Capitolo 54 - Dan

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Ero incantato dalla bellezza di quegli occhi. Quell'oro mi entrò dentro l'anima e mi accarezzò il cuore. Aveva gli occhi di Luna, il suo mento appuntito e le sue labbra sottili e rosee. Era bellissima.

Baciai Luna sulle labbra e sentii tutto il suo calore invadere il mio corpo. Era stanca, ma felice.

«Ti sta guardando!» esclamò Luna.

Guardai Francesca e mi accorsi che i suoi occhioni erano fissi su di me. Erano così dolci.

Ripensai automaticamente a quel terribile giorno in cui mi sfiorò l'idea di lasciare Luna e Francesca, a lui. Rabbrividì al solo pensiero. Presi la responsabilità, contro il volere di Luna, di cercare Marco. Lui avrebbe dovuto sapere che sarebbe diventato padre, era un suo diritto. Lo chiamai al numero di cellulare, ma non era più attivo. Lo cercai nei locali per cui lavorava, ma nessuno sapeva nulla di lui. Non aveva lasciato neanche un numero, o un indirizzo. Nulla. Chiesi di lui al portiere, dello palazzo in cui viveva, ma mi rispose che la casa era già stata venduta e di Marco non si sapeva nulla. Com'era possibile che una persona scomparisse nel nulla, nel giro di due settimane?

Quella domanda non trovò risposta, perché dopo qualche giorno capii che non aveva importanza cercare Marco.

Sapevo cosa fare. Mi sarei preso io cura di Luna e del bambino che portava in grembo. Non importava di chi era geneticamente, perché io l'avrei amato comunque. L'avrei amato come amavo Luna, incondizionatamente e nulla importava. Solo noi.

Fu allora, che capìì che sarei rimasto per sempre con loro, ad ogni costo.



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