Capitolo 36 - Luna

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Aprii gli occhi e venni accecata dalla luce del sole. Ne fui sorpresa, come era possibile che a quell'ora ci fosse quel sole? Ma che ore sono? Cercai con la mano, sul comodino la sveglia. Finalmente la trovai. Erano le dieci! Com'era possibile? Mi alzai e sentii delle voci provenire dal giardino. Andai verso la finestra e guardai in piscina.

Non credevo ai miei occhi.

In piscina e sul prato c'erano una decina di persone, tutte in costume da bagno. Riconobbi Ania e Angelica. Ma cosa stava succedendo?

«Buon giorno bella addormentata!» esclamò Dan, che mi comparse accanto, spaventandomi.

«Cosa... è?» gli domandai.

«Una festa!» mi rispose lui.

«Per cosa?»

«Perché finalmente la casa è tutta nostra?»

Solo lui poteva avere quelle fantastiche idee.

«Marta?» gli domandai preoccupata.

«L'ho accompagnata io a scuola, dopo aver staccato la tua sveglia!» affermò, passandosi una mano tra i capelli.

«Bravo, bravo!» esclamai avvicinandomi a lui e baciandolo.

«Dai mettiti il costume e scendi a divertirti!» esclamò, allungandomi un costumino viola.

Presi il costume e chiusi bene la porta della camera.

Dan mi guardò con un sopracciglio alzato. Ok, sarei andata in piscina, ma prima, volevo qualcos'altro da lui, più di qualsiasi altra cosa.

Mi sfilai la canottiera e i pantaloncini. Rimasi solo con le mutandine.

Dan mi guardò e si sfilò la maglietta, rimanendo a petto nudo. Quei pettorali così perfetti, mi dettero una scossa. Poi si sfilò anche i boxer.

«Voglio te!» esclamai guardandolo dritto negli occhi.

Mi si avvicinò e si inginocchiò. Mi strinse forte le gambe e mi sfilò le mutandine. Iniziò a baciarmi. Il cuore batteva così forte, che dovetti mettermi una mano al petto, per la paura che potesse esplodere.

L'amore è fatto di sentimento, verità, passione e fisicità, noi avevamo tutto questo e non solo.

Mi infilò lui il costume, perché io sarei voluta rimanere a letto con lui, per tutto il giorno.

«Dai andiamo!» esclamò prendendomi per mano.

«Ancora dieci minuti» lo pregai io, cercando di essere il più convincente possibile.

«Non mi guardare così, seno mi fai impazzire!» mi rispose baciandomi.

Sbuffai e mi trascinò in giardino.

Da lontano vidi un bel ragazzo venirci in contro.

«Ciao, piacere io sono Andrea!» esclamò, sicuro di se. Mi dava l'aria di uno di quei tipi ricchissimi, che però fanno solo finta di essere bravi ragazzi, ma in realtà non lo sono.

Guardai Dan e allungai la mano.

«Piacere, io sono Luna!» esclamai.

Andrea mi guardò e scoppiò a ridere, poi si girò a parlare con Dan.

«Sei uno stronzo! Non gli hai raccontato nulla di me! Bell'amico!» esclamò tirandogli un pugno sulla spalla.

Quindi era un amico di Dan?

«Non volevo che fosse influenzata dal mio giudizio!» esclamò Dan ridendo.

Andrea si girò di nuovo a guardarmi.

«Sappi che non ci provo, solo perché sei la tipa del mio migliore amico, ma devo dirti che sei bellissima!»

Mi sentii avvampare.

«Grazie!» risposi come una cretina, non sapevo cosa altro dire.

Andrea si allontanò e vidi, in lontananza, un ragazzo con i capelli viola.

«Anche quello è tuo amico?» gli domandai.

Dan lo guardò e accennò un no, con la testa.

«Allora che ci fa in casa nostra?» gli domandai curiosa.

Fece finta di niente e mi strinse la mano. Iniziò a camminare e lo seguii. Arrivammo davanti alla piscina e lui si buttò in acqua, facendo un tuffo, che sfiorò la perfezione. Ecco a cosa erano dovuti i leggeri muscoli altroché, ad anni di nuoto.

Uscii dall'acqua, come una vera divinità. Così perfetto, nella sua assoluta spontaneità. Si tirò indietro i capelli bagnati e mi guardò.

«Si sta benissimo! Dai buttati!» esclamò.

Buttarmi? Io? Dove? Acqua profonda, no grazie! Ero terrorizzata dall'acqua profonda, fin da bambina e anche dove toccavo, avevo sempre paura.

«No!» esclami convinta.

«Dai!» esclamò Dan, che pensava me la stessi tirando.

«No!» urlai.

«Perché?» mi domandò lui.

«Io, non so nuotare e ho paura!» esclamai.

Osservai la sua espressione e la riconobbi, tra le centinaia di persone a cui l'avevo confessato. Stupore, derisione ed infine pena.

«Ora lo so, mi prenderai in giro a vita! Ma tanto ci sono abituata» esclamai triste.

Dan con un'agilità invidiabile, uscì dalla piscina e mi si avvicinò. Mi schizzò con un pò d'acqua e poi mi prese il viso tra le mani.

«Non dire e soprattutto non azzardarti a pensare più una cosa del genere! Ti amo perché sei tu! Accetto tutto, anche le tue stranezze!» esclamò ridendo.

Mi abbracciò e tra le sue braccia mi sentivo al sicuro.

«Non vuoi provare ad entrare con me?» mi domandò. Lo guardai titubante «non insisto!» concluse.

Eppure quella mattinata dopo qualche titubanza entrai in acqua con Dan. Piano, piano, prendendomi tutto il mio tempo. Con lui diventava tutto così raggiungibile!

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