Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi, fu la sveglia. La forma era quella di una palla schiacciata e il colore argento. Segnava le sei. Era mattina. Sentii qualcosa stringermi. Mi sbagliai, era qualcuno.
Abbassai gli occhi e vidi il braccio di Dan che mi stringeva la vita. La mia canottiera si era alzata, lasciando scoperta la pancia ed era proprio lì la mano di Dan.
Era così calda.
Il cuore iniziò a battere così forte, da togliermi il respiro.
Mi girai e l'osservai. Dormiva tranquillo.
Gli accarezzai i capelli delicata, come si fa con un neonato, per non fargli del male. Con l'indice seguii il profilo del suo viso. La fronte, il naso fino ad arrivare alla bocca. Carnosa, ma non eccessiva.
Sarei voluta rimanere lì, con lui ma dovevo tornare nella mia camera, prima che si svegliassero mia madre e suo padre.
Ero combattuta. Non sapevo se svegliarlo o no. Mi sarebbe piaciuto dargli il buon giorno, ma allo stesso tempo dormiva così beato che mi dispiaceva rompere quel sonno.
Chissà se stava sognando. A giudicare dai sorrisini lievi che gli si formavano sul viso, di certo non stava avendo un incubo.
Mi alzai dal letto e mi infilai le babbucce.
Aprii la porta e prima di uscire detti un altro sguardo a Dan. Era così perfetto.
La canotta azzurra e i pantaloni lunghi della tuta gli davano un'aria da duro, ma in realtà era un tenerone.
Chiusi la porta e mi avviai verso la mia stanza. Cercai di fare meno rumore possibile. Il parquet sotto ai miei piedi scricchiolava e nella casa silenziosa, risuonava ogni singolo rumore. Sentii le lancette, che scandivano i secondi, dell'orologio in fondo al corridoio.
Finalmente ero arrivata alla mia porta. L'aprì.
«Luna?» per poco non mi venne un infarto. Con il cuore in gola mi girai e vidi Giorgio.
«Si?» risposi con voce tremante.
«E' successo qualcosa? Non stai bene?» mi domandò lui, preoccupato.
Bene, iniziamo con il terzo grado già di prima mattina? Non lo fai a tuo figlio e lo devi fare proprio a me?
Pensai in fretta, per mia fortuna mi ero abituata ad avere le risposte pronte.
«Dovevo fare la pipì, ma ho pensato che se avessi tirato lo sciacquone avrei potuto svegliare Marta, così...»
«Hai preferito utilizzare il bagno di servizio!» esclamò allegro Giorgio, finendo la mia frase.
«Giusto!» risposi io.
«Peccato che Marta non ci sia...» rispose Giorgio allusivo.
Merda. Sgamata in pieno, mannaggia a me.
«Sono abituata a farlo...»
«Che brava. Chiunque vorrebbe avere una sorella come te!» esclamò Giorgio.
Certo, ma non un fratello. Risposi dentro di me, ripensando alla notte passata a dormire con Dan.
Mi tornò in mente la sua lingua sul mio collo, le sue mani delicate che mi accarezzarono finché non mi addormentai.
Una cosa era sicura: io e lui non saremmo mai potuti essere fratello e sorella.
Giorgio se ne andò, prima che io potessi chiedergli cosa ci facesse lui sveglio a quell'ora. Entrai nella mia stanza e mi tuffai sul letto. Chiusi gli occhi. Cercai di riaddormentarmi, ma non riuscii a riprendere sonno. Mi mancavano le sue braccia, il calore del suo corpo e il respiro lento sul mio collo.
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Ad ogni costo
RomanceLuna e' all'apparenza una brava ragazza come tante, con un carattere forte. Daniel sembra invece il solito ragazzaccio maleducato da tenere alla larga. Ma le cose non sono mai come appaiono. Due giovani sconosciuti costretti a convivere, una fami...