tredici

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Quando tornai a casa mi girava la testa per colpa del mojito, erano già le otto e Giulio era sdraiato sul divano a guardare la televisione. «Ciao amore» lo salutai.

«Ben tornata». Fece lui.

Ci baciammo con un tocco delle labbra. «Aperitivo?» chiese sorridendo.

«Si sente?»

«Sì, ma è un piacere». Disse.

Andai in bagno liberandomi della scomodità di scarpe e vestiti. Indossai un paio di calzoncini di spugna e una canottiera.

«Ti va se ti faccio un risottino per cena?»

«Certo».

Mi misi ai fornelli e lui mi raggiunse in cucina. «Questi cerebrolesi al governo ci stanno rovinando. Non gli è bastato calpestare la costituzione e metter su una dittatura che mai nessuno ha votato. Ora hanno pure dichiarato guerra alla Russia. Ma almeno si sono liberati dei festini erotici. Gran colpo. Gran cervelli da competizione».

Giulio era piuttosto infervorato, come sempre, quando parlava di politica. Lui vedeva le grandi potenzialità degli italiani distrutte dall'invidia e dalla cattiva informazione. Io non ci volevo proprio entrare nel discorso politico. Serviva solo a farti perdere amicizie e a farti venire il sangue amaro.

«Oggi sono venuti a ritirare l'oracolo». Annunciai.

«Bene. Hai finalmente conosciuto questo mister...»

«V. No, non è venuto. E' passata la sua segretaria a ritiralo e ha saldato il conto».

«Bene.» fece Giulio, mentre apriva una bottiglia di vino, versandone due calici. «Allora festeggiamo».

«In realtà credo di essere andata già un po' oltre con l'alcol».

«E va be', tanto non possono mica ritirarti la patente per stato di ebbrezza ai fornelli».

«Si, ma potrei non rispondere più delle mie azioni».

«Che paura. Non vedo l'ora». Disse, mentre facevamo rintoccare i bicchieri a mo' di brindisi.

«A volte mi sembri ancora un ragazzino».

«Ma io sono un ragazzino».

Quella sera, dopo cena, eravamo entrambi un po' alticci e finimmo in camera da letto a fare l'amore.

Non dissi niente a Giulio dell'invito alla presentazione e, sinceramente, non sapevo neanche il perché. Ma non mi andava di parlarne. Volevo godermi quel momento, senza scalfirlo.

Alla fine crollammo entrambi, esausti, nel sonno. Ignari che le nostre vite erano a un passo dal precipitare nel baratro.   


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