Capitolo 48 - Dan

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Osservo gli occhi di Luna riempirsi di lacrime nel momento in cui pronuncia il nome di suo padre. Non posso lasciare che soffra in questo modo. Mi sta uccidendo. Se vuole andarsene la porterò via.

Mi piego su di lei passandole una mano dietro la schiena e l'altra sotto le ginocchia e la tiro su. Lei si raggomitola subito sul mio petto e nascondo il viso sotto la cascata di capelli ricci. Vederla in quello stato a causa di sua madre mi fa impazzire. Vorrei dirle di non preoccuparsi, che qualsiasi cosa accada andrà tutto bene. Che io ci sono e ci sarò sempre.

Apro la porta di casa e scendo i pochi scalini, quando sento qualcuno correre alle mie spalle.

«Daniel, tieni queste!» mio padre mi infila in tasca le chiavi della sua Mercedes.

«Grazie!» accenno.

Mi sorride e rientra in casa.

«Luna devo aprire la macchina...» le sussurrò all'orecchio.

Si rianima e spuntano quegli occhioni gialli da dietro i capelli. Le sorrido e le do un bacio sulla fronte. Il suo corpo abbandona le mie braccia e apro la portiera. Si siede dal lato del passeggero ed io dal guidatore.

«Stavo pensando a una cosa...» accenno.

«Adoro quando pensi...» Mi guarda curiosa.

«E' la prima volta che guido la macchina con te accanto, in realtà non guido da molto tempo.»

«Quantifica "molto tempo"»

«Più o meno da quando ho fatto l'esame per la patente...»

«Scherzi? Allora guido io!» strilla. Le è tornato un pò di colorito sano in viso.

«Non ci penso nemmeno... hai sbattuto la testa cinque minuti fa e sei chiaramente sconvolta, quindi ora te ne stai li seduta e fai la brava!»

«Uffa... » sbuffa.

Accendo la macchina.

«Dovrai indicarmi la strada per andare da tuo padre»

«No!» urla azzittendomi.

«No? Pensavo avessi detto che volevi andare da lui...»

«Non ora...»

«Allora andiamo al Pronto Soccorso!» esclamo avviandomi.

«Ma non ho nulla, non preoccuparti!»

«Invece si che mi preoccupo! Entrare in quella stanza e vederti stesa sul pavimento, immobile... è stato tremendo! Non puoi capire cosa ho provato. Mi è mancata l'aria. E non mi rispondevi, tu non mi rispondevi...»

Mi accarezza il viso e mi schiocca un bacio sulla guancia.

«Mia madre mi ha detto di essere stata innamorata come lo siamo noi. Quest'amore secondo lei ci porterà alla distruzione...»

«Non avrei mai immaginato che tua madre si facesse le canne...» dico seriamente.

Luna scoppia a ridere.

«Era di mio padre che parlava... lo sento...» esclama seria.

«In effetti hanno divorziato... è finita male!»

«Mi ha confessato di non essere figlia di mio padre... cioè non geneticamente!» esclama guardando fuori dal finestrino.

«Cazzo! Te l'ha detto prima?» le domando. Continua a guardare fuori.

«Si...» risponde assente.

«Hey...»

«Sono cresciuta nella menzogna Daniel! Mi ha mentito da quando sono nata e perché poi? Per fare la famiglia felice del Mulino Bianco? Famiglia che oltretutto non è durata!»

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