Capitolo 30 - Luna

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Avevamo appena litigato. Mi aveva lasciata a casa e se ne era andato, senza dire nulla. Codardo!

Ero così arrabbiata da avere la sensazione che da un momento all'altro mi sarebbe dovuta esplodere la testa. Dovevo calmarmi.

Entrai in bagno e aprii l'acqua della vasca. Iniziai a spogliarmi e ripensai a ciò che gli avevo appena detto.

La vasca era piena di schiuma. Entrai e mi sdraiai, lasciando andare la testa all'indietro. Il marmo era freddo e duro.

Mi sentivo strana. Vulnerabile, incompresa, inutile senza di lui.

Allungai il braccio e cercai un asciugamano. Lo piegai e lo misi sotto la testa. Era così morbido. Mi ricordò il braccio di Dan. L'acqua calda mi cullava dolcemente. Mi addormentai.

Sentii dei rumori. Qualcuno era rientrato a casa, sicuramente i nostri genitori. Inaspettatamente, si spalancò la porta del bagno.

Era Dan, che entrò. Non sapevo cosa dire.

Non l'avevo sentito tornare a casa.

«Dan esci!» urlai.

Lui si avvicinò, con le mani strette tra i capelli. Poi si voltò verso lo specchio. Guardai il suo riflesso. Com'era bello.

Si girò a guardarmi.

«Vuoi veramente che io esca?»

No! Non lo volevo, avrei voluto che rimanesse, ma non era così semplice. Avevo paura! Non ero ancora pronta per darmi a lui completamente.

Chiusi gli occhi e girai la testa verso il muro.

Dopo pochi secondi, sentii la porta chiudersi. Era uscito.

Fine.

Aprii gli occhi e con grande sorpresa scoprì che Dan era ancora fermo lì, dove l'avevo lasciato.

Ci guardammo negli occhi per qualche minuto.

Erano così intensi.

Poi Dan iniziò a togliersi le scarpe.

«Che fai?» gli chiesi, concentrandomi il più possibile. Il mio livello d'imbarazzo, aveva superato qualsiasi unità di misurazione. Avevo la bocca secca. Non riuscivo a deglutire.

«Voglio fare l'amore con te e anche tu lo vuoi, lo so.»

Quella dichiarazione così spontanea fu spiazzante, persino di più di quanto lo era già stata poco prima.

Sentii un brivido che attraversò tutta la schiena. Guardai il seno e mi coprì.

Dan mi guardò e sorrise.

Mi sentivo a disagio, ma allo stesso tempo avevo voglia di essere sua e di nessun altro.

Rimase solo con addosso i boxer. Si avvicinò e mi baciò. Un bacio caldo, che profuma di notti passate a sognarlo.

Mi sfiorò il viso e scese con le mani giù, per il mio corpo completamente nudo. Il collo, le spalle e le fossette sulla schiena, dove si soffermò.

Sorrise e mi baciò delicato sulle labbra.

Sentivo le sue mani fredde, proseguire la corsa sul mio corpo. Seguii il profilo della mia schiena e arrivò fino ai fianchi. Sentii una vampata di calore.

Oddio. Avrei voluto che il tempo si fermasse.

Non staccò la presa, ma mi baciò sul collo. Succhiò, come fa un bravo vampiro.

Mi abbandonai a quelle dolci effusioni. Chiusi gli occhi.

Le sue labbra e le sue mani mi lasciarono.

Terrorizzata al solo pensiero che se ne andasse, li riaprii.

Dan si stava sfilando i boxer, davanti ai miei occhi. Oddio. Mi resi conto di aver visto solo un uomo completamente nudo e i miei standard stavano per subire una netta modifica su alcune misure.

Si avvicinò, fece passare le sue mani sotto le mie braccia e mi sollevò. Entrò nella vasca e si sedette dietro di me.

Stordita da quella scena, rimasi in piedi e lo sentii ridere.

«Così rischi di prenderti il raffreddore...» affermò prendendomi in giro.

Mi prese da dietro i fianchi e mi accompagnò a sedermi tra le sue gambe.

Tremai, ma non avevo freddo.

Un altro brivido. Sentii il suo respiro sulle spalle.

Come avrei potuto fare a meno di questo?

Mi abbracciò all'altezza dei fianchi e mi strinse a se.

Lo sentii.

«Ti voglio!» gli dissi convinta.

Non avevo mai desiderato così tanto fare l'amore con qualcuno. Solo ora riuscivo a capire in pieno il desiderio di quell'emozione, volevo che entrasse dentro di me.

Per qualche istante, in un flash, vidi quella che sarebbe potuta essere la nostra vita insieme. Soprattutto restare incinta e crescere un bambino, nostro, nel mio grembo. Credo sia la cosa più bella al mondo.

Mi spostò qualche ciocca di capelli, mi baciò la schiena e poi mi morse.

«Hey...» sussurrai a voce calda.

Lo sentii ridere. Le mani salirono e mi sfiorarono il seno.

«Ti amo, ti amo, ti amo...» mi sussurrò all'orecchio.

Poco dopo, ci spostammo a letto. In camera sua.

Le lenzuola profumavano di lui. Quel profumo inconfondibile.

Ora ero pronta.

Ci abbandonammo a quel forte sentimento, che si chiama amore. Era incredibile come i nostri corpi si riconoscessero, come se ci fossimo finalmente ritrovati. Non c'era nient'altro di così perfetto, spontaneo, naturale e indimenticabile. Era dentro di me ed io ero sua. Sua per sempre e di nessun altro. Non l'avrei lasciato, per nulla al mondo.

Il destino gioca le sue carte e noi possiamo solo accettarle e cercare di giocarle al meglio.

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