dodici

3.3K 125 9
                                    

Avevo assolutamente bisogno di sfogarmi:

«E' venuta ancora la gatta morta, di lui nemmeno l'ombra».

«Ti ha pagata?»

«Sì, certo. Altrimenti me lo sarei tenuto quel pezzo d'oro».

«E allora chi se ne frega Dada. Secondo me quel riccone non esiste neanche».

«Sbagli. Perché la smorfiosa mi ha invitata alla festa di presentazione dell'oracolo, yuro, o come cavolo si chiama».

«Uuuu, senti senti. Non dirmi che stai pensando di non andarci».

«Sinceramente non lo so. Mi ha detto di portare anche Giulio...».

«E allora non hai nessuna scusa. Ci devi andare. Con tuo marito».

«Ma non so ancora quando sarà. Mi spediranno una mail con l'invito ufficiale». Dissi.

«E allora ascolta una stupida: non esaltarti troppo. Tutta questa storia puzza, lo sai. Prima di pensarci seriamente ti conviene aspettare che arrivi l'invito, non credi?».

«Hai ragione. Comunque ci sono rimasta male. Non pensavo che mi sarei sentita così».

«Non vorrai sentirti in colpa per questa roba?» Chiese lei.

Rimasi per un attimo in silenzio.

«Dada?» Chiese Sara.

«Ci sono, ci sono...».

«Se mi aspetti vengo a trovarti...» Disse.

«Ho bisogno di shopping».

«E allora ti serve anche la personal shopper». Esclamò Sara.

«Sì, ma preferirei andare a Milano».

«Da Michele?» Chiese.

«No...beh sì, certo. Ma stavo pensando allo shopping».

«E' un bel casino andare a Milano a quest'ora». Meditò Sara.

«Lo so. Poi domani è sabato e Michi torna...».

«E allora direi che ci facciamo un giro in centro» esclamò.

«Che noia...».

«Ma dai bella, ci penso io a tirarti su di morale. Un mojito e due bicipiti ti bastano?».

«Sei la solita. E' meglio che andiamo a bere un aperitivo da sole».

«Come vuole lei, signora Ferreri».

«Cretina. Ti aspetto».

«Agli ordini».

Dopo aver riattaccato il telefono mi sentivo decisamente meglio. L'effetto negativo di Cadina stava svanendo e non avevo intenzione di perdere un altro secondo della mia vita a pensare al mistero di mister V. In fondo chi se ne fregava?

Giustamente, come diceva Sara, il lavoro mi era stato pagato, e anche molto bene. Quindi non avevo scuse: c'era da festeggiare, altro che sentirsi giù di morale. E poi, forse, sarei andata alla presentazione dell'oracolo. Quel pensiero mi tirò su.

La fiamma della curiosità si riaccese ancora più calda di prima.

Se fosse venuto anche Giulio, mi sarei sentita ancora più a mio agio e tranquilla. Mio marito sarebbe bastato a tenere a bada la strafottenza di Cadina ed eventualmente, sempre che fosse esistito, anche la presenza di mister V.

Iniziai a sistemare lo studio, aspettando di andare a bere l'aperitivo con Sara.

Per quel giorno, niente shopping.


V.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora