CapitoloOttantaquattro- Ghost

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No, non mi sono dimenticata di aggiornare, solo che è l'ultimo capitolo e volevo che fosse perfetto. Spero che vi piaccia.

All the love xx


15 Agosto 2016

Nata e cresciuta in una piccola cittadina nell'Oregon, Stati Uniti D'America, dove tutti conoscevano tutti e le uniche fonti di energia erano totalmente derivanti dal fiume McKenzie, sinceramente non mi ero mai aspettata di andare lontano.

Quando mi chiedevano del mio futuro io mi immaginavo con un marito simpatico, magari una figlia e un impiego in una piccola biblioteca, o magari piegata su qualche pc grande quanto una valigia a lavorare su una nuova storia.

Il problema nasceva una volta iniziata, perché mai riuscivo a trovare un finale. E forse è esattamente quello che faccio anche nella vita reale. 

Dov'è il mio finale?

-L'hai venduto insieme a quel vestito di classe per comparti i biglietti per ritornare qua.- bisbiglia divertito Mike facendo un altro tiro dalla sua sigaretta, è cambiato molto. L'ultima volta che l'avevo visto, dopo la morte di Arabella a scuola, aveva ancora il fisico di un teenager e la pelle pallida e candida con la faccia del bravo ragazzo. Quattro mesi fa, circa, quando l'ho rivisto per caso al mini market fuori casa, quasi mi è venuto un colpo. I suoi capelli cenere ora sono castani, colpa della tinta, ha un pircing sul labbro e ovunque riescano i miei occhi ad arrivare sul suo corpo vedo solo tatuaggi. Gli eventi ti cambiano, si è giustificato semplicemente con un sorriso quando ho trovato il coraggio di avvicinarmi, e sono contenta che non abbia detto le persone cambiano e basta, perché non è mai così, nessuno cambia per nulla. Anche io sono cambiata, ma se la colpa è di qualcuno, il responsabile da incolpare è me stessa.

-Smettila di parlarne.- dico stizzita, non mi ero nemmeno resa conto di star parlando ad alta voce.

-Ci pensi ancora?- ghigna stendendosi sul suo piccolo letto, schiacciandomi contro il muro, riesco a sentire il suo alito sul mio collo, sa di nicotina e ci ho fatto l'abitudine.

-A cosa- dico atona studiandomi le dita, le pellicine sono tirate e il mio indice è arrivato anche a sanguinare.

-A lui, principessa, sempre e solo a lui.- scherza, ma c'è anche una certa serietà nella sua voce.

-Cosa te lo fa pensare?- chiedo abbandonando le mani sui mie fianchi e girandomi su un fianco per guardarlo pienamente in faccia, non mi spaventano più i contatti visivi. Mi sposta una ciocca di capelli dal viso, sono ritornati ad essere del loro colore naturale, un castano chiaro, li ho tagliati, non mi arrivano più a sfiorarmi il fondo schiena, ora a malapena sfiorano le spalle e di quel vecchio biondo ne son rimaste solo le punte. Fa scivolare la mano sul mio fianco, non mi muovo, il suo tocco è confortante e i suoi polpastrelli caldi, a differenza delle mie di dita che sono perennemente congelate e non ho idea del perché.

-Beh forse perché mi hai portato un altro scatolo.- dice girandosi per un attimo vero la porta di camera sua, per terra c'è un grosso scatolo di cartone imballato proveniente da Londra con l'indirizzo di casa mia.

-Se è roba sua sai che devi buttarla tu, io saprei dove cercarla se fossi io a farlo, e voglio smettere di inseguire i fantasmi.- chiarisco a voce bassa,  controllo il mio tono, non si spezza nemmeno una volta.

-Forse lui non è un fantasma.- mi lascia un bacio sulla fronte e si alza, avvicinandosi alla sua scrivania per prendere un paio di forbici e si avvicina allo scatolo, gli arriva alla vita, e incomincia a trafficarci. Mi tiro subito su corrucciata. -Cosa stai facendo?-

-Vedo se è roba sua.- lo apre infilandoci la testa. -Vedi? Stavamo per fare una stronzata, c'è una lettera da parte di Amnesia e l'ultima parte dei tuoi vestiti, finalmente!-

I Found Love in your Laugh [N.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora