18.Theo

28 3 4
                                    

Durante la festa, osservai con attenzione Jasón avvicinarsi a me. Il suo passo elegante si distingueva nella folla festante, e la sua maschera bianca contrastava perfettamente con il completo nero che indossava. "E tu, cosa ci fai qui?" gli chiesi, mentre il mio sguardo si perdeva nella sua figura impeccabile.

"Mh, un ragazzo carino mi ha invitato a questa festa; sai, è il padrone di casa," rispose lui, ridacchiando con un sorriso malizioso. I suoi occhi brillavano di divertimento, e mi colpì quanto fosse affascinante.

"E chi sarebbe questo ragazzo carino?" chiesi, con un tono scherzoso, cercando di non apparire troppo interessato.Ma il suo modo di comportarsi e la sua presenza magnetica mi facevano sentire a mio agio.

"Beh, non lo conosci ancora, ma direi che ha un buon gusto nel scegliere le feste," ribatté Jasón, avvicinandosi un po' di più, quasi a creare una connessione tra noi. L'atmosfera intorno a noi sembrava sfumare, e tutto ciò che importava era quel momento.

"Non posso credere che tu mi abbia tenuto all'oscuro di tutto questo." disse Gabriel, la sua voce bassa e tesa, come una corda che minaccia di spezzarsi. La delusione era palpabile, un peso che sembrava schiacciare l'aria intorno a loro.
"Non era facile dirti la verità" rispose Manuel, con un tono colpevole che tradiva il suo imbarazzo. "Sapevamo quanto ci tenessi a lei, ma non abbiamo potuto resistere. Tra di noi è successo qualcosa di più. Non siamo riusciti a fermarci."
Amanda intervenne, cercando di calmare gli animi. Le sue mani tremavano leggermente mentre parlava. "Gabriel, ci hai sempre parlato di quanto fosse importante per te la nostra amicizia. Non volevamo rovinare tutto! Non volevamo farti del male. Questo non è ciò che desideravamo!"

Gabriel sbuffò, il suo corpo rigido mentre attraversava il giardino con passi nervosi. I fiori che circondavano il sentiero sembravano piegarsi sotto il peso della tensione. "Ma come avete potuto? E io che pensavo di conoscervi! Vi fidate di me così poco da nascondermi una cosa del genere? Da credere addirittura che io potessi ostacolare la vostra felicità." C'era delusione nella sua voce.

«Avevamo solo paura , Gabriel», ribatté Manuel, cercando di far breccia nella sua rabbia. Le parole gli uscivano con difficoltà, come se ogni lettera fosse una pietra. "È solo che... è successo, e non sapevamo come dirtelo. Non volevamo che ti sentissi escluso o ferito. Volevamo proteggerti!"

"Troppo tardi per questo, Manuel!" Gabriel sbottò, fermandosi di colpo, i suoi occhi che scintillavano di emozioni contrastanti. "Ora mi sento tradito da entrambi. Pensavo che l'amicizia fosse più forte di queste cose, che potessimo affrontare tutto insieme. Questo... questo è troppo!"
Amanda si fece avanti, il suo viso contorto in una smorfia di dolore, gli occhi lucidi di lacrime pronte a scoppiare. "Per favore, ascoltami," implorò, la voce tremante. "Non volevamo che accadesse. La verità è che i sentimenti non si possono controllare. Non posso negare ciò che provo per Manuel. È complicato, ma è reale, e non posso semplicemente ignorarlo."
Gabriel, colpito da quelle parole, fece un passo indietro, un conflitto interiore di rabbia e desiderio di comprensione che lo assaliva. La dolcezza dei loro ricordi insieme tornò a fargli visita, ma l'amarezza di questa nuova rivelazione lo attanagliava, come una morsa gelida.

Si fermò, il respiro affannoso mentre cercava di domare la tempesta di emozioni che gli affollava la mente. Si passò una mano tra i capelli, un gesto di vulnerabilità raro e inaspettato. Intorno a loro, il giardino si era trasformato in un rifugio di quiete, interrotto solo dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse dal vento, come se la natura stessa fosse un testimone silenzioso di quel dramma umano, una scena cruciale nella loro vita.

Dopo un lungo e pesante silenzio, Gabriel chiuse gli occhi per un momento, cercando di raccogliere i suoi pensieri disordinati. La luce del sole filtrava tra le foglie degli alberi, creando un mosaico di ombre danzanti che si muovevano dolcemente sul terreno. "Guardate," iniziò lentamente, la voce ora più calma, come se stesse tentando di mantenere il controllo su di sé. "Sì, sono arrabbiato. Ma... capisco che le emozioni possono essere complicate. Non posso negare che vi voglio bene entrambi. Forse ho reagito in modo eccessivo."

Manuel e Amanda si scambiarono uno sguardo sorpreso, colpiti dalla sua comprensione inaspettata. L'aria, carica di tensione, sembrò alleggerirsi, come se un peso invisibile si fosse sollevato. La loro amicizia, una volta così solida, era stata messa alla prova, ma una luce di speranza cominciava a farsi strada all'orizzonte.

"Sei davvero il migliore amico, scusa se ho avuto paura." disse Manuel, il suo tono ora più leggero, quasi incredulo, come se faticasse a credere a quanto stesse accadendo. "Non avremmo mai dovuto nasconderti la verità, e mi dispiace. Non volevamo farti del male. È solo che ci siamo trovati in una situazione più grande di noi, qualcosa che non avevamo previsto."
Gabriel annuì, le spalle che si allentavano visibilmente, liberandosi di un peso che lo aveva schiacciato. "Lo so. È solo che mi fa strano pensare che tra di voi ci sia qualcosa. Ma posso capire che non si può controllare chi si ama. È difficile accettarlo, ma..."
Amanda si fece avanti, il suo viso illuminato da un sorriso timido e speranzoso, una luce che contrastava con la pesantezza del momento. "Grazie per la tua comprensione, Gabriel. Ci tengo molto alla nostra amicizia e non voglio perderti. Non avremmo mai voluto farti sentire escluso. Ti consideriamo una parte fondamentale delle nostre vite."

Gabriel si fermò a riflettere, il cuore che batteva più piano mentre la tensione nel suo corpo cominciava a sciogliersi, come ghiaccio al sole. Un sorriso leggero si fece strada sulle sue labbra, riflettendo la luce calda del sole che li circondava. "Nessuno di noi vuole perderti," aggiunse Manuel, con un tono di gratitudine che risuonava nelle sue parole. "Siamo ancora amici, giusto?"

Gabriel si lasciò andare a una risata nervosa, il suono che rimbalzava dolcemente tra gli alberi, come un'eco di una tensione finalmente liberata. "Certo. Ma non aspettatevi che non vi prenda in giro ogni tanto! Potrei avere qualche battuta pronta, ora che la situazione è meno seria!"

La risata di Amanda, un misto di sollievo e gioia, riempì l'aria fresca del giardino, come se un peso fosse stato finalmente sollevato. Manuel sorrise, il suo cuore che finalmente si alleggeriva. L'atmosfera era cambiata, e la serenità stava lentamente riprendendo il sopravvento, sostituendo l'ansia con un rinnovato senso di unità. I legami che li univano, pur messi alla prova, stavano trovando nuova forza, e nel cuore di ognuno di loro c'era la consapevolezza che, nonostante le complicazioni, l'amicizia era ancora la loro base più solida.

Dopo un momento di silenzio, il mio sguardo si posò su Sofia, che scendeva le scale con un'espressione furiosa, il viso contratto in un misto di frustrazione e determinazione. La sua figura era tesa, e sembrava emanare un'energia carica di emozioni. Amanda, notando il suo stato d'animo, si affrettò a raggiungerla, cercando di calmarla. Ma, da lontano, notai chiaramente che stessero litigando, le loro voci che si alzavano, affollate di incomprensioni e parole non dette.

In quel momento, Sofia uscì di corsa da casa, sbattendo la porta con un fragore che risuonò come un tuono nel giardino, lasciando dietro di sé un'atmosfera carica di tensione. La porta sbattuta sembrava riflettere il tumulto interno di Sofia. Non ci volle molto prima che anche Gabriel apparisse, il volto segnato da un mix di preoccupazione e risolutezza. Con passi decisi, la seguì, la sua figura che si muoveva veloce, come se volesse raggiungerla prima che la distanza tra di loro diventasse incolmabile.

La scena era frenetica; il giardino, che poco prima era stato un luogo di tranquillità, ora era attraversato da una tensione palpabile, un conflitto che minacciava di esplodere in un momento di pura emozione. Mi fermai, osservando con curiosità e preoccupazione, mentre le loro figure si allontanavano, ognuna intrappolata nelle proprie emozioni e nei propri pensieri.

"Tutto ok?" domandai ad Amanda, che si stringeva a Manuel con un'espressione tesa sul volto. Il suo nervosismo era palpabile, i suoi occhi scrutavano l'orizzonte con inquietudine.

"Si, tra poco le passerà," rispose Manuel, cercando di rassicurarla con una voce calma, ma il suo sguardo tradiva un'ombra di preoccupazione. "Non avrei dovuto metterle pressione riguardo a Gabriel. Ho solo paura che lei possa soffrire."

Amanda abbassò lo sguardo, le spalle leggermente piegate, mentre il suo silenzio si riempiva di pensieri inconfessabili. La tensione nell'aria sembrava crescere, e io non potevo fare a meno di chiedermi quanto quel rapporto potesse influenzare il nostro gruppo.

Endless 1 (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora