al bagno delle donne. Apro silenziosamente la porta e mi infilo dentro.

«Ehy, c'è qualcuno? Va tutto bene?»

I singhiozzi si fermano. Poi ricominciano. «Cress...»

La voce è appena un soffio, ma è senza dubbio quella di Melody. Socchiudo la porta del terzo bagno e la trovo seduta sul water a piangere. Sento il cuore rimpicciolirsi. I suoi bellissimi occhi azzurri sono pieni di lacrime. Il mascara sbavato le ha sporcato le guance. Le trecce bionde un disastro per come se l'è tirate.

«Tesoro che cosa succede?» domando preoccupata.

Prendo della carata igienica e gliela porgo. Lei si tampona gli occhi, cerca di prendere un respiro profondo ma si trova di nuovo a singhiozzare. L'angoscia mi chiude la gola.

«Melody, piccola, parla con me» la incito dolcemente. Mi inginocchio di fronte a lei e le poso le mani sulle cosce.

«Loro... loro. È stupido...» balbetta.

Le accarezzo le cosce. «Niente è stupido se ti fa piangere in questo modo. Prendi un respiro profondo e dimmi cosa ti hanno fatto questi loro.»

Fa come le dico. Prende un respiro profondo, aspetto che i singhiozzi diminuiscano. Si asciuga le lacrime per un altro paio di minuti poi finalmente sembra stare un po' meglio.

«Ero in giro con Brandon. I suoi amici del secondo lo hanno raggiunto e gli hanno chiesto cosa ci faceva con una come me.»

Le lacrime ricominciano a scorrere. Meno copiose di prima. Corrugo la fronte. «Una come te?»

Dietro la mascheraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora