Capitolo 47 - Luna

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«Luna dobbiamo parlare!» esclama mia madre con le braccia conserte.

Daniel mi afferra per un fianco appena faccio un passo.

«Da sole» aggiunge mia madre.

Lo guardo e gli sorrido. Andrà bene, credo.

Mi prende dal mento e si avvicina al mio viso.

«Se hai bisogno, tira un urlo!» e mi bacia la punta del naso.

«E tu cerca di non commettere un omicidio...» sussurro indicando Giorgio.

Daniel mi lascia andare e raggiungo mia madre in soggiorno. Si è già seduta sul divano. Ma dov'è Marta?

«Ho mandato tua sorella in camera sua, non voglio che senta ciò che sto per dirti e qualsiasi cosa accada, non voglio che tu glielo dica!»

Per la prima volta in vita mia, mia madre non mi guarda negli occhi. Il suo sguardo è fisso nel vuoto. Il volto è pallido. Cosa sta per dirmi? Perché la preoccupa così tanto?

«D'accordo. Non glielo dirò.» rispondo.

«Promettimelo!» finalmente mi guarda. Ha gli occhi lucidi.

«Inizi a spaventarmi...»

«Quando sono rimasta incinta di te, non me l'aspettavo! Ero giovane ed è stata una sorpresa. Avevo una vita davanti agli occhi...»

«Grazie mamma...»

«Cosa?» sgrana gli occhi.

«Se vuoi farmi sentire in colpa per averti rovinato la vita, lo stai facendo nel modo giusto!»

«Non intendevo questo! Fammi finire. Tuo padre... conoscevo tuo padre dalle medie e sapevo che era sempre stato innamorato di me. Così l'ultimo anno delle superiori decisi di dargli un opportunità. Era un bravo ragazzo e io... avevo solo diciotto anni.»

Cosa ha intenzione di dirmi? E' rimasta incinta a diciannove anni, quindi quasi alla mia età. Non può paragonare me e Daniel a lei e papà.

«Restammo insieme tutto l'anno scolastico, ma dopo il diploma ci prendemmo una pausa di comune accordo.»

Smette di parlare e chiude gli occhi.

«Mamma...»

«Quell'estate scoprii cosa significava amare qualcuno. Amare una persona in modo intenso, viscerale!»

«Ti mancava papà...» sussurrai così a bassa voce, che lei non mi sentii.

«Lo stesso amore che ho visto poco fa, tra te e Daniel!»

«Perfetto! Sai cosa si prova, perché non ci appoggi?»

«Perché ho paura! Quell'amore è pericoloso, ti porta a fare cose che non avresti mai immaginato. Ti distrugge lentamente, ti logora dentro. Ho paura che tu faccia il mio stesso sbaglio!»

«Mamma io non resterò incinta come te! E comunque tu e papà siete stati insieme per molto tempo...»

«Non è tuo padre...»

«Lo so non è colpa sua, non andavate più d'accordo...»

I miei genitori avevano sempre affermato che erano cambiati e non si amavano più come una volta e quella era la causa della loro rottura. Ma io sapevo. Mio padre l'aveva tradita. Come aveva potuto farla sentire in colpa per il fallimento del loro matrimonio, se la colpa era solo sua?

«Papà ti ha tradita! Non è colpa tua mamma. Non hai fallito.»

Mia madre scoppia a piangere ed io mi sento una merda per averglielo confessato. Mi butto su di lei e cerco di abbracciarla, di stringerla forte e farle sentire il mio calore. Mi dispiace tanto. Sarei dovuta rimanere zitta. Ho fatto un casino.

«Mamma perdonami, io non volevo che tu lo sapessi così...»

«Mi dispiace tanto Luna, che tu debba esserti tenuta dentro questo peso, per chissà quanto tempo, ma io lo sapevo già. So cosa significa liberarsi di un tale fardello...» singhiozza.

«Non importa adesso ...» inizio a piangere anche io.

«Non sei sua figlia... Federico non è tuo padre!» sussurra tra un singhiozzo e l'altro.

Cosa? Ma che cosa sta dicendo?

Federico non è tuo padre. Quella frase continua a rimbombarmi nella testa.

In un istante sento il mondo crollarmi addosso. Non credo alle mie orecchie. Non sento più la terra sotto ai piedi. Mi stacco da lei e indietreggio verso l'ignoto. Urto qualcosa e perdo l'equilibrio. Cado per terra e sento un forte dolore alla testa, simile a una scossa. Sento un urlo agghiacciante.

Mi sento tirare su con forza e poi vedo il viso di Daniel. E' rosso in volto ed è agitato. Vedo le sue labbra muoversi, ma non capisco cosa stia dicendo. E' tutto ovattato, così surreale.

«Luna ti prego parlami!» urla disperato.

Socchiudo gli occhi e metto a fuoco la figura dietro di lui. E' Giorgio.

«Daniel lasciala respirare...»

«Che cazzo è successo? Che le hai fatto?» Daniel si rivolge a mia madre.

«Mi dispiace tanto... stavamo parlando e indietreggiando ha urtato il tavolino ed ha perso l'equilibrio...» si giustifica lei.

Lei. La donna che mi ha concepita, portata in grembo e cresciuta. La donna che mi ha mentito per tutta la vita.

«Daniel portami via da qua...» sussurro.

Vedo i suoi occhi riaccendersi.

«Certo, ti porto subito al pronto soccorso!» mi risponde serio.

«Oh ti prego... ho solo bisogno di allontanarmi da Lei... da questa casa...» aggiungo.

Daniel resta immobile, senza parole.

«Luna, non puoi andartene!» sento mia madre.

Mi giro a guardarla. Daniel mi ha sdraiata sul divano opposto a quello su cui è seduta lei.

«Scommetti?» la sfido.

«Dove pensi di andare?» mi domanda.

«Da papà...» mi blocco nel momento in cui mi ricordo di non avere più un padre.

Mi scende una lacrima, la sento bagnarmi la guancia.

Un istante dopo mi sento sollevare dal divano.

Due braccia forti tengono in braccio e mi portano via da quella casa. Non posso fare altro che stringermi al suo petto e continuare a piangere, in silenzio.

Breathe me, Sia



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