Toc! Toc!
Aprii gli occhi. Li sentivo sporchi, intorpiditi. Guardai la sveglia. Era mezzanotte. Chi sarà?
Mi alzai e aprii la porta.
Aspettavo di trovarmi davanti mio padre, finalmente deciso a schiaffeggiarmi, ma non fu così.
La guardai attentamente. Era impossibile non farlo. Era così deliziosa.
Ai piedi portava due grandi babbucce rosa con sopra disegnato il tenero Winnie the Pooh. Le gambe morbide e leggermente muscolose mi colpirono in pieno. Il pigiama era dei migliori. Rosa anch'esso, costituito da un paio di pantaloncini larghi e una canottierina comoda.
Finalmente la vidi struccata. Acqua e sapone. Era ancora più bella. I capelli erano raccolti da una coda scompigliata e i vari ciuffi ribelli si spostavano ad ogni suo respiro.
«Cosa vuoi?»
Si lo ammetto. Il mio tono era duro. Ero ancora tremendamente incazzato.
Osservai la sua espressione e immaginai che se ne sarebbe andata. Invece, si limitò a tirarmi uno schiaffo.
La guancia mi bruciava, ma l'effetto fu miracoloso. Mi sentii subito meglio.
Accennai un sorriso. Forse lo prese come un'offesa, perché indietreggiò di qualche passo.
«Vieni!» esclamai, quasi urlando.
«Non urlare! Mia madre e Giorgio si sono appena addormentati, finalmente» sussurrò tutto d'un fiato, tirando un sospiro di sollievo.
Per qualche istante ebbi l'impressione che non vedesse l'ora di venirmi a parlare. E questo mi rendeva entusiasta.
Entrò in camera mia e l'occhio cadde subito sul suo sederino.
«Non mi guardare il culo!» esclamò lei di spalle.
Caspita aveva gli occhi anche dietro, dovevo stare attento.
Si sedette sul letto e incrociò le gambe. Io mi sdraiai davanti a lei.
La luna era diventata mia amica. Illuminava la stanza e soprattutto mi dava una chiara visione di ciò che nascondeva la canottierina della mia ospite.
«Hai finito di guardarmi le tette?» domandò Luna.
«Sei venuta tu in camera mia conciata così!» ribattei io ridendo.
Luna tirò su le gambe e le strinse al petto. Mi guardava con gli occhi alla metà tra scocciati e divertiti.
Fu in quel momento che notai una cicatrice sulla sua gamba sinistra. I segni dei punti erano ancora evidenti e il taglio era roseo. Sembrava così delicata, quasi da potersi riaprire in qualsiasi momento.
Ero attirato da quella fragilità. Era fresca. A quando risaliva? E cosa si era fatta? Un incidente? Quante cose non sapevo di lei. Avevo sete di conoscere la sua vita.
«Com'è successo?» domandai serio.
«Cosa?» mi rispose lei con una domanda.
Allungai la mano sulla sua gamba e le accarezzai la cicatrice. Sobbalzò sul letto.
«Scusa, io non volevo... »
Era la prima volta nella mia vita in cui mi scusavo. Le dava ancora dolore?
«No, non mi hai fatto male è che quella parte è vulnerabile.»
Quale parte? Non ero del tutto sicuro che si riferisse alla cicatrice sulla gamba.

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Ad ogni costo
RomanceLuna e' all'apparenza una brava ragazza come tante, con un carattere forte. Daniel sembra invece il solito ragazzaccio maleducato da tenere alla larga. Ma le cose non sono mai come appaiono. Due giovani sconosciuti costretti a convivere, una fami...