Capitolo 38 - Luna

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Osservai divertita l'espressione perplessa sul viso di Daniel.

Poi finalmente si decise e mi rubò il fumetto di Nana dalle mani. Sbuffò un po' e mi guardò storto, ma poi iniziò a leggerlo.

Mi immersi anche io nella lettura, ma non feci altro che pensare a come Giorgio trattasse Daniel. Sicuramente non era facile avere a che fare con il suo carattere, ma era suo figlio. Non si dovrebbe voler bene a dismisura ai propri figli? Anche se non lo avrebbe mai ammesso, Daniel voleva bene a suo padre e soffriva per quella mancanza. Anche il mio rapporto con mio padre era abbastanza incasinato, ma non avevo mai smesso di volergli bene. Lo stavo solo tenendo alla larga finché non l'avessi perdonato. Il problema è che io non volevo perdonarlo, ero sempre più convinta di voler dire la verità a mia madre.

Una forte turbolenza interruppe i miei pensieri. Mi girai verso Daniel, che teneva già in mano il sacchetto di carta. Aveva la testa appoggiata al sedile e teneva gli occhi chiusi. Stava male. Gli presi la mano e la strinsi. Rimase fermo, ma di risposta me la strinse anche lui. Per fortuna all'atterraggio mancava solo una mezz'oretta.

Arrivati in hotel ci sistemammo nelle stanze. Daniel e Andrea nella 707 ed io e le ragazze nella 708.

L'hotel non era dei migliori, in fondo non si poteva pretendere molto da un tre stelle. I tre letti in camera, erano in realtà un matrimoniale e un singolo. Andai subito a ispezionare il bagno, lo ammetto ero un pò fissata sui servizi. Speravo sempre che avesse una finestrella, ma soprattutto che fosse decente. C'era una grande vasca, al contrario il lavandino era minuscolo. Vabbè non si poteva pretendere tutto. Inoltre niente finestra.

Io ed Angelica decidemmo di dormire insieme nel matrimoniale, mentre Ania prese il letto singolo.

«Daniel ti mangia con gli occhi!» esclamò Angelica mentre ci preparavamo per andare in spiaggia.

«Si vede così tanto?» le chiesi.

«Già! Non ci hai ancora raccontato come è stato il sesso!» continuò Ania.

«Hey, è un argomento privato!» risposi.

«Ma se con Marco mi hai quasi raccontato i minimi particolari!» scoppiò a ridere Ania.

«Bugiarda!» urlai.

«Dai racconta...» sussurrò Angelica.

«Ok... è stato intenso!» esclamai arrossendo. Ripensai alle mani di Daniel e alla sua bocca su di me. Mi passai istintivamente le dita sulle labbra, come lui amava fare dopo avermi baciato a lungo.

«E tu sei pazza di lui...» aggiunse Angelica.

Era proprio così. Ero pazza di Daniel. Amavo tutto di lui. Il modo in cui mi guardava, in cui mi parlava, anche quando faceva il cretino. Amavo il modo in cui diceva di volermi.

«E te Angy? Nessun uomo all'orizzonte?» le domandai.

Angelica non aveva mai avuto un ragazzo, o meglio qualche storia c'era stata ma non si era mai spinta oltre qualche bacio. Cosa di cui non riuscivo a capacitarmi, visto la scarica sessuale che incombeva su di me ogni giorno, soprattutto se stavo con Daniel.

«Quando sto con Daniel è come se mi sentissi finalmente completa. Non so come spiegarlo... tutto il resto, tutto quello che c'è intorno scompare. Siamo io e lui e questo mi basta. Quando mi guarda e so che desidera me, abbatte tutte le mie barriere.»

Finì quel mio pensiero a voce alta e me ne resi conto dagli sguardi sopraffatti di Angelica ed Ania.

«Vorrei trovare qualcuno che mi faccia provare questi sentimenti!» rispose Angelica alla mia domanda.

«Io non lo so se voglio qualcuno che mi mandi fuori controllo!» replicò Ania.

Fuori controllo. Era questo che mi faceva Daniel? Si, era maledettamente vero e dovevo iniziarlo ad ammettere a me stessa. Ma io ero sicura di avere la stessa influenza su di lui?

Passammo la giornata in spiaggia. L'hotel distava pochi minuti dal mare, ma trovammo una bellissima spiaggia paradisiaca solo a qualche chilometro.

Avevamo deciso di non noleggiare la macchina, per adesso. La via principale si affacciava a sinistra sulla spiaggia con il mare, a destra invece era piena di negozietti di giorno e pub la sera. Avevamo tutto a portata di mano in sintesi.

«Vieni con me a fare un bagno?» mi chiese Daniel, che era sdraiato accanto a me, con l'asciugamano sulla sabbia.

«Hai intenzione di affogarmi?» gli domandai.

«Non ne ho ancora abbastanza di te, mi spiace!» mi rispose alzandosi, poi mi porse la mano ed io la presi. Mi tirò su con una tale forza, che andai a sbattere contro il suo petto. Mi abbracciò e mi spostò i capelli dal viso.

«Non ne avrò mai abbastanza di te... te lo dovrai far entrare nella testolina!» sussurrò passandomi la mano sulla testa, poi scoppiò a ridere.

«Siete vomitevoli...» affermò Ania, che proprio in quel momento stava uscendo dall'acqua con Angelica.

Daniel fece finta di non sentirla e mi tirò in acqua.

Era un piacere entrare in mare. L'acqua era limpida e calda.

«Stiamo dove si tocca!» urlai a Daniel che andava sempre più dentro.

«Vedi quell'uomo laggiù? E' in piedi, stai tranquilla!» mi rispose continuando a tirarmi.

Quando fummo a circa cinquanta metri dalla spiaggia si fermò e si girò verso di me.

«Non immagini neanche cosa avrei voglia di farti...» mi disse

In un attimo mi sciolsi. Ecco le mie barriere abbassarsi inesorabilmente a quel cataclisma che si chiamava Daniel e che aveva gli occhi più belli della terra. In quel mare cristallino, il verde diventava ancora più intenso.

Mi avvicinai a lui e mi slacciai la parte superiore del costume, dopo essermi assicurata che non ci fossero bagnanti nelle imminenti vicinanze. Sarà stato il periodo, ormai di fine stagione ma non c'era molta gente, per nostra fortuna.

Gli strinsi le gambe intorno ai fianchi e lo sentii sussurrare qualcosa, ma non capii.

«Così mi fai impazzire...» aggiunse.

«Dan...» mi guardò adulatore. «Smettila di parlare e baciami!» conclusi.

Lo sentii tremare sotto di me. Poi sentii la sua erezione contro il mio basso ventre. Mi strinse ancora di più a se e mi baciò. Un bacio che sapeva di salsedine e desiderio. Lo desideravo così tanto, che sarei potuta impazzire se non l'avessi avuto in quel momento. Sentii quel famoso calore sprigionarsi in tutto il corpo.

«Ti voglio...» mi lasciai sfuggire.

Non se lo fece ripetere due volte. Mi slacciò i laccetti del costume, all'altezza dei fianchi e me sfilo. Se lo legò al polso.

«Aggrappati a me e tira più su le gambe» mi ordinò.

Assecondai meccanicamente quello che mi aveva appena detto e si abbassò i boxer sulle caviglie.

Mi toccò con quelle sue mani calde.

«E' bello sapere che per me sei sempre pronta...» sussurrò con voce tesa.

Gli accarezzai il viso e lo baciai.

Poteva farmi o dirmi tutto ciò che voleva. Non avevo pudore quand'ero con lui, quando stavo per legarmi a lui completamente.

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