20.Sofia

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Un mese dopo...

Era passato un mese dall'ultima volta che avevo visto Gabriel. Quando ero tornata a casa quel giorno, avevo trovato la casa vuota. Gabriel era sparito. Non avevo sue notizie da giorni. Marlene mi aveva detto che doveva concentrarsi per l'esame di economia. Mi mancava moltissimo, anche se non volevo ammetterlo. Non doveva mancarmi!

A distogliermi dai miei pensieri fu la voce di Amanda , mentre guidava. "Sofia, hai sentito cosa ti ho detto?"
"Cosa? Scusa, non ti ho sentito." Dissi cadendo dalle nuvole.
"Ieri è tornato mio fratello da Londra e mi ha detto che non vede l'ora di conoscerti." Amanda era felice e io mi sentivo lusingata. Non pensavo che avesse parlato di me a suo fratello.
"Di conoscermi? Hai parlato di me a tuo fratello?" Chiesi, sorpresa.
"Certo! Sei la mia migliore amica, è normale che parli di te a mio fratello." Il pensiero di essere importante per lei mi fece sorridere.

Arrivammo a casa sua e dopo aver parcheggiato l'auto entrammo in casa sua, da lontano vidi sul retro Alejandro il fratello di Amanda, intravidi i suoi bicipiti che si contorcevano mentre alzava i pesi. Mi persi a quella visione. Cavolo era bellissimo.
"Dai! Andiamo?" Tornai nuovamente alla realtà e mi schiarii la voce.
"Sì , ehm andiamo."
Entrammo in camera sua e mi guardai intorno. Quel rosa era quasi accecante , odiavo qualsiasi cosa fosse rosa.
Prendemmo dalle nostre borse i nostri libri e quaderni e ci sistemammo sul letto a baldacchino, per studiare.
Mentre  Amanda parlava del più e del meno, il nome di Gabriel mi colpì come un fulmine. "Ieri ho incontrato Gabriel."
Sentire il suo nome mi creò un brivido. "Bene." risposi, cercando di sembrare indifferente.
"Sai, ora abita a casa di Manuel." Aggiunse Amanda, e io girai il capo per guardarla, sentendo un'ansia crescente.
"Buon per lui." Dissi, abbassando lo sguardo verso il libro. "Avete litigato, vero? Per questo se n'è andato di casa?" Amanda continuò, cercando di capire.
"Sì, abbiamo litigato." Confermai, con la voce che tradiva il mio dolore. Mi sdraiai su un fianco, poggiando la testa sulla mano mentre Amanda mi osservava preoccupata.
"Sofia, dimmi la verità. Tu provi qualcosa per Gabriel?" Mi chiese, e quella domanda mi colpì come un pugno. La verità era che mi mancava, e questo significava solo una cosa.
"Forse, non lo so. Non so più niente. So solo che mi manca." Confessai, le mani sul viso, sentendo un nodo alla gola.
Amanda annuì. "Per dire che ti manca anche dopo aver litigato vuol dire che ti piace, se non sei innamorata ovvio."
Cavolo, aveva ragione. A me piaceva Gabriel. Cercavo di nasconderlo a me stessa, ma non ci riuscivo. Era tutto così confuso e doloroso.
"Io devo parlare con lui." Dissi, sentendo una determinazione crescente. Non sapevo perché, ma avevo bisogno di rivederlo, di chiarire le cose.
"Cosa vuoi fare, dichiararti? Non sai se prova lo stesso." Disse Amanda.
"Non sono così pazza. Voglio solo parlare con lui." Precisai, alzandomi dal letto con decisione.
"Ok, va bene, allora andiamo." Accettò Amanda. Aspettai giù , il tempo di cambiarmi. Puzzo di canna. Disse spegnendo quella che aveva in mano. Ero così impegnata a pensare a Gabriel che nemmeno me ne ero accorta. Annuii semplicemente e scesi al piano di sotto. L'aspettai in cucina appoggiata al bancone.
"Tu devi essere Sofia." Disse suo fratello prendendo un bicchiere di vetro dal mobile. Mi sistemai immediatamente quasi imbarazzata.
"E tu dovresti essere Alejandro." Deglutii. Perché mi sentivo in imbarazzo?
"L'unico e il solo." Disse facendo il finto modesto. Osservai la sua corporatura slanciata e muscolosa. Ma nessun corpo mi faceva lo stesso effetto di quello di Gabriel.
"Vogliamo andare?" Disse Amanda entrando in cucina.
"Sì andiamo, è stato un piacere." Mi riferii ad Alejandro. Mi fece un cenno con le dita.
Ce ne andammo da lì, dirigendoci verso casa di Manuel.
Appena arrivammo a destinazione , il mio cuore iniziò a battere forte. Ero pronta a scendere dall'auto quando vidi Gabriel uscire di casa. Vedendo il suo sorriso mi fece venire le farfalle allo stomaco, per quanto fosse bello. Sorrisi senza accorgermene , ma il sorriso scomparve quando notai Ginevra avvicinarsi a lui. Si baciavano con molta passione e vidi le sue mani sul corpo di Ginevra. Come la stringeva!  Stringeva me così. Sentii i miei occhi riempirsi di lacrime.
"Amanda, andiamo via." Dissi con la voce rotta. In quel momento capii che non solo mi piaceva Gabriel, ma ero innamorata di lui. E dovevo dimenticarlo a tutti i costi, anche se mi avrebbe fatto male. Ci allontanammo da quel posto e le lacrime iniziarono a scendere ininterrottamente. Sentivo un dolore al petto indescrivibile. 
Dopo che Amanda mi accompagnò a casa, salii in camera mia e mentre controllavo il telefono, vidi un messaggio da un numero sconosciuto.

X:"Ciao, sono Alejandro, il fratello di Amanda. Ho chiesto ad Amanda il tuo numero, spero non sia un problema"
S:"Certo che no, dimmi pure."
Al:"Ti andrebbe di uscire con me questa sera?"
S:"Sì, certo, perché no? Ma Amanda è d'accordo?"
Al:"Sì, è d'accordo. Non è quel tipo di sorella gelosa 😁"
S:"Ok, allora va bene."
Al: "Ti passo a prendere tra poche ore. Ti porto a cena. Vestiti elegante."
Misi in carica il telefono e mi accorsi di sorridere senza nemmeno rendermene conto. L'invito di Alejandro era una sorta di distrazione che avevo bisogno di non pensare a Gabriel. Lui usciva con Ginevra? Bene io sarei uscita con Alejandro. Può sembrare una ripicca? Si può darsi. Ma almeno mi sarei divertita.

Aprii l'armadio, cercando qualcosa che mi facesse sentire bene e sicura. Optai per un elegante vestito rosso di seta che arrivava a metà gamba, abbinato a dei tacchi rossi che avrebbero certamente slanciato le mie gambe.
Dopo una doccia rinfrescante, mi dedicai alla preparazione con una certa cura. Passai la piastra sui capelli, facendoli cadere lisci e lucenti sulle spalle. Mi truccai con leggerezza, cercando di sembrare al meglio senza esagerare. Giusto in tempo, sentii il campanello suonare.
Presi la mia borsa e scesi le scale, ansiosa e un po' eccitata. Quando aprii la porta, mi aspettavo di vedere Alejandro, ma quello che trovai mi bloccò per un momento. Gabriel era lì, con un borsone accanto a lui. I miei occhi incontrarono i suoi, e il cuore accelerò. Non riuscivo a credere che fosse proprio lui.
Guardai altrove , cercando di mascherare la mia sorpresa e confusione. Lo feci entrare senza dire nulla, e il suo profumo mi avvolse come un'onda. Era un aroma familiare e confortante, che mi ricordava giorni passati insieme e che mi mancava più di quanto avessi voluto ammettere.

Mentre chiudevo la porta dietro di lui, sentivo il battito del mio cuore che non accennava a rallentare. Avevo davanti a me l'uomo che avevo cercato di dimenticare, e la tentazione di chiedergli perché fosse tornato era forte. Ma, per il momento, mi limitai a rimanere in silenzio, sperando che la serata mi offrisse qualche risposta o almeno un po' di chiarezza.
Mentre Gabriel entrava, i miei pensieri si accavallavano confusamente. Vederlo lì, così vicino, scatenava una tempesta di emozioni che non avevo previsto. Il suo profumo mi trasportava indietro nel tempo, ai momenti che avevo cercato di allontanare dalla mia mente. Non sapevo se sentirmi felice o arrabbiata per la sua improvvisa riapparizione.
Mi chiedevo cosa stesse facendo lì. Perché era tornato proprio adesso, quando ero così vicina a lasciarlo completamente indietro? Sentivo una morsa al petto, un dolore che pensavo di aver superato, ma che ora tornava a farsi sentire con una forza inaspettata.
Dovevo affrontarlo, ma non sapevo da dove cominciare. Mi chiedevo se avrebbe dato delle spiegazioni, se avrebbe cercato di scusarsi per il tempo trascorso lontano, o se semplicemente sarebbe rimasto in silenzio, come se niente fosse successo. La mia mente era un turbinio di domande e dubbi. Ogni passo che faceva verso il soggiorno era un passo verso l'incertezza e l'angoscia.
Il pensiero di Alejandro, che sarebbe dovuto venire a prendere me, sembrava quasi surreale ora. Mi sentivo in balia di una situazione che non avevo programmato, e questo mi metteva a disagio. La mia decisione di uscire con lui sembrava ora un tentativo disperato di evitare il confronto con Gabriel.
Mentre lo osservavo, mi chiedevo se il ritorno di Gabriel significasse che qualcosa era cambiato, se le cose potessero essere riparate o se tutto ciò fosse solo un altro errore del destino. La mia mente era frenetica, incapace di trovare un equilibrio tra il desiderio di risolvere le cose e il timore di rimanere di nuovo delusa.
"Perché sei tornato?" era la domanda che volevo fargli, ma sapevo che non era il momento giusto. Per ora, mi limitavo a osservare, a cercare di capire cosa potesse essere dietro la sua apparizione inaspettata, e a prepararmi per quello che sembrava essere un incontro tanto atteso quanto temuto.

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