Mai non ebbi libertà.
Male e odio intorno a me.
Chi provò per me pietà?{Erik - Il Fantasma dell'Opera}
Elric
Appoggio il braccio contro il muro quando lei chiude la porta e prendo un respiro profondo. Ho sempre dato il peggio di me con la gente, con lei la mia crudeltà si smorza ma non scompare e forse dovrebbe iniziare a venirci a patti.
Raggiungo lo specchio e mi sfioro i tagli, le azioni hanno delle conseguenze, anche quelle che non ho compiuto io. Ma sono abituato a ferite molto peggiori, queste le categorizzo per quello che sono: graffi. Hanno provato a spaventarmi senza riuscirci.
Qualcuno bussa alla porta, sono talmente sfinito dal confronto con Cress e dalle ultime notti in bianco che vorrei soltanto andare a dormire, ma so che non mi sarà concesso.
Bussano di nuovo, mi avvio verso la porta, ma mi blocco quando la persona in questione fa scivolare una lettera sotto la porta.
C'è una sola persona che mi lascia delle lettere, un mezzo sorriso mi incurva le labbra, la prendo e stacco il sigillo a forma di teschio, un foglio bianco ben custodito mi invita a raggiungere Miss Morgan nel palazzo riservato ai direttivi dell'Opéra.
Per quanto mi faccia piacere che sia venuta all'Opéra, questo significa anche che presto ci saranno dei problemi che dovrò affrontare.
L'appuntamento è previsto tra venti minuti e Miss Morgan odia i ritardatari, l'ho imparato a mie spese nel periodo in cui ho vissuto con lei.
Prendo da uno degli armadietti un kit di pronto soccorso e mi curo le ferite, per me sono stupide, ma lei potrebbe infuriarsi vedendole.
Non è molto più magnanima di me quella donna.
Una delle tre ferite è più profonda di quanto immaginassi, prendo i punti, l'ago e il filo e inizio a ricucire, ne basteranno due. Ho imparato a farlo da giovanissimo, non avevo neppure sei anni quando sono finito in ospedale per la prima volta, il medico mi ha ricucito una brutta ferita nella parte sinistra del mio viso, quella non coperta dalla maschera. Ero così ingenuo che non la utilizzavo da bambino, non capivo nemmeno la differenza tra me e gli altri.
Ma i miei genitori affidatari lo sapevano eccome e ritenevano opportuno ricordarmelo in qualsiasi momento della giornata procurandomi delle brutte ferite, usandomi come il loro personale sacco da boxe.
Ho convissuto con l'oscurità fin dalla mia nascita e fino ai quattordici anni ho conosciuto soltanto sofferenza e dolore. Ma adesso quei tempi sono finiti, sono grande e capace di difendermi, non permetterò più a nessuno di toccarmi senza il mio consenso o è molto probabile che perderà la mano o la vita.
Metto una crema sopra la ferita e sistemo meglio la maschera sul viso. La prima a procurarmene una fatta su misura è stata proprio Miss Morgan.
Busso alla sua porta esattamente diciannove minuti dopo, la sua voce mi invita ad entrare, giro il pomello ed entro all'interno della stanza.
«Miss Morgan, salve.»
La signora che è seduta dietro la scrivania di mogano è sulla sessantina. Rispetto all'ultima volta che l'ho vista ha tagliato i capelli biondi ancora più corti. Indossa un completo sartoriale stretto sul suo corpo magro. Ma quello che attira veramente l'attenzione è il suo volto, due splendenti occhi blu come la notte capaci di terrorizzarti con un'occhiata. Ha l'aria seria come sempre, raramente si concede di sorridere e forse in dieci anni l'ho vista ridere davvero soltanto due volte.

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Dietro la maschera
Romance{COMPLETA} «Sarai la mia rovina o io sarò la tua.» «Magari ci rovineremo a vicenda.» Cress fin da bambina ha sempre avuto il sogno di diventare un'attrice di teatro. Suo padre, un noto pianista, le ha infuso la sua passione per le arti sceniche e mu...