Era nera, chiusa con un nastrino rosso.
Mentre la prendevo tra le mani una sensazione di calore fluì in ogni angolo del mio corpo.
La rabbia che aveva provocato Cadina con la sua presenza e i suoi modi di fare da prima della classe svanirono, lasciando spazio a un'euforia improvvisa.
Mi chiesi cosa potesse aver preparato per me, questa volta, quella mente perversa di V.
Strappai il nastrino rosso, aprendo un lembo della busta e, finalmente potei guardare al suo interno. Trovai un cofanetto rosso, foderato di velluto, richiuso. Lo tirai fuori e lo appoggiai sul tavolo.
Dentro la busta trovai anche un biglietto sigillato con ceralacca. Appoggiai anche quello sul tavolo e mi sbarazzai della busta.
Presi il cofanetto tra le mani. Era elegante e morbido al tatto. Gustai il piacere della sorpresa soppesandolo tra le dita, immaginando cosa ci fosse al suo interno. Poi cedetti alla curiosità: lo aprii.
Dentro c'era una semplicissima collana di perle. La tirai fuori, la presi tra le mani e stetti per un po' a guardarla. Constatai che si trattava di perle vere. Nel complesso però, la collana era bruttina. Sorrisi al pensiero che non fosse un gioiello creato da me. Erano perle bianche, tenute insieme da un filo sottile di nylon ma, secondo il mio parere da esperta, erano troppo distanziate tra loro e, persino troppo grandi. In poche parole, non era una collana che faceva per me.
Rimasi delusa. In fondo, anche V era pur sempre un uomo –un maschio– e non potevo sperare che, in fatto di regali e sorprese, non sbagliasse nemmeno una mossa.
Appoggiai la collana sul tavolo e presi in mano il cartoncino sigillato. Strappai il lembo di ceralacca e lo aprii.
Al primo colpo d'occhio vidi che era scritto a macchina, con un carattere elegante ma davvero poco romantico. D'altra parte avevo a che fare con un demone, non con un innamorato; e questo era bene che me lo ficcassi nella testa. E poi ricordai a me stessa che non avevo più intenzione di partecipare ai suoi giochi. A maggior ragione ora, che si era permesso di mandarmi un regalo con relativo messaggio usando Cadina come corriere. Credevo di avergli detto chiaramente che la sua segretaria non mi andava per niente a genio, anzi, mi stava proprio sulle scatole in modo pazzesco.
Mi lasciai cadere sulla sedia, appoggiando la schiena e iniziai a leggerne il contenuto.
Buongiorno Giada,
Quest'invito per presentarti al club come partecipante al gioco. La sera del 20 luglio, giorno in cui ci sarà la prossima festa a Ginevra, nella mia villa, potrai comparire di fronte alla regina per essere giudicata.
La collana è un regalo per te ma, nel caso decidessi di accettare l'invito, è importante che la indossi, così come anche il bracciale.
C'è un'altra regola importante che devi seguire e riguarda l'abbigliamento. E' indispensabile che le donne indossino abiti da sera lunghi, il colore non è importante. Ed è indispensabile che le donne non portino biancheria intima.
Se seguirai queste semplici regole ti assicuro che passerai la serata più eccitante della tua vita. Non preoccuparti di nulla, se non di lasciare a casa la tua anima.
Hai tempo fino a giovedì per decidere. Quel giorno mi aspetto di ricevere un sms a questo numero (xxxxxxxxx) con la tua risposta: un sì.
A presto.
V.
Terminato di leggere ero furente. Non mi aspettavo un messaggio del genere. Non avrei mai potuto partecipare a una cosa del genere. Non posso negare che fossi intrigata dalla situazione ma non avevo nessuna intenzione di espormi fino a quel punto. Trovarsi a una serata di gala in abito da sera, senza mutande, poteva anche essere una cosa stuzzicante, ora ne ero consapevole, ma non mi sarei mai presentata davanti a chi che sia per ottenere il permesso di far parte di un club di pervertiti.
Nonostante il desiderio represso di vedere V e di far parte delle sue perversioni, non ci sarei mai andata. Punto. E poi avevo giurato a me stessa che non l'avrei più rivisto e che non mi sarei più fatta umiliare; e questo avevo intenzione di fare. Questo dovevo riuscire a fere. Stargli lontano. Dimenticarlo.
Volente o nolente, rimasi tutto il pomeriggio in balia di quell'invito, vittima di un turbinio di emozioni che, alla lunga, non fecero altro che aumentare la mia curiosità.
Fantasticavo su quello che sarebbe successo durante la serata.
Mi sentivo un mostro.
Non oso raccontarti le fantasie che mi tormentarono durante quel pomeriggio.
Avrei voluto parlarne con Sara ma decisi che, per il momento, era meglio farne a meno. Tanto lei mi avrebbe assecondata e avrebbe insistito perché andassi alla serata con la scusa di provare una nuova esperienza, e magri sarebbe anche riuscita a convincermi
Ma avevo troppa paura di dover fare i conti con i sensi di colpa. Sapevo che andare a quella serata avrebbe significato oltrepassare un limite che non ero certa di voler oltrepassare.
Decisi che la cosa migliore sarebbe stata tornare a casa e cercare di organizzare una serata romantica con Giulio. Magari sarei riuscita a togliermi di dosso quella voglia che mi stava divorando.
E poi, avrei avuto ancora due giorni per pensarci e per prendere una decisione ed ero sempre in tempo a confrontarmi con Sara.
Quella sera ero decisa a fare di tutto per farmi appagare da mio marito. In fondo, volevo che fosse lui a farmi provare certe sensazioni.
Quella sera sarei stata la puttana di Guilio e non ci sarebbe stato niente di male.
STAI LEGGENDO
V.
RandomUn viaggio sconvolgente, oltre i limiti. Giada Ferreri conduce una vita tranquilla e appagante e si riscoprirà presto una donna sorprendente. Appassionata di moda e di stile, disegna gioielli e gestisce una gioielleria a Como, dove vive con il mar...