Cinquantasei

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"Ti prego, Jay, fammi entrare" singhiozza Harry fuori dalla porta di casa della donna per l'ennesima volta. "Ho bisogno di vederlo" continua, torturandosi le labbra con i denti ed affondando le dita nella stoffa slavata del maglioncino che indossa.

"Louis non vuole vederti"

"Lo so, lo so, ma... Per favore" la supplica rosso in volto, abbassando leggermente lo sguardo perché troppo imbarazzato per lasciarsi osservare da quegli occhi che sembrano volerlo trafiggere.

E la capisce, a dire il vero, perché anche lui reagirebbe allo stesso modo, ma ha bisogno di vedere Louis e di abbracciarlo, di chiedergli scusa di persona.

Johanna sospira e socchiude gli occhi per qualche secondo. "Non è in casa, Harry, ma se vuoi puoi passare un po' di tempo con Jonah" dice poco dopo, lasciandogli un po' di spazio per passare.

Harry la ringrazia mentalmente e cerca di asciugarsi le lacrime al meglio, così da non spaventare il piccolo Jonah che gioca spensierato sull'enorme tappeto del salotto.

Si avvicina lentamente e si siede accanto a lui, salutandolo con un "Ehi, fagiolino" che attira la sua attenzione e gli fa allungare le braccia verso il suo corpo slanciato.

Il riccio lo prende in braccio e lo stringe a sé. "Mi sei mancato, piccolino" sussurra, accarezzandogli lievemente il capo.

Jonah nasconde la testa nell'incavo del suo collo e vi stringe - per quanto possibile - le braccia attorno, posando poi le piccole mani sulla sua pelle biancastra.

"Appa" mugugna il bambino, sfarfallando le palpebre e puntando lo sguardo in quello di Harry.

"Hai fame per caso?" sorride quest'ultimo, sfiorandogli il naso con il polpastrello dell'indice.

"È il suo modo di dire 'papà', a dire il vero" lo informa Johanna, appoggiata allo stipite della porta, mentre li osserva con un sorriso leggero sulle labbra.

"Oh" sussurra, gli occhi leggermente lucidi ed il cuore gonfio di felicità.

"Sì, papà è qui, fagiolino" mormora ancora, stringendolo nuovamente e socchiudendo gli occhi, godendosi quel momento ed assaporandone ogni sfaccettatura.

Jonah sbadiglia, subito dopo, e si addormenta come un sasso fra le sue braccia, facendolo sorridere ancora di più.

Mi manchi, piccolino, mi manchi tantissimo.

"Lo porto su" gli dice Jay avvicinandosi, pronta a togliergli suo figlio dalle braccia.

Harry scuote la testa e "Posso farlo io?" domanda speranzoso in un sussurro.

La donna annuisce e lo accompagna al piano di sopra nella vecchia stanza di Louis, per poi lasciarlo al suo dovere.

Adagia Jonah sul letto e lo copre con un panno azzurrino, mettendo un cuscino su ogni lato, così da non farlo cadere in caso dovesse muoversi nel sonno.

Rimane ad osservarlo per qualche minuto, sfiorandogli la fronte con due dita, pensando che se non fosse stato così stupido, a quest'ora riavrebbe la sua famiglia sotto il suo stesso tetto.

Sospira, poco dopo, alzandosi dal letto e girandosi verso la porta.

Tira su lo sguardo lentamente e si scontra con quello spaventato di Louis che "Cosa ci fai qui?" dice arrabbiato, cercando di mantenere il tono basso per non svegliare Jonah.

Planet Romeo ⚓︎ l.s. mpregDove le storie prendono vita. Scoprilo ora