Capitolo 20 - L'audizione

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Angelo guida la mia voce.
Dammi la tua gloria.
Angelo dona le tue note.

{Christine - Il Fantasma dell'Opera}

Cress

«Cress»

Il mio nome pronunciato ad alta voce e da lontano mi riporta al presente, sbatto le palpebre cercando di ricordarmi dove mi trovo, sono in teatro, mi hanno appena chiamato per l'audizione.

Sono passate quasi due ore da quando sono uscita dal sotterraneo e mi sono seduta in una poltroncina rossa per riprendere fiato. La melodia che ha suonato Elric mi risuona ancora in testa accompagnata dalle sue parole.

Rendermi più forte ferendomi, forse è il modo in cui a lui è stato insegnato a vivere, ma non quello che voglio sperimentare nel mio futuro.

La maggior parte dei miei colleghi si è già esibita, ma non ho guardato praticamente nulla, persa nei miei pensieri e nelle mie sensazioni.

Prendo un respiro profondo e mi alzo in piedi per raggiungere il palco, non mi sento pronta ad affrontare un'audizione, non in queste condizioni, ma l'Opéra non perdona, quindi devo riprendermi o i miei giorni qui dentro sono contati.

Salgo le scale laterali e poggio i piedi sul parquet, alzo lo sguardo incrociando gli occhi azzurri di Richard e il suo sorriso dolce.

"Va tutto bene?" chiede con il labiale.

Faccio un cenno brusco con il capo, non ho molto altro da aggiungere, non al momento. Devo concentrarmi sulla scena e cercare di non fare una pessima figura.

Chiudo gli occhi, conto fino a venti prima di riaprirli, Richard si è già posizionato al centro del palco, rannicchiato a terra, nella stessa posizione in cui era Elric quando recitava con Tania.

Lascio scivolare una maschera sul viso, abbandono i tormenti legati a Cress e mi concentro sul personaggio di Salomè, è lei che devo essere in questo momento. Devo abbracciare la sua ricchezza, la sua sfacciataggine, la sua lingua lunga e farle mie.

«Io sono Salomè, la figlia di Erodiade, principessa di Giudea.»

Le prime parole escono insicure, ma già dalla seconda frase inizio ad entrare nel personaggio, il teatro è il mio regno, la recitazione è il mio sogno, nessun uomo mascherato o meno potrà portarmelo via. Neppure il ricordo di mio padre potrà allontanarmi dal mio obiettivo.

La scena finisce e io mi preparo alla seconda, Richard è stato sostituito da altri due studenti che non conosco, anche loro del secondo anno. Prima di andare via mi ha dato una stretta sul braccio che ho apprezzato.

«Chiedo la testa di Iokanaan.»

La mia voce è dura, il tono di una principessa che non ammette repliche. Guardo intensamente il ragazzo che interpreta Erode.

«Non mi ascolti. Perché non mi ascolti? Insomma, lasciami parlare, Salomè» mormora allungando entrambe le mani per cercare di rabbonirmi, sbatto le palpebre e faccio un passo avanti.

«Chiedo la testa di Iokanaan» ripeto, stavolta in modo svogliato, sposto lo sguardo sulla platea, anche se non guardo nessuno in particolare.

«Datele ciò che chiede! È proprio la figlia di sua madre.»

Spazientito e stufo del nostro scambio "Erode" cede alla mia richiesta, Erodiade, il secondo attore sorride e mi posa una mano sulla spalla.

«Io trovo che mia figlia ha fatto la cosa giusta.»

Viziata oltre ogni immaginazione, Salomè è orgogliosa del complimento e anche io mi mostro come tale. Mi inginocchio sul palco e poso l'orecchio contro il legno.

«Non c'è nessun rumore. Non sento niente. Perché non grida, quell'uomo?» domando indispettita, rivolgendomi verso i due uomini, ma senza staccare l'orecchio dal legno, dove Iokanaan è stato rinchiuso.

«Ah! Se qualcuno cercasse di uccidermi, io griderei, mi divincolerei, non vorrei soffrire...»

Mi mordo la lingua, in realtà la sofferenza l'ho abbracciata negli scorsi giorni, ho accettato che Elric mi facesse del male, sia fisicamente che mentalmente. Scaccio quei pensieri.

«Non osa ucciderlo. È un vigliacco, quello schiavo! Bisogna mandare i soldati.»

Mi rialzo in piedi e mi pulisco le mani, i miei occhi si intrecciano al bianco perla di una maschera nelle prime file. Perdo la voce prima di iniziare la frase successiva.

Mi sta guardando, sta guardando il mio provino, Elric mi fa cenno con la mano di procedere, mi rendo conto che il teatro è silenzioso, stanno aspettando che continui il monologo.

Distolgo l'attenzione da lui e torno a guardare Erode che mi sta porgendo la finta testa di Iokanaan. Fisso la testa, gli occhi finti, le labbra.

«Perché non mi guardi? Hai paura di me, Iokanaan, che non mi vuoi guardare? E la tua lingua che era come un serpente rosso che scocca veleni, non si agita più, non dice più niente ormai.»

Concludo il monologo e riconsegno la testa, non è stata sicuramente la mia performance migliore, ma nemmeno la peggiore, soprattutto date le circostanze. I professori stanno appuntando qualcosa ma mi indicano che posso andare via. Non me lo faccio ripetere due volte, scendo dal palco e mi allontano. Ho bisogno di mettere distanza e di qualche ora di sonno.

«Cress!»

Per poco non mi metto a urlare, è l'ultimo momento in cui vorrei essere disturbata, ma mi giro comunque a fronteggiare Richard, visto che non mi ha fatto nulla di male.

«Sei stata davvero bravissima. Non mi stupirebbe se scegliessero te per interpretare Salomé.»

Faccio un sorriso tirato. «Ti ringrazio. Anche tu sei stato bravo.»

Mi scruta intensamente e una ruga gli solca la fronte.

«Va tutto bene?»

Annuisco. «Sono solo stanca, ho passato diverse notti insonni per prepararmi a questo provino, devo recuperare, tutto qui. Stavo tornando in camera.»

Richard si lecca le labbra. «Ti lascio andare allora, cerca di riposare. Mandami un messaggio più tardi se ti va, potremmo studiare insieme.»

Faccio un cenno di assenso, mi allontano da lui e torno finalmente in camera. Mi lascio cadere a peso morto sul letto e chiudo gli occhi.


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