46.Gabriel

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Mi dispiaceva davvero tanto per come Sofia si sentisse; nessuno dovrebbe mai odiare il proprio compleanno. "Ti lascio riposare, va bene?" le dissi baciandola delicatamente, prima di uscire dalla sua stanza. Tornai in camera e mi misi sotto con i libri da studiare. Avevo perso tanti giorni di lezione e dovevo recuperare gli esami persi se volevo laurearmi in economia.

Mentre ripetevo un paragrafo, ricevetti un messaggio da Danny. Come faceva ad avere il mio numero?

Danny: 
"Romero, Romero. A quanto pare durante la mia assenza ti sei fidanzato. Non vuoi presentarla al tuo migliore amico?"

Gabriel: 
"Non siamo più migliori amici da molto tempo. Credevo fossi a marcire in prigione."

Danny: 
"Sono uscito per cauzione. Che ne dici di incontrarci? Vorrei parlarti di una cosa."

Gabriel: 
"Per fare cosa?"

Danny: 
"Tu intanto vieni e te lo dirò."

Bloccai il telefono e mi arrivò la posizione. Strinsi i pugni per il nervoso, fino a far diventare le mie nocche bianche. Danny era stato il mio migliore amico, fino a quando aveva cercato di incastrarmi per un crimine che aveva causato lui. Ci conoscevamo dai tempi dell'asilo, eravamo cresciuti insieme e facevamo tutto insieme. Per un periodo, iniziai a spacciare. Non ero fiero di quello che facevo, ma la mia famiglia aveva bisogno di soldi e stavamo per perdere la casa. Per fortuna, Danny fu arrestato prima che potesse accusarmi di quel reato. Presi la mia auto e mi recai nel vicolo dove mi aveva invitato.

"Ecco il mio amico, allora come stai, fratello? Ti sono mancato?" mi disse con un ghigno.

"Andiamo al punto. Dimmi cosa vuoi," risposi glaciale.

"Beh, mi servi per un servizio," rise nervosamente, guardando altrove e passandosi due dita sul naso.

"Non se ne parla," lo vidi avvicinarsi a me. Un po' troppo vicino.

"Non hai capito, non te lo sto chiedendo, te lo sto ordinando," si avvicinò al mio orecchio.

"Cosa ti fa credere che lo farò?" lo spinsi lontano da me.

"Non vorrai di certo che succeda qualcosa a quella bellezza che hai in casa, vero?" Gli puntai il dito sul petto.

"Non osare avvicinarti a lei. Se lo farai, ti ammazzerò con le mie stesse mani," strinsi i denti, serrando la mascella.

"Se farai questo servizio, io la lascerò in pace. Se non lo farai, potrebbe succederle qualcosa di spiacevole," disse minacciandomi.

"Fanculo! Va bene, lo farò, ma solo questa volta. Non voglio problemi," dissi guardandolo.

"Non li avrai, promesso," disse, passandomi una bustina bianca. "Non farti scoprire da nessuno. Domani lo farai." Entrò nella sua auto e sfrecciò via. Misi la bustina nei miei pantaloni e tornai a casa.

Appena tornai, vidi pattuglie di polizia davanti alla casa. Che diavolo?! Entrai e vidi mia madre che depositava una denuncia e Sofia terrorizzata.

"Cosa è successo? Stai bene?" mi avvicinai a Sofia e le presi il viso per controllare se avesse delle ferite.

"Un uomo è entrato nella mia stanza," disse con i polsi viola.

"Hey, amore, calma, ci sono io. Ti ha fatto del male? Ti ha...?" Mi stava per scoppiare il cervello per la rabbia che provavo.

"No, ma se non fosse stato per Marlene, lo avrebbe fatto," disse, singhiozzando. La strinsi forte tra le mie braccia. "Nessuno ti farà più del male, te lo prometto. Non ti lascerò più sola. Mai più."

Endless 1 (COMPLETA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora