CapitoloVentisei-True

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xx

Niall Horan è fidanzato

Niall Horan fotografato con una ragazza

Niall Horan bacia una ragazza

-Dovresti smetterla di guardare quella roba- mi rimprovera Am abbassando con poca grazia lo schermo del mio pc fino a chiuderlo. Sospiro pesantemente, senza ribattere, so che ha ragione ma non posso farne a meno: ogni volta che mi ritrovo in mano un qualsiasi mezzo per connettermi ad internet cerco subito il nome di Niall, e i primi risultati sono sempre gli stessi. Mi aspettavo che dopo una settimana la storia fosse passata? Si. E' successo davvero? No.

Sembrano essere stati i sette giorni più lunghi della mia vita, questa settimana non passava mai, non ho avuto nemmeno il coraggio di contattarlo, tralasciando qualche messaggino stupido per sapere come stava o altro. Io gli ho chiesto come andavano le cose tra di loro, a quanto pare hanno finito di registrare il quinto album, e lui mi ha chiesto come mi sentissi riguardo alle storie che stavano girando su di noi.

Bene, ho risposto, anche se non sono stata per nulla sincera, ma lui mi ha creduto ed è questo l'importante. Ci sono voluti sette giorni affinché le nostre foto si spargessero ovunque, e meno di due ore per trovare il mio contatto Twitter, Instagram e Facebook.

Avevo messaggi ovunque, più che altro insulti, un pugno allo stomaco ad ogni parola. Ho bloccato tutti i miei profili. Alcuni messaggi sono arrivati lo stesso.

Suppongo sia per questo che Amnesia, dopo avermi vista tornare a casa dallo stupido ristorante dove avevo firmato quello stupido contratto, non mi abbia fatto domande sulle foto. Mi è bastato guardarla in quegli occhi strani che a volte fanno un po paura e sono scoppiata a piangere, stringendomi le tempie tra le mani. Ha chiuso la bocca, forse era già pronta a incazzarsi con me per averla tenuta all'oscuro di tutto, mi si è avvicinata e mi ha levato gli occhiali dal viso lasciandoli sul mobile vicino alla porta dove di solito getto le chiavi dopo scuola. Mi ha guardato un po' severa, sembrava ancora più alta del solito così vicina. Ha scosso la testa e mi ha inghiottito tra le sue braccia. Non è da lei dare abbracci così forti, per nulla, più di una volta mi ha spiegato anche il motivo, ha paura di staccarsi poi.

Mi ha trascinata sul divano, lo stesso dove ci hanno fatto le foto, cosa che mi ha fatto piangere ancora di più. Mi ha fatto sedere, sempre tra le sue braccia, mi ha tirato addosso la solita coperta e ha aspettato che mi calmassi per dirle tutto. Le ho raccontato di quella volta al concerto, dell'indirizzo sulla mia mano, di quella biblioteca magica e di quando mi ha portato al cinema. Le ho detto quanto fosse stato bello quando mi aveva cantato quella canzone al buio per farmi passare la paura, di quanto fosse un ragazzo d'oro e di quanto tenessi alla nostra amicizia. Poi sono arrivata a quella fatidica notte, le ho spiegato le cose per come erano davvero, gli insulti delle fan, persone che ritenevo come la mia piccola seconda famiglia, del contratto e che non potremmo mai più essere noi stessi, non come prima almeno.

Non piangevo così da una vita, e io non sono il tipo che piange spesso, la cosa mi ha turbata. Mi ha dato un tè, e per quanto io possa odiare quella schifosa bevanda insapore devo dire che mi ha aiutato a calmarmi e mi sono addormentata subito. Da quella sera ho preso l'abitudine di tirare le tende sulle finestre in salotto.

-Non esci più di casa se non per la scuola- dice levandomi il pc dalle gambe e poggiandolo sul tavolino davanti a noi.

-Come ai vecchi tempi- scherzo senza divertimento nella voce. Rotea gli occhi al cielo e mi da una spinta leggera sul braccio.

-Perché continui a dargli buca?- indica il cellulare al mio fianco con un sopracciglio alzato. Mi stringo nelle spalle e mi concentro sui miei calzini, studiando i disegnini colorati. Non rispondendole la faccio stizzare ancora di più, ed è una cosa grave vederla così fredda perché normalmente non è il tipo che se la prende. Normalmente. Dovrei smetterla di dire questa parola, non c'è niente di normale in tutto questa situazione. Si alza per avvicinarsi all'appendiabiti vicino alla porta, non mi concentro tanto su quello che recupera dal suo giubbotto e aspetto che torni qui da me. Passa poi in cucina e viene di nuovo con un bicchiere di plastica e un accendino in mano, una sigaretta nera stretta tra le labbra. Mi lascia spiazzata quando apre il balconcino in salotto e l'accende come se nulla fosse.

I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora